Dal 2019 la Federazione Speleologica Lombarda sta conducendo uno studio idrogeologico del Massiccio carsico delle Grigne e delle numerose sorgenti che rappresentano risorse strategiche per l’approvvigionamento idrico del territorio.
Nel 2019 è partito lo studio idrogeologico dell’acquifero carsico delle Grigne, grazie ad una convenzione stipulata nel 2018 tra la Federazione Speleologica Lombarda, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Lario Reti Holding S.p.a. e il Parco Regionale della Grigna Settentrionale.
Questo studio ha permesso di ampliare le conoscenze sull’idrogeologia del massiccio della Grigna Settentrionale, mettendo in evidenza la vulnerabilità dell’acquifero carsico e delle sue sorgenti. Numerose sorgenti della Grigna Settentrionale sono infatti captate a scopo idropotabile e rappresentano risorse strategiche per l’approvvigionamento idrico del territorio, ma esse sono estremamente vulnerabili a possibili contaminazioni e dunque necessitano una particolare tutela.
La ricerca è stata portata a termine grazie al supporto tecnico, scientifico e logistico dei vari enti collaboratori, in particolare grazie all’impegno degli speleologi nelle varie attività di tracciamento e monitoraggio.
Il progetto ha preso avvio nel 2019 con uno studio preliminare di caratterizzazione idrogeologica delle principali sorgenti del massiccio, sulla base delle conoscenze acquisite con studi pregressi e grazie alle continue esplorazioni all’interno del sistema carsico della Grigna.Sono stati monitorati mensilmente i parametri chimico-fisici di alcune delle più significative emergenze carsiche, tra cui la Grotta di Fiumelatte e Fonte Uga e alcune sorgenti captate in Valsassina sul versante orientale del massiccio.
Il progetto di studio è nato inizialmente per ripetere la prova di tracciamento delle acque sotterranee effettuata nell’abisso W le Donne nel 1989, a distanza di 30 anni e con tecniche moderne.All’epoca venne confermata l’effettiva connessione tra il profondo Abisso W le Donne e la sorgente della Grotta di Fiumelatte. Tuttavia, rimasero irrisolti alcuni dubbi in merito alla possibile connessione con la sorgente perenne di Fonte Uga, che sgorga poco sopra il livello del Lago di Como, e con le poco conosciute sorgenti sublacustri.
Tra il 2004 e 2005 erano stati condotti altri studi sul bacino del Torrente Esino (Borghi, 2004; Guzzo, 2005).
Nel giugno 2019 sono stati effettuati due distinti test di tracciamento delle acque della Grigna Settentrionale per studiare le relazioni tra i deflussi superficiali, sotterranei e sorgivi. I test hanno visto l’immissione di Fluoresceina e Tinopal, coloranti innoqui, nelle acque sotterranee delle Grigne.
Il periodo siccitoso di inizio mese in cui è stato effettuato il primo test, seguito da abbondanti precipitazioni, non ha permesso di ottenere risultati eclatanti, anche se è stato possibile osservare un debole riscontro di fluoresceina alla sorgente di Fiumelatte. La seconda prova di tracciamento è stata invece effettuata il 29 giugno all’interno del sistema carsico. Nei giorni successivi sono stati raccolti periodicamente i captori posizionati alle varie sorgenti monitorate e sono stati analizzati i dati spettrofluorimetrici, ottenendo risultati significativi nelle prime due settimane successive.
Innanzitutto, è stata identificata una connessione tra la Grotta Bellaria e alcune sorgenti nella Valle dei Mulini, ma soprattutto è stata verificata la connessione tra W le Donne, Fonte Uga e Fiumelatte. L’arrivo del tracciante è avvenuto in tempi rapidi e in concentrazioni verificabili “ad occhio”, confermando l’effettiva correlazione tra Fonte Uga e la Grotta di Fiumelatte, che ne rappresenta di fatto il “troppopieno”.
La Grigna Settentrionale (Lecco) rappresenta una delle aree carsiche più significative del nord Italia. Tra le numerosissime cavità che il massiccio ospita, c’è il Complesso del Releccio-Alfredo Bini, secondo sistema carsico più profondo d’Italia, e la Grotta di Fiumelatte, oggetto di studi da secoli per il suo comportamento molto variabile in base alle precipitazioni, forse dovuto al fatto che l’acqua passa rapidamente dalla zona di assorbimento in alto al collettore finale.
Fonte e maggiori informazioni su: speleolombardia.wordpress.com/2020/12/07/tracciamento-acque-della-grigna/