Notizia di Rino Bregani – Gruppo Grotte Milano
La bozza di progetto di studio sull’istoplasmosi negli speleologi e’ stata accettata addirittura come comunicazione orale al prossimo congresso nazionale di medicina tropicale e medicina dei viaggi (5° Congresso Nazionale Società Italiana di Medicina Tropicale (SIMET) e della Società Italiana di Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni (SIMVIM)) che si terra’ a Brescia – Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 29 settembre al 1 ottobre 2005.
In particolare la comunicazione, con qualche diapositiva, avra’ luogo alle ore 11.50 del 1 ottobre.
Chi fosse interessato credo che possa infiltrarsi nelle sedi congressuali (al limite dite che conoscete Corrado Camerini, il famoso medico speleo, credo anche vice delegato nazionale, poi con fare mafioso e gesti manuali adeguati, tipo “umma umma”, vi infilate dentro).
Peraltro il protocollo e’ bloccato in quanto sembra che i reagenti di laboratorio siano alquanto inattendibili. Tutto cio’ dopo il riscontro di assoluta normalita’ nei sieri di alcuni speleo emiliani di ritorno da Cuba con segni clinici estremamente suggestivi di istoplasmosi, non supportati pero’ dall’evidenza di laboratorio. Dovro’ studiare come fare per ottenere un’analisi valida, ma sembra che l’unico modo possa essere quello di inviare i campioni direttamente negli USA dove c’e’ il piu’ grande esperto di istoplasmosi mondiale che i test se li costruisce lui e funzionano.
Bisognerebbe vedere se a Cuba possono fare questi dosaggi (ne dubito) oppure se nell’ambito del progetto cui aderisce anche SSI, sia possibile reperire finanziamenti all’uopo. In alternativa qualcuno puo’ darmi indicazioni di speleo statunitensi che potrebbero perorare la causa proponendo allo studioso americano (un certo Whitt o qualcosa del genere) un progetto di studio senza dover scucire la grana.
In ultima ipotesi si potrebbe fare pagare agli speleo interessati il test in oggetto, ma mi sembra una crudelta’ e vorrei evitare, anche perche’ magari non sono d’accordo e perdiamo casistica.
Intanto cerco di convincere l’istituto di micologia a promuovere e finanziare lo studio, ma vedo poche possibilita’.
Ancora sto aspettando notizie dagli amici pugliesi (toto’ Inguscio, fatte vivo, mannaggia!) per sapere se l’universita’ di Lecce e’ interessata a farsi carico delle colture dei terreni di Cuba e, gia’ che ci siamo, anche di quelli delle grotte del sud Italia.

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