Nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Acqua, anche quest’anno la Federazione Speleologica Sarda – Commissione Cavita Artificiali , parteciperà all’evento “Il Villaggio dell’acqua” organizzato dalla Società Abbanoa a Cagliari, con una visita guidata alla galleria dei serbatoi di Viale San Vincenzo.

La Società Abbanoa, gestore unico del Servizio Idrico Integrato per la Sardegna, con il patrocinio del Comune di Cagliari, in collaborazione con Legambiente e con la partecipazione di Enti, Istituzioni e Associazioni, quest’anno celebra la Giornata mondiale dell’acqua con “il Villaggio dell’acqua”, dal 22 al 24 Marzo 2019.

Durante la manifestazione, gli speleologi racconteranno la storia dell’acqua che veniva raccolta in città già in epoca antica all’interno di grandi serbatoi sotterranei, e soprattutto mostreranno al pubblico delle bellissime immagini che testimoniano la presenza di grandi quantità di acqua nella maggior parte delle grotte naturali della Sardegna.

Nella sola giornata di Domenica 24 Marzo dalle ore 10 alle ore 13, sarà inoltre possibile visitare la galleria dei serbatoi di Viale San Vincenzo; Le visite saranno a cura di Abbanoa, in collaborazione con la Federazione Speleologica Sarda e la Commissione Cavità Artificiali.
Luogo di ritrovo per i partecipanti: Via San Saturnino ingresso Impianti Abbanoa.

La Giornata Mondiale dell’Acqua è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.
Il 22 marzo di ogni anno gli Stati aderenti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sono invitati a promuovere attività concrete nei loro rispettivi Paesi a favore dell’acqua. Dal 2005 anche una serie di Organizzazioni Non Governative hanno aderito a questa giornata per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua nella nostra era, con un occhio di riguardo al diritto all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici.

A Cagliari le visite guidate degli speleologi si svolgeranno nella Galleria dei serbatoi di Viale San Vincenzo, che rappresenta un elemento importante per la storia dell’approvigionamento idrico della città.

La storia della galleria dei serbatoi di Viale San Vincenzo
Per risolvere definitivamente il cronico problema della carenza d’acqua, spiega Antonello Fruttu in una dettagliata ricostruzione storica, il Comune di Cagliari nel 1857 aveva bandito una gara per un progetto d’acquedotto. Da subito un progetto si era particolarmente distinto: quello presentato dall’ingegner Giordano, che prevedeva di raccogliere con una diga le acque torrentizie del Rio Corongiu, in territorio di Sinnai, e convogliarle a Cagliari in alcuni grandi serbatoi da costruirsi sotto il colle di Buoncammino.

Il progetto venne approvato il 27 febbraio 1861 e l’anno dopo il progetto passò anche in Parlamento, nonostante qualche resistenza al Senato.

Nel 1862 fu data la concessione della costruzione e dell’esercizio al costruttore Marsaglia, e per esso alla Società The Cagliari Gas and Water Company limited, che costruì la diga sul rio Corongiu. I lavori si conclusero cinque anni dopo, ed il 3 marzo 1867, con uno zampillo potentissimo in piazza Yenne, si inaugurò il nuovo acquedotto.

Nel primo impianto dell’acquedotto i serbatoi urbani erano in numero di tre, due scavati nella roccia di calcare benché a quote diverse, ed un terzo in cemento armato, in superficie. L’impianto è ancora in uso, anche se i serbatoi sono aumentati di numero a fronte delle nuove esigenze idriche della città: quelli sotterranei sono passati da due a sedici, sempre su due quote diverse, e quello esterno si è ampliato.

Ai serbatoi sotterranei si accedeva e si accede tuttora attraverso una lunga galleria a sviluppo orizzontale, che fu scavata a scalpellina dai condannati ai lavori forzati, e che taglia trasversalmente tutto il colle di Buoncammino. La galleria ha l’imbocco in un cortile sottostante viale San Vincenzo e l’uscita in uno spiazzo attiguo al Palazzo delle Scienze in via Porcell. È una galleria lunga ben 377 metri, alta 2 e larga m. 1,80, rettilinea, salvo nel tratto centrale dove presenta una deviazione curvilinea.
Nel volumetto di un certo Casagrandi, del 1912, sull’acquedotto cagliaritano tale deviazione sarebbe stata motivata dal fatto che nello scavo si era incontrato un pozzo nero che riceveva gli scoli della sovrastante caserma Carlo Alberto, ma una interessante carta topografica conservata all’archivio del Comune di Cagliari e datata 8 maggio 1875 spiega diversamente il motivo di quella strana deviazione a metà percorso: La carta ha come titolo “Tipo planimetrico del Bastione Sant’ Emanuele annesso alla caserma Carlo Alberto coll’indicazione del tracciato proposto al futuro muro divisorio tra i terreni del demanio e quelli della società dell’acquedotto, onde poter precludere al di là dello stesso muro tutte le opere di questa, sia sopra che sotto terra“. Quella precisazione “sotto terra” era il segno evidente che i militari non gradivano affatto, per motivi di sicurezza, che il tracciato della galleria passasse sotto la loro caserma, anche se a notevole profondità nel cuore della collina. Così nel tracciato della galleria, il cui tratto terminale è in asse con quello iniziale, venne inserita quell’ampia curva, prima a sinistra e poi a destra, per non compromettere la sicurezza militare della caserma.

Scarica la locandina degli eventi in programma:
https://www.scintilena.com/wp-content/uploads/2019/03/Locandina-11.pdf

Fonte: www.federazionespeleologicasarda.it

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