Non sappiamo ancora quanto grande è il sistema sotterraneo che c’è sotto l’Abisso di Malga Fossetta. Abbiamo paura che a livello esplorativo sia immenso. Sembrano parole esagerate e fino a prova contraria lo sono. Ora però abbiamo in mano un indizio certo!
Ma andiamo con ordine. L’Abisso di Malga Fossetta è attualmente l’abisso più profondo del Veneto con i suoi – 974 metri, e penetra a picco nel cuore dell’Altopiano di Asiago. Là sotto gli speleo trentini di Selva stanno esplorando, ormai da anni, il gigantesco reticolo di camini e di gallerie della Grotta della Bigonda, e finora hanno ampiamente superato i 30 km di sviluppo. Questo sistema, nel suo asse principale, punta decisamente per chilometri proprio verso MF. I ragazzi di Selva spergiurano di essere arrivati proprio sotto, fino a solleticare i piedi del nostro buco e di essersi fermati in cima ad un camino/diaclasi con alcuni massi incastrati sulla sommità. E c’è l’aria, tanta aria… Del resto MF è un abisso stranissimo. L’ingresso si trova su un “plateau” a più di 1700 metri di quota e l’aria d’inverno tira in dentro e d’estate soffia! Roba da matti. Cos’è che succhia quest’aria se non un immenso sistema di gallerie, relativamente “calde”, la cui aria sfugge verso remotissimi ingressi più alti e lontani?
Proprio spinto dalla curiosità di trovare queste fantomatiche regioni, una dozzina d’anni fa Cristian Graziola del gruppo di Rovereto decise, assieme a pochissimi amici, di riprendere in mano le esplorazioni in MF, e si proiettò giù a -914 infilandosi a lavorare in un cunicoletto attivo che si perdeva in strettoie senza senso….ma tirava aria….
Purtroppo l’avventura di Cristian finì tragicamente troppo presto, scivolato una notte d’inverno sul ghiaccio di un fetido sentiero, appena uscito da un abisso sulle Apuane.
Malga Fossetta si rimise così a dormire un’altro lungo letargo…. Ma questo tarlo, questo insopprimibile desiderio di sapere “cosa c’è di là”, continuare il lavoro interrotto da Cristian, ha spinto alcuni di noi speleo nuovamente là in fondo. E così l’anno scorso siamo riusciti a metterci insieme, una quindicina di speleo veneti e trentini, per portare avanti quello che abbiamo chiamato “Progetto MF 2010-2011″. In ben otto uscite invernali, e nonostante grosse difficoltà logistiche, è stato allestito un campo base a -830 circa e si è fatto un massiccio lavoro di disostruzione nel famigerato meandrino. Sabato scorso una squadra di tre speleo, due di Schio: Simone Valmorbida e Fernando Sampò ” il FER”( reduce appena l’anno scorso da epiche discese al fondo del Voronia Krubera) ed il fortissimo Leone Tovazzi di Rovereto sono riusciti a superare il limite della precedente uscita di Febbraio. Sono comparse inaspettatamente grosse gallerie inclinate, di sicura natura freatica, tipiche di quelle che a quella quota ci sono in Bigonda! Dopo varie decine di metri percorsi, perso parecchia quota, in alcuni tratti anche molto disagevoli (indispensabile sempre la muta in neoprene per le cascate ed i luoghi allagati…) si sono fermati in un tratto di galleria ostruita da un grosso masso di frana. Per proseguire bisogna però ancora manzare, anche se poco… La quota raggiunta è stimata sicuramente sui -960. Ma sotto la strettoia si intravvede solo un grande nero, un buio insondabile anche per lo zoom della Mastrel… E l’aria, l’aria che se ne va placida e beata….
Bene. Per quest’inverno abbiamo finito. Fuori oggi sta piovendo a dirotto ed i torrenti sono in piena, Vicenza di nuovo trema…. Sicuramente lo zero termico è sopra i 2000 e la pioggia sta sciogliendo velocemente la neve dell’altopiano. Vedremo questa estate cosa fare, l’acqua nel Ramo di Cristian è un problema mortale in caso di piena. Ahi!
Ora ci godiamo nel pensiero di quello che abbiamo fatto ma soprattutto nell’immaginazione di quello che ci sarà. E “se” ci sarà, sarà un “gigante” mondiale di 1400 metri di profondità e subito ben oltre i 40 km di sviluppo. Cristian ne sarebbe proprio, ma proprio contento….
Notizia di:
Cesare Raumer e Fernando Sampò
Gruppo Grotte Schio CAI

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