Le conseguenze del 2022, l’anno più caldo mai registrato, sui corpi glaciali di Canin e Popera, raccontate da uno studio condotto dalla Società Meteorologica Alpino-Adriatica.

L’estate del 2022 si è classificata come la terza più calda mai registrata nelle Alpi orientali, dopo il 2003 e il 2019.

Ma quali sono state le conseguenze di questo record di calore sui ghiacciai delle Alpi? Lo studio condotto dalla Società Meteorologica Alpino-Adriatica ha analizzato la risposta dei corpi glaciali di Canin e Popera, in seguito all’anno più caldo mai registrato dal 1851 ad oggi.

I risultati dello studio sono preoccupanti: il bilancio di massa dei ghiacciai di Prevala, Canin e Popera è stato negativo, rispettivamente di -3,73 m w.e., -4,47 m w.e. e -2,22 m w.e.

La presenza di detriti sul ghiacciaio di Popera ha parzialmente limitato la fusione estiva, portando a un bilancio di massa meno negativo rispetto agli altri due ghiacciai monitorati.

L’elevata quantità di acqua di fusione ha causato importanti cambiamenti nella morfologia dei ghiacciai, con la formazione di mulini, bedieres e profonde canalizzazioni di scioglimento.

La situazione dei ghiacciai delle Alpi rappresenta una minaccia per gli ecosistemi montani, influendo sulla disponibilità di acqua dolce e sulla stabilità dei pendii.

Lo studio della Società Meteorologica Alpino-Adriatica sottolinea l’urgenza di interventi per limitare i danni e proteggere questi importanti ecosistemi.

Il ricercatore Renato R. Colucci della Società Meteorologica Alpino-Adriatica e Andrea Securo dell’Istituto di Scienze Polari – CNR hanno evidenziato come la stagione invernale precedente abbia registrato un ridotto accumulo di neve e precipitazioni al di sotto della media, fattori che hanno ulteriormente aggravato la situazione dei ghiacciai.

Gli autori dello studio ringraziano Gianluca Pistrin, attento osservatore volontario degli eventi nevosi in particolare dell’area montana del Friuli Venezia Giulia e tutti i partecipanti al monitoraggio dei corpi glaciali del Canin in Alpi Giulie e del Popera in Dolomiti di Sesto.

Le attività di monitoraggio in Canin sono state finanziate dal progetto CryoKarst e dalla Società Meteorologica del Friuli Venezia Giulia con Alpi Giulie Meteo-Lab, mentre quelle al ghiacciaio Alto di Popera sono state finanziate dalla Società Meteorologica Alpino-Adriatica.

La ricerca della Società Meteorologica Alpino-Adriatica evidenzia l’importanza di continuare a monitorare l’evoluzione dei ghiacciai delle Alpi orientali per comprendere la loro risposta ai cambiamenti climatici in atto e adottare misure adeguate per la loro conservazione.

Cosa possiamo fare per limitare la riduzione dei ghiacciai?

Esistono diverse misure che possono essere adottate per salvare i ghiacciai delle Alpi. Tra queste:

  1. Ridurre le emissioni di gas serra: l’attività umana è la principale causa dei cambiamenti climatici che stanno influenzando la fusione dei ghiacciai. Ridurre le emissioni di gas serra, in particolare di CO2, è quindi essenziale per limitare il surriscaldamento globale.
  2. Promuovere l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile: l’adozione di fonti di energia rinnovabile come l’energia solare e l’eolica può ridurre le emissioni di gas serra e contribuire a limitare il surriscaldamento globale.
  3. Proteggere le aree glaciali: la protezione di aree glaciali attraverso la creazione di parchi nazionali o riserve naturali può contribuire a preservare gli ecosistemi montani e la biodiversità associata.
  4. Limitare l’impatto antropico: l’impatto antropico sulle aree montane può essere limitato attraverso la promozione del turismo sostenibile, la riduzione dell’urbanizzazione e la limitazione delle attività estrattive.
  5. Adottare tecniche di ingegneria glaciale: alcune tecniche di ingegneria glaciale, come la costruzione di barriere di neve o la copertura dei ghiacciai con materiali isolanti, possono ridurre la fusione estiva dei ghiacciai.
  6. Promuovere la ricerca scientifica: la ricerca scientifica può fornire importanti informazioni per comprendere l’evoluzione dei ghiacciai e adottare misure adeguate per la loro conservazione.

In generale, per salvare i ghiacciai delle Alpi è necessario adottare un approccio integrato che includa misure di mitigazione dei cambiamenti climatici, protezione delle aree glaciali e promozione di pratiche sostenibili a livello economico e sociale.

Le conoscenze attuali

L’evoluzione dei ghiacciai delle Alpi è stata oggetto di numerosi studi scientifici negli ultimi decenni.

Questi studi hanno evidenziato una netta tendenza al ridimensionamento dei corpi glaciali, dovuta principalmente al riscaldamento globale e all’effetto delle attività umane.

Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM), dal 1960 ad oggi, la massa dei ghiacciai alpini si è ridotta di circa il 50%.

Tale riduzione ha avuto un forte impatto sull’equilibrio idrologico della regione, poiché i ghiacciai delle Alpi sono una fonte importante di acqua dolce per molte comunità locali.

Tra i fenomeni più evidenti legati all’evoluzione dei ghiacciai delle Alpi vi è l’accelerazione del ritmo di fusione, in particolare durante la stagione estiva, a causa dell’aumento delle temperature medie.

Ciò ha portato a una diminuzione del volume di ghiaccio presente nei corpi glaciali e a un aumento del livello del mare, con conseguenze anche sulla sicurezza e la stabilità dei territori limitrofi.

Inoltre, la riduzione dei ghiacciai ha avuto un impatto significativo sulla biodiversità e sulla vegetazione delle aree montane, con conseguenze anche sulle attività economiche e turistiche che ne dipendono.

Nonostante gli sforzi per limitare l’impatto dei cambiamenti climatici, gli studi scientifici dimostrano che la tendenza alla riduzione dei ghiacciai delle Alpi è destinata a continuare, con conseguenze sempre più significative per l’ecosistema montano e la società.

Le politiche internazionali in atto per limitare lo scioglimento dei ghiacciai

Esistono diverse politiche internazionali in atto per limitare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra. Tra queste:

  1. Accordo di Parigi: l’Accordo di Parigi è un accordo internazionale sul clima, adottato nel 2015, che stabilisce l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale a meno di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’obiettivo di limitarlo a 1,5°C. L’Accordo prevede che ogni paese elabori, comunichi e realizzi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.
  2. Protocollo di Kyoto: il Protocollo di Kyoto è un accordo internazionale sul clima, adottato nel 1997, che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra dei paesi industrializzati del 5,2% rispetto ai livelli del 1990. Il Protocollo è stato sostituito dall’Accordo di Parigi.
  3. Tassazione delle emissioni di carbonio: alcune nazioni hanno introdotto sistemi di tassazione delle emissioni di carbonio, addebitando ai produttori di energia e ai consumatori finali un prezzo per le emissioni di gas serra.
  4. Incentivi alle energie rinnovabili: molti paesi hanno introdotto incentivi (ad esempio sussidi o agevolazioni fiscali) per promuovere l’uso di fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare o eolica, al fine di ridurre l’uso di fonti di energia fossile.
  5. Programmi di efficienza energetica: molti paesi hanno adottato programmi di efficienza energetica per ridurre le emissioni di gas serra, ad esempio incentivando l’uso di elettrodomestici a basso consumo energetico o promuovendo la costruzione di edifici a basso consumo energetico.

Queste politiche internazionali si basano sull’idea che la riduzione delle emissioni di gas serra è una responsabilità condivisa da tutti i paesi e richiede un impegno globale per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici.

Alcuni paesi hanno introdotto sistemi di tassazione sulle emissioni di carbonio, addebitando ai produttori di energia e ai consumatori finali un prezzo per le emissioni di gas serra. Tra questi paesi si possono citare:

  1. Svezia: la Svezia è stata il primo paese al mondo a introdurre una tassa sulle emissioni di carbonio nel 1991.
  2. Norvegia: la Norvegia ha introdotto una tassa sulle emissioni di carbonio nel 1992, che è stata successivamente integrata in un sistema di scambio di quote di emissione.
  3. Finlandia: la Finlandia ha introdotto una tassa sulle emissioni di carbonio nel 1990, che è stata successivamente integrata in un sistema di scambio di quote di emissione.
  4. Svizzera: la Svizzera ha introdotto una tassa sulle emissioni di carbonio nel 2008.
  5. Francia: la Francia ha introdotto una tassa sulle emissioni di carbonio nel 2014, ma l’ha successivamente sospesa nel 2019 a causa delle proteste dei “gilet gialli”.
  6. Canada: il Canada ha introdotto una tassa sulle emissioni di carbonio nel 2019, che si applica in alcune province.
  7. Nuova Zelanda: la Nuova Zelanda ha introdotto una tassa sulle emissioni di carbonio nel 2019.

Altri paesi, come il Regno Unito, l’Italia, la Germania e gli Stati Uniti, hanno introdotto sistemi di scambio di quote di emissione, che prevedono l’assegnazione di un numero limitato di quote di emissione a ciascuna azienda e la possibilità di acquistare o vendere quote sul mercato.

Posso fare qualcosa nella vita quotidiana per ridurre lo scioglimento dei ghiacciai?

Ci sono molte azioni che puoi intraprendere nella vita quotidiana per contribuire a ridurre lo scioglimento dei ghiacciai. Ecco alcuni suggerimenti:

  1. Riduci il consumo di energia: La riduzione del consumo di energia può aiutare a ridurre le emissioni di gas serra che provocano il riscaldamento globale. Puoi adottare abitudini come spegnere le luci quando esci da una stanza, utilizzare elettrodomestici a basso consumo energetico, ridurre l’utilizzo dell’auto e utilizzare mezzi di trasporto pubblici, biciclette o camminare.
  2. Scegli fonti di energia rinnovabile: Se possibile, puoi scegliere di utilizzare fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare o eolica, per ridurre la tua impronta di carbonio.
  3. Riduci il consumo di acqua: Ridurre il consumo di acqua può aiutare a preservare le risorse idriche e quindi ridurre il rischio di scarsità idrica nelle aree di montagna. Puoi adottare abitudini come chiudere il rubinetto mentre ti lavi i denti o ridurre la durata delle docce.
  4. Riduci l’utilizzo di plastica: La plastica può richiedere una grande quantità di energia per essere prodotta e smaltita, il che può contribuire alle emissioni di gas serra. Puoi ridurre il tuo utilizzo di plastica evitando di utilizzare prodotti monouso, portando con te una borraccia riutilizzabile e una borsa riutilizzabile per la spesa.
  5. Sostieni politiche e iniziative che promuovono la conservazione dei ghiacciai: Puoi sostenere politiche e iniziative che promuovono la conservazione dei ghiacciai, come ad esempio sostenere organizzazioni ambientaliste o partecipare a iniziative di volontariato.

In generale, anche piccoli cambiamenti nelle tue abitudini quotidiane possono contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e preservare le risorse naturali, tra cui i ghiacciai delle Alpi.