Le Bambine Crescono ancora: nuove scoperte in grotta in Moncodeno
Nelle ultime esplorazioni della grotta Le Bambine Crescono (1839 Lo) del Moncodeno, il team di InGrigna! ha scoperto 5 pozzi lungo 2 vie diverse, incrementando ufficialmente la profondità di circa 25 metri e portandola quasi a -600 metri.
Il team era composto da 8 persone con diverse esperienze ed età,
Dopo la grande apertura iniziale e la sequenza di pozzi meno profondi, a -375 m comincia ad incontrarsi acqua e molto fango. La cavità prosegue tra pozzo e strettoie.
Il campo interno è stato reso più confortevole con l’installazione di una tenda a -375 m.
La grotta è diventata sempre più profonda nel corso degli anni grazie alle esplorazioni di diversi gruppi, dalla prima discesa del GGM – Gruppo Grotte Milano nel 1982 fino alle esplorazioni più recenti del team di InGrigna!.
La grotta è situata a Moncodeno, nella Valle del Nevaio, e il suo ingresso è una fessura verticale molto ventilata.
Le esplorazioni precedenti hanno portato alla scoperta di due rami principali, Fossetta e Comprese le Ceramiche, e la grotta potrebbe avere connessioni con l’Abisso dei Marons Glacés e il Tigre.
La grotta continua a svilupparsi, con la corrente d’aria fredda che scende verso il vuoto sottostante che suggerisce un ulteriore notevole sviluppo futuro.
Continuano le esplorazioni nel Moncodeno
In Grigna le Bambine Crescono ancora
L’ultimo episodio (per ora), con il riassunto delle puntate precedenti
Testo di Marina Abisso
Il 22 e 23 luglio scorsi InGrigna! è tornato alla grotta Le Bambine Crescono (1839 Lo), un abisso in crescita lenta ma costante, il cui nome è dedicato alle “bambine” della Grigna: le grotte del circo glaciale del Moncodeno.
Giorgio Pannuzzo scrive: “Lo scorso week end eravamo in 8, con grande varietà per fasce di esperienza ed età. Abbiamo esplorato 5 pozzetti lungo due vie diverse. Il rilievo è parziale, quindi il dislivello ufficiale si è incrementato di circa 25 metri. Mancano un P10 esplorato e un altro ancora da scendere, sempre in passaggi scomodi”. “Soprattutto”, aggiunge, “manca poco ai -600 metri di profondità”
Protagonista l’entusiasmo di Giorgio Pannuzzo, Simona Manzini Gianluca Perucchini, Samuele Pendesini, Marco Corvi, Greta Marchesi, Leda Monza ed Emanuele De Rose, che ha consentito di superare acqua e fango e trasportare qualche centinaio di corde fino a dove necessarie. È stata posta una tenda a – 375 m, per rendere più confortevole il campo.
Dopo il grande pozzo iniziale e la sequenza di pozzi meno profondi, a – 375 m comincia ad incontrarsi acqua e molto fango. 4 o 5 pozzetti bagnati e alcuni passaggi scomodi in verticale danno accesso a P30, P10, P30, e poi alla parte nuova: P8 e due vie e due pozzetti, entrambi con partenza disagevole rimodellata.
La prima via è costituita da un pozzetto a cui segue un restringimento che, dopo pochi metri, diventa impercorribile.
La seconda è un P14, che continua in un meandro stretto ed arioso.
Dopo l’ampliamento dell’ingresso, un P10 porta ad un piccolo meandro, con acqua e fango.
Qui finisce il rilievo, ma non l’esplorazione, che prosegue in due strettoie fangosissime e poi in un P10 con accesso stretto.
Sotto, ancora un pozzetto con partenza da allargare, di cui scrive il Corvo nella lista InGrigna!: “L’aria lo segue, nettissima, noi non ancora”. Quando i nostri eroi escono, fuori comincia a piovere.
A dir la verità, mi sono persa un po’ nella descrizione: quella dello speleologo è una scrittura che si nutre di un realismo tenue: innamorata del presente, vive degli elementi dell’ambiente circostante, della descrizione dell’azione e degli attrezzi. È bellissimo leggere i resoconti a caldo, ma a volte servirebbe un traduttore per dare loro un senso compiuto.
Provo con un riassunto delle puntate precedenti della serie di esplorazioni: procedendo per eventi, racconti e segmenti della storia, gli squarci aperti sul percorso faranno – forse – arrivare a un livello base di comprensione, anche con l’aiuto di internet.
Sulle Bambine Crescono si trovano molte notizie: l’abisso si apre in Moncodeno, a quota 2035 m slm nella Valle del Nevaio, vicino al sentiero n. 37. L’ingresso discreto, una fessura verticale molto ventilata, nel 1982 ha attirato il GGM – Gruppo Grotte Milano, che è sceso fino a -82 m.
Dopo alcune esplorazioni da parte di diversi gruppi, nel 1994 Daniele Bassani (Conan) trova il passaggio chiave che consente le successive esplorazioni. Tra il 1994 e il 1996 alcuni gruppi arrivano ai due rami principali, Fossetta e Comprese le Ceramiche.
Tra esplorazioni e relativa stasi, nel 2021 il campo estivo di Ingrigna! vede il riarmo quasi totale delle Bambine, quale attività propedeutica alla revisione della grotta.
Si rileva che la zona dei primi pozzi del ramo della Fossetta è molto vicina, in proiezione in pianta, all’ingresso del Tigre (1868 Lo): ci saranno rapporti tar le grotte?
È molto vicino anche l’Abisso dei Marons Glacés (1809 Lo): un altro prossimo traguardo potrebbe essere la giunzione tra le due cavità, di cui parlava Graziano Ferrari già nel 1999, negli “Abissi della Grigna Settentrionale”.
Alla ripartenza delle esplorazioni, nell’autunno 2022 le Bambine raggiungono la profondità di quasi -500 m.
Una successiva nuova punta esplorativa fa superare la soglia dei -500 m: una corrente d’aria fredda scende verso il vuoto sottostante, facendo presagire un ulteriore notevole sviluppo della grotta.
Adesso, solo a fine luglio, con il campo Ingrigna! 2023 alle porte, lo scatto puberale è arrivato a quasi -600 m!
Le Bambine Crescono stanno diventando splendide ragazze.
Quanto cresceranno ancora, dopo la pubertà?
Marina Abisso
SpeleoClub Ribaldone
Foto di copertina: uscita dalle Bambine Crescono – di Giorgio Pannuzzo – da Facebook