La fossa di Aganippe si estende sul pianeta rosso per 600 chilometri
Immagine di copertina Topography of Aganippe Fossa CREDIT
ESA/DLR/FU Berlin, LICENCE
CC BY-SA 3.0 IGO or ESA Standard Licence
La missione Mars Express dell’ESA ha catturato una nuova immagine che mostra una caratteristica affascinante: una cicatrice scura e irregolare che si snoda attraverso un terreno marmorizzato ai piedi di un gigantesco vulcano.
Conosciuta come Aganippe Fossa, questa cicatrice è una formazione discontinua di circa 600 chilometri di lunghezza, classificata come ‘graben’, ovvero un solco simile a una fossa con pareti ripide su entrambi i lati.
La fossa di Aganippe attraversa il fianco inferiore di uno dei più grandi vulcani di Marte, Arsia Mons, regolarmente osservato dalla Mars Express insieme ai suoi vicini nella regione di Tharsis, dove si trovano diversi imponenti vulcani marziani, inclusi Olympus Mons, il vulcano più alto del Sistema Solare.
Arsia Mons ha un diametro di 435 chilometri e si eleva per oltre 9 chilometri al di sopra delle pianure circostanti.
A titolo di confronto, il vulcano dormiente più alto della Terra, Ojos del Salado al confine tra Argentina e Cile, raggiunge appena sotto i 7 chilometri di altezza.
Nonostante non si sia ancora certi su come e quando la fossa di Aganippe si sia formata, sembra probabile che sia stata creata dal magma in risalita sotto la colossale massa dei vulcani di Tharsis, causando l’estensione e la frattura della crosta marziana.
La Camera Stereo ad Alta Risoluzione (HRSC) di Mars Express ha immortalato due tipi di terreno: il cosiddetto terreno ‘hummocky’, che comprende molti tumuli e valli di forma irregolare raggruppati insieme, e il terreno ‘lobato’, formato da scogliere dolcemente inclinate e detriti rocciosi.
Questi terreni sono caratteristici dell’aureola ad anello di Arsia Mons, un disco di 100.000 chilometri quadrati alla base del vulcano, possibilmente associato a ghiacciai antichi.
Curiosamente, questa aureola si è formata solo sul fianco nord-occidentale del vulcano, probabilmente a causa dei venti prevalenti dalla direzione opposta che hanno controllato il deposito del ghiaccio nel tempo.
Anche la polvere e la sabbia trasportate dal vento hanno modellato questa parte di Marte, creando interessanti modelli a strisce simili a quelli di una zebra sulla destra dell’immagine, dove materiale più scuro si deposita su terreno più chiaro (o viceversa!).
La superficie mostra anche prove di flussi di lava, risalenti al periodo di attività del vulcano.
Mars Express orbita attorno al Pianeta Rosso dal 2003, mappando la superficie di Marte, identificando la composizione e la circolazione della sua tenue atmosfera, sondando sotto la sua crosta ed esplorando come vari fenomeni interagiscono nell’ambiente marziano.
La HRSC, responsabile di queste immagini, ha rivelato molto sulla superficie diversificata di Marte negli ultimi 20 anni, mostrando tutto, dalle creste e solchi modellati dal vento ai crateri da impatto, faglie tettoniche, canali fluviali e antiche pozze di lava.
La missione è stata estremamente produttiva nel corso del suo svolgimento, offrendoci una comprensione molto più completa e accurata del nostro vicino planetario come mai prima d’ora.
La Camera Stereo ad Alta Risoluzione di Mars Express (HRSC) è stata sviluppata e viene gestita dal Centro Aerospaziale Tedesco (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt; DLR).
Le Grotte di Arsia Mons: Un Potenziale Rifugio per l’Esplorazione Umana
Proprio nella regione vulcanica di Arsia Mons, vicino all’equatore marziano, da tempo sono state individuate delle straordinarie formazioni geologiche che potrebbero rivoluzionare i piani di esplorazione e colonizzazione di Marte.
Si tratta di profonde voragini e tubi di lava, strutture sotterranee che si estendono per chilometri sotto la superficie del pianeta¹².
Queste cavità, scoperte grazie alle immagini satellitari e alle analisi del Mars Reconnaissance Orbiter, potrebbero essere il risultato di attività vulcaniche o tettoniche recenti².
I tubi di lava, in particolare, sono gallerie create dal flusso di lava solidificata, che lasciano dietro di sé dei canali vuoti. Sulla Terra, queste strutture sono note per ospitare un’eccezionale biodiversità; su Marte, potrebbero offrire un rifugio naturale contro le condizioni estreme del pianeta¹.
Le radiazioni cosmiche e solari rappresentano una delle maggiori minacce per gli astronauti su Marte, a causa dell’assenza di un campo magnetico protettivo e di una sottile atmosfera¹.
Le grotte e i tubi di lava di Arsia Mons potrebbero quindi fornire una protezione vitale, fungendo da scudi naturali contro queste radiazioni letali¹.
Inoltre, le temperature su Marte subiscono variazioni estreme, e queste cavità potrebbero offrire un ambiente più stabile e controllabile per eventuali insediamenti umani².
Le aperture di questi tubi, chiamate lucernari, potrebbero servire come ingressi per accedere a queste preziose risorse sotterranee¹.
La scoperta di queste grotte marziane apre nuove prospettive per la colonizzazione del Pianeta Rosso.
Non solo potrebbero fornire un rifugio sicuro per gli astronauti, ma potrebbero anche contenere depositi di ghiaccio o altri materiali utili per sostenere la vita umana su Marte.
Mentre la missione Mars Express continua a rivelare i segreti della superficie marziana, queste nuove scoperte sottolineano l’importanza di ulteriori esplorazioni.
Solo attraverso missioni future e indagini più approfondite potremo comprendere appieno il potenziale di queste grotte e tubi di lava per supportare la presenza umana sul Pianeta Rosso².
Fonte: https://www.esa.int/Science_Exploration/Space_Science/Mars_Express/A_snaking_scar_on_Mars