Nell’ultimo numero di Oasi in edicola in questoi giorni (n.187) compare una rticolo sui gessi dell’Emilia Romagna, con particolare risalto alle grotte.
Non è una novità per gli speleologi quella di sapere delle grotte dei gessi, ma in questo caso la nostra attenzione cade sul mensle Oasi che molto spesso ospita articoli sulle grotte. Complimenti.
Natura e geologia
di Di Fabrizio Ventura
Il Parco della Vena del Gesso Romagnola
Seimilasessantatre ettari di superficie, distribuiti tra due province, Bologna e Ravenna, e sei comuni, Brisighella, Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Casola Valsenio, Fontanelice e Riolo Terme. Un ambiente variegato di grandissimo interesse naturale e geologico, che include un antichissimo complesso di grotte e gallerie, estesi boschi e imponenti rupi di gesso, popolati da una flora e una fauna di grande interesse, che rappresentano la principale caratteristica dell’area protetta. E’ la “carta d’identità †del parco della Vena del Gesso Romagnola, istituto nel febbraio 2005 e gestito da un Consorzio costituito nel 2008, a cui aderiscono i rappresentanti dei sei Comuni e delle due Province, assieme a quelli delle due Comunità Montane dell’Appennino Faentino e della Valle del Santerno.
La grotta della Tanaccia. Presso un boschetto di carpini si apre la breve galleria artificiale che permette, anche ai meno esperti, un agevole accesso a questa grotta preistorica. Accompagnati dalle guide del Gruppo Speleologico Faentino, inizia qui l’esplorazione delle gallerie scavate nel gesso dal limpido torrente sotterraneo, rimanendo incantati dalle particolarissime forme carsiche. Durante l’escursione speleologica si attraversa la suggestiva Sala delle Sabbie, il grande Salone di Crollo, la Sala del Laghetto e la spettacolare Sala Piatta.
Le grotte sono il regno dei pipistrelli, alcune specie si radunano solo per passare l’inverno, mentre altre formano grandi colonie riproduttive. In questo dedalo di caverne vive anche il geotritone italico, un anfibio endemico legato agli ambienti sotterranei, piccoli crostacei acquatici del genere Niphargus e l’ortottero Dolichopoda laetitiae.
Sotto l’aspetto paesaggistico, la Vena del Gesso Romagnola presenta una grande ricchezza di fenomeni carsici, con un esteso sistema di doline, inghiottitoi, grotte, risorgenti, forre, pavimenti calcarei e sorgenti pietrificanti con formazione di travertino… SEGUE SULLA RIVISTA