Italodytes stammeri (Müller, 1938) eletto Animale di Grotta dell’Anno 2021 per l’Anno Internazionale delle Grotte e del Carso. Verrà celebrato a SpeleoKamaraton, il prossimo raduno di Marina di Camerota che avrà come Tema “Speleologie del Mediterraneo”

Italodytes stammeri designato "Animale di grotta dell'Anno" dalla Società Speleologica Italiana - Italodytes stammeri stammeri (Foto Enrico Lana) Particolari setole: Grotta di Gemmabella- Noci- Puglia

Una tradizione inaugurata nel 2009 dagli speleologi tedeschi e adottata nel 2019 dalla SSI, quella dell’Animale di Grotta dell’Anno, che quest’anno anche l’UIS ha deciso di inserire nella serie di serie di attività e campagne di sensibilizzazione sull’importanza della biodiversità e delle grotte per le celebrazioni dell’Anno Internazionale delle Grotte e del Carsismo (IYCK2021). La scelta UIS per il 2021 è ricaduta sula famiglia dei Coleotteri delle grotte, di cui ogni Paese membro potrà identificare una specie particolarmente rappresentativa del suo territorio.

Per l’Italia, la Società Speleologica Italiana ha designato il Coleottero cavernicolo Italodytes stammeri che presenterà durante il raduno internazionale, www.speleokamaraton.eu, evento IYCK che avrà come tema dominante le Speleologie del Mediterraneo.

Italodytes stammeri è un insetto Coleottero endemico della Puglia centro-meridionale e della Basilicata orientale. Venne scoperto dal prof. Hans Jürgen Stammer (1899–1968), zoologo e professore alla Università di Breslavia nel 1937. In quell’anno Stammer condusse una campagna di ricerche in Italia che interessò anche la Puglia. Le sue indagini, che si possono considerare come la prima vera campagna di ricerca sistematica biospeleologica in questa regione, portarono alla scoperta di ben 4 specie troglofile e 10 specie troglobie. Tra queste ultime, appunto, l’Italodytes stammeri che è una delle tante specie che portano il nome dello studioso tedesco.
Il prof. Stammer concentrò le ricerche in alcune grotte litorali nei pressi di Castro Marina (LE), che in passato avevano restituito qualche elemento che faceva pensare alla presenza di un popolamento interessante, in pozzi vicino al mare nei dintorni di Bari e nella grotta dei Pipistrelli di Matera che, situata sul versante occidentale delle Murge, si può considerare parte della piattaforma carbonatica apula.
In questa grotta Stammer raccolse per la prima volta tre esemplari di Italodytes vicino ad un piccolo ruscello su fondo della grotta. Le ricerche che si sono avute successivamente fino ai giorni nostri, hanno individuato numerose altre grotte in cui è presente questo interessante troglobio. Per le tante peculiarità e curiosità che lo caratterizzano, l’Italodytes stammeri è stato scelto come animale di grotta italiano dell’anno 2021, che verrà celebrato specialmente durante il raduno internazionale http://www.speleokamaraton.eu/, evento IYCK focalizzato sul mediterraneo.

Descrizione
Italodytes stammeri è un Coleottero Carabide le cui dimensioni medie, misurate dall’apice della mandibola all’estremità delle elitre, sono comprese tra 4,5 e 4,7 mm.

Quella dei Carabidi è una grande famiglia di Coleotteri che annovera più di 40000 specie in tutto il mondo, in massima parte predatrici, pur potendo utilizzare anche altre risorse alimentari. Quelli sotterranei italiani appartengono a quattro tribù: Clivinini, Trechini, Sfodrini e Molopini (Stoch e Latella, 2001). I più numerosi sono i Trechini mentre tra i Clivinini incontriamo solo l’Italodytes stammeri.

Unica specie del genere Italodytes, ha due sottospecie che differiscono per piccoli particolari: Italodytes stammeri stammeri, ritrovato in provincia di Matera, Bari, Brindisi, Taranto e Lecce, e Italodytes stammeri antoniettae, presente solo in alcune grotte a sud dell’abitato di Nardò (LE).
Quest’ultimo, rispetto alla specie nominale, presenta:
-due setole sopraorbitali anteriori, disposte su una linea inclinata, al posto di una (Magrini e Vanni, 1986)
-la parte dorsale del primo segmento toracico meno allungata
-testa più corta e più tozza.
La sua biologia non è ancora ben conosciuta, è tuttavia evidente che predilige ambienti con temperatura compresa tra 13 e 17 °C ed elevata umidità relativa. Quando l’umidità diminuisce sembra che si sposti nelle fessure o in zone più umide della grotta. Una sua caratteristica è lo sviluppo notevole della superficie addominale e delle elitre che assumono un aspetto globoso. Ne consegue una forma a palloncino che corrisponde ad una camera respiratoria dove immagazzinare l’aria umida necessaria alla respirazione in zone secche della grotta. Questa modalità estetico-funzionale giustifica in pieno il nome scientifico dato a questo Carabide: “il palombaro italiano dedicato a Stammer” (Rossi e Inguscio, 2004). Data la riduzione degli apparati respiratori, infatti, la respirazione avviene tramite la superficie tergale dell’addome che si viene a trovare sotto le elitre rigonfie.

Ha una elevata sensibilità alle variazioni delle condizioni ambientali e quindi si potrebbe ipotizzare un suo impiego come indicatore delle alterazioni climatiche della grotta.

E’ un predatore e si nutre di Collemboli, Pseudoscorpioni, Acari, Crostacei, larve di Ditteri e muffe anche se qualche volta è stato trovato su esche vegetali. Studi condotti da De Marzo (1985) hanno evidenziato una porzione intestinale dilatata che favorirebbe l’ingestione di una grande quantità di cibo consentendo così di sfruttare al massimo le irregolari risorse alimentari.

Anche se il suo principale predatore è il Laemostenus cimmerius (Fisher von Waldheim, 1823), uno Pterostichino troglofilo (Inguscio e Rossi, 2001), spesso con gli Pseudoscorpioni, anch’essi predatori che frequentano i medesimi ambienti, ingaggia vere e proprie lotte nelle quali non sempre ha la meglio. La biologia riproduttiva non è stata osservata direttamente ma è stata ipotizzata dall’esame degli apparati genitali (De Marzo, 1985). Le femmine hanno una grande spermateca per conservare a lungo gli spermatozoi in modo da fecondare le grosse uova che vengono presumibilmente deposte una per volta man mano che maturano lentamente. Non sono mai state osservate le deposizioni o le forme giovanili. Ruffo (1955) parla di Italodytes “come di un elemento paleomediterraneo relitto di una fauna paleogenica”. Secondo Magrini e Vanni (1986), invece, potrebbe trattarsi di un elemento endemico locale, derivante da forme autoctone, che si è adattato a vivere in ambiente ipogeo.

Diffusione
L’Italia viene divisa comunemente in 7 province biogeografiche (Latella & Stoch, 2001), ossia zone caratterizzate da una certa omogeneità nei popolamenti ipogei. La Puglia è l’unica regione dove l’area biogeografica coincide con quella amministrativa. La sua omogeneità di popolamento e la ricchezza di elementi specializzati sono dovute a vari fattori tra cui l’antichità del fenomeno carsico e l’origine geologica di questo territorio che apparteneva ad una microzolla distinta da quelle che hanno dato origine al resto dell’Italia.

Italodytes stammeri è una delle 45 specie troglobie di questa regione, il 53% delle quali è costituito da endemiti. L’area di distribuzione è rappresentata dalla Puglia centro-meridionale e della Basilicata orientale. Al primo ritrovamento nella grotta dei Pipistrelli di Matera seguirono altre raccolte sia sulle Murge che in Salento. Interessante la sua presenza in grotte che hanno assunto una notevole importanza dal punto di vista biospeleologico come la Grotta di Lamalunga ad Altamura (Inguscio et al., 2017), le Grotte di Castellana (Castellana Grotte) e le grotte di Pozzo Cucù (Castellana Grotte).

Sito ufficiale Animale di Grotta dell’Anno SSI

Bibliografia
-DE MARZO L., 1985. Anatomia degli apparati digerente e riproduttore di Italodytes stammeri Müller (Coleoptera, Carabidae) – Puglia Grotte, bollettino del Gruppo Speleologico Puglia Grotte – Castellana Grotte, Castellana Grotte, 5-16
-INGUSCIO S., ROSSI E., 2001. Animalia Tenebrarum. Ideemultimediali, Nardò, 1-96.
-INGUSCIO S., RAGONE G., ROSSI E., 2017. Il magnifico gigante dell’Ade. Biospeleologia della grotta di Lamalunga. Editrice Salentina, Galatina. 1-64
-MAGRINI P., VANNI S., 1986. Diagnosi preliminare di una nuova sottospecie di Italodytes stammeri Muller,1938 Atti Mus. Civ. Stor. Nat. Grosseto. N.7/8. 5-9 30 aprile 1986
-ROSSI E., INGUSCIO S., 2004. Etimologia dei nomi scientifici della fauna ipogea pugliese. Atti dell’incontro regionale di Speleologia “Spelaion” 2004, 77-87. Lecce.
-RUFFO S., 1955. Le attuali conoscenze sulla fauna cavernicola della regione pugliese. Mem. Biog. Adr., 3: 1-143 (copia, v. AA.VV., 1957. Memorie di Biogeografia adriatica, Vol. III: 1-298)
-STOCH F., LATELLA L., 2001. Biospeleologia. Quaderni habitat, Minist. Ambiente, 53-130

Bibliografia di riferimento
-FOCARILE A., 1949 – Alcuni appunti sull’Italodytes stammeri Müller (Coleoptera Carabidae). Boll. Soc. entomol. Ital., 79: 49-52.
-FOCARILE A., 1965 – L ‘apparato copulatore dell’Italodytes stammeri Müller e la posizione sistematica del genere (studi su Carabidae italiani, 8°). Boll. Soc. entomol. Ital., 95 (9-10): 153-166.
-GRIDELLI E., 1950 – Il problema delle specie a diffusione transadriatica con particolare riguardo ai Coleotteri. Mem. Biogeogr. Adriatica, Venezia, l: 7-299.
-JEANNEL R., 1957- Révision des petits Scaritides endogés voisin de Reicheia Saulcy. Rev. fr. Ent. 24:129-212.
-MÜLLER G., 1938 – Italodytes stammeri nuovo genere e nuova specie di Carabidi cavernicoli dell’Italia meridionale. Atti mus. Civ. St. nat. Trieste, 13 (6): 135-139.
-RUFFO S., 1950 – Sull’interesse biogeografico del popolamento cavernicolo pugliese. Rass. Spel. Ital., Como, 2: 57- 62.

Fonti e autori
Testi di Salvatore Inguscio, Ferdinando Didonna, Giovanni Ragone

Foto
Giovanni Ragone, Enrico Lana, Gianni Campanella

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