Comunicato del Soccorso Alpino e Speleologico Friuli Venezia Giulia del 31/12/2019
Otto vittime in sette giorni sulle montagne italiane è l’alto bilancio degli scenari tragici che hanno coinvolto i frequentatori di sentieri e nevi in quota degli ultimi giorni dell’anno. Ma l’attenzione e la preparazione dei volontari del CNSAS sono costanti, per essere sempre pronti a intervenire.
Nuovi reclutamenti e verifiche
Lo dimostra il fatto che sabato 28 dicembre un gruppo di aspiranti volontari del Soccorso Alpino e Speleologico del Friuli Venezia Giulia è stato sottoposto, come previsto dal piano formativo, ad una importante verifica sul campo per testare capacità e competenze. La verifica si è svolta tra i rilievi innevati al confine tra la alta Val Pesarina e il Cadore, nel gruppo del Tudaio di Razzo. Qui gli aspiranti soccorritori, una decina di candidati tra i 25 e i 30 anni tra cui alcune donne, hanno intrapreso alcune prove nell’impiego di piccozza e ramponi su tratti ripidi, hanno preparato gli ancoraggi di soccorso su neve e ghiaccio, si sono mossi con gli sci d’alpinismo su diverse tipologie di neve e hanno compiuto diverse prove di autosoccorso per travolti da valanga con pala, sonda e l’apparecchio di ricerca ricetrasmittente ARTVA.
Questo dimostra che il Soccorso Alpino e Speleologico pone sempre la massima attenzione nel reclutamento dei giovani alpinisti da integrare nell’organico regionale, sottoponendoli a prove di verifica in ogni stagione. Un passaggio necessario e imprescindibile.
Il servizio di elisoccorso attivo a Tolmezzo
Per quanto riguarda la stagione corrente si ricorda che per eventuali incidenti in valanga è attivo, finché le condizioni di innevamento lo richiedono, in collaborazione con la Protezione Civile che mette a disposizione il proprio elicottero con base a Tolmezzo, un servizio speciale del Soccorso Alpino e Speleologico della nostra regione che prevede, nella stessa base, la presenza costante di un tecnico di Soccorso Alpino e di una unità cinofila da valanga, pronti ad essere attivati. Un servizio essenziale per garantire tempi di attivazione e soccorso estremamente rapidi, compatibili con la cosiddetta “curva di sopravvivenza” dei travolti da valanga che in media è di soli quindici minuti.
Un nuovo apparecchio ARTVA a bordo dell’elicottero
A questo va aggiunta e ricordata la recente disponibilità presso il Corpo del Soccorso Alpino e Speleologico del FVG di un nuovissimo apparecchio di ricerca dei travolti da valanga (ARTVA) appositamente sviluppato per essere utilizzato direttamente dall’elicottero, al fine, anche in questo caso, di ridurre il più possibile i tempi di individuazione dei sepolti sotto la neve.