Gigi, Rick e Jonathon hanno compiuto nei giorni scorsi una delle più
strordinarie esplorazioni speleolosubacquee a livello mondiale.
E non è certo finita qui!

Complimenti vivissimi ai protagonisti.


Michele Tommasi

Gruppo Speleologico GEO CAI Bassano del Grappa




Giornale di Vicenza di Sabato 12 febbraio 2005 – Cronaca di Bassano del Grappa

Speleosub

Spedizione italo-inglese nella grotta del Covol dei Veci per rispuntare nel Covol dei Siori

di R.Pontarollo


La comunicazione dei sifoni

Luigi Casati di Lecco, e gli inglesi Rick Stanton e Jonathon Volanthen, due
tra i più forti speleosub in circolazione, si sono immersi nella grotta
sommersa del Covol dei Veci per un’avventura sensazionale, destinata a
rimanere negli annali delle esplorazioni delle Grotte di Oliero. Il
progetto, da tempo nel cassetto di questi esploratori del mondo sommerso, è
infatti quello di riemergere nel cuore del complesso ipogeo e continuare
l’esplorazione in un secondo sifone.
Dopo le recenti esplorazioni condotte da Casati nel Covol dei Siori, che lo
ha portato a intercettare il filo di Arianna steso da Rick Stanton nel Covol
dei Veci, ora gli speleosubacquei si cimentano insieme in un’altra impresa
destinata a continuare le esplorazioni avviate nel febbraio dell’anno
scorso, e molto probabilmente a svelare segreti finora mai visti da occhio
umano. I tre speleosubacquei sono rimasti in grotta per tre giorni e due
notti e tornati a rivedere la luce del sole nella giornata di ieri. Dopo
aver predisposto l’attrezzatura di soccorso necessaria per un’immersione ed
esplorazione così prolungata e complessa (gli speleosub hanno percorso, a
seconda del caso, dai 1.500 ai 1.800 metri nella grotta sommersa), il
programma prevedeva di uscire in aria dopo aver percorso il primo sifone,
dove è stata trasportata l’attrezzatura necessaria per una nuova immersione
nel successivo sifone che un anno fa Rick Stanton ha percorso per alcune
centinaia di metri.
Entrando dal Covol dei Veci, Luigi Casati ha intercettato il Covol dei Siori
e, a circa 2500 metri dal suo ingresso, è andato a scoprire nuove gallerie
del complesso ipogeo sommerso. “Procedendo dal Covol dei Veci – commenta
Casati – l’immersione diventa più comoda perché la grotta è meno profonda e
il tratto da percorrere più breve. Inoltre ho la possibilità di riemergere e
quindi di riposarmi”. L’immersione impegna dunque i sub per tre giorni e due
notti, essendo necessari tempi di decompressione e tempi di riposo per poter
effettuare successive immersioni. Finora Casati, all’interno di una cavità
sommersa, non è mai uscito in aria, ma la nuova esperienza non ha
rappresentato un problema. Al loro seguito i sub hanno trasportato tutto il
necessario per alimentarsi (integratori, zuppe, formaggi, tè) e per
riposarsi (un sacco a pelo e un materassino). E non ha rappresentato un
problema la temperatura dell’acqua e nemmeno quella interna alla grotta,
superiore a quella esterna alla grotta, aggirandosi intorno agli 8-9 gradi
centigradi. Ma con l’esterno non era possibile alcun contatto o
collegamento.

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