Davide Corengia
Dopo che ad ottobre eravamo stati a rivedere la grotta 1661 (che abbiamo poi chiamato Abisso Speleo Salmonato), ieri, 25 novembre 2007, abbiamo organizzato una nuova punta per continuarne l’esplorazione.
Eravamo fermi su un pozzo, con una partenza in strettoia da allargare. In quell’occasione solo Andrea a fatica era riuscito a passare e a vedere una successiva verticale.
Nonostante l’inverno sia alle porte e le piogge dei giorni precedenti facciano immaginare abbondanti nevicate in quota, partiamo. Questa volta siamo Fosco Ratti, Andrea Maconi ed io.
Decidiamo di portare alla grotta 280 metri di corde, un trapano, una ventina abbondante d’attacchi, mazzetta, martello e tutto il resto che normalmente si usa. L’avvicinamento fino al Bogani è semplice, poca neve solo sopra i 1700mt; dopo inizia ad essere tutto più complicato. La neve aumenta di 30cm ogni 100mt circa e con gli zaini pesanti affondiamo fino alle ginocchia. Cerchiamo di sfruttare le orme del primo che batte la neve. Andrea indossa invece le ciaspole e
ci semina. Raggiungiamo la grotta, mettiamo tutto il materiale in 4 sacchi e raggiungiamo il punto da dove dobbiamo iniziare a disostruire.
Andrea va ad allargare la strettoia sul pozzo che porta alla prosecuzione, io allargo la finestra che dà accesso a questa zona mentre Fosco, rimasto senza martello, utilizza dei sassi per allargare la partenza un po’ rognosa del secondo pozzo.
Dopo circa un’ora e mezza completiamo i lavori ed iniziamo l’esplorazione. Scendiamo un P15, alla cui base qualche sasso di frana nasconde un altro pozzo, un P10. Alla base di questo Andrea si
ferma, il pozzo sembra stringere… non voglio crederci e scendo in libera due saltiniÂ…un nuovo pozzo è davanti a noi! Ritorno, comunico la notizia e si ricomincia a scendere. L’ambiente che si apre sotto di noi aumenta di dimensioni; siamo in una grossa frattura alta circa 25 metri.
Qui la grotta inizia a diventare bagnata. Alla base ci aspetta una nuova frana, ma scopriamo subito un nuovo salto. I sassi che sono alla partenza sono grossi (anche 20-25kg) ed instabili, così impieghiamo circa mezz’ora per mettere in sicura il pozzo.
Andrea ed io mangiamo mentre Fosco, che già ne aveva approfittato durante le disostruzione, inizia ad armare il nuovo pozzo, circa un P20.
Inizia la discesa ma il trapano lo molla proprio quando servirebbe un frazionamento… decide di scendere lo stesso…qualche secondo e sentiamo le urla di gioia di Fosco… corda nel discensore e
velocemente sono alla base… una frana blocca la base del pozzo. Ma qui una finestra posta proprio a questa altezza ci mostra un enorme ambiente.
Si apre infatti a metà di un pozzo enorme, che stimiamo profondo 25- 30mt… le dimensioni sono notevoli…
fa quasi paura tutto quello spazio vuoto.
Andrea nonostante la voglia di scendere ci fa notare che la corda sfrega un po’ troppo e così rinuncia a scendere facendoci da salva corda naturale. Comunque non possiamo più continuare; sono già le 17:00, il trapano è scarico, dobbiamo disarmare ed il parcheggio è lontano.
Usciamo con i sacchi pieni e più pesanti di prima a causa delle corde bagnate. Fatichiamo un po’ nei passaggi del salmone che non siamo ancora riusciti ad allargare. A turno ci leviamo gli attrezzi,
passiamo e ci aiutiamo con i sacchi.
Per le 18:30 siamo fuori. Una serata bellissima, la luna si riflette sulla neve e le stelle si vedono benissimo… resteremmo sdraiati sulla neve ad osservare questo spettacolo… se non fosse che
l’ipotermia ci fa cambiare idea.
Ci cambiamo sotto un vento gelido… ci si ghiaccia la tuta, l’imbrago, la stringhe degli scarponi… così velocemente indossiamo tutti i vestiti che abbiamo ed iniziamo la discesa. La neve è ghiacciata e senza i ramponi fatichiamo a restare in piedi… sembriamo ubriachi, scivoliamo venti volte…
Per le 20:00 siamo al Bogani, che purtroppo è già chiuso… realizziamo che non possiamo lasciare lì le corde ed il materiale preso la mattina. Non ci resta che portare giù tutto.
Per le 21:15 stracarichi siamo alla macchine. Tornando verso Milano pensiamo già a come organizzare le prossime punte.

Questo è tutto, la grotta ora supera i 100mt di dislivello e pensiamo i 200 di sviluppo… ci sono parecchie cose da vedere ed il pozzo ciclopico aspetta di essere sceso…

Ciaooooo
Davide Corengia
Gruppo Grotte Milano – InGrigna

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