Fonteno – Il 4 Marzo gli speleologi hanno raggiunto una zona molto profonda della Grotta Bueno Fonteno, in Lombardia, passando dall’ingresso della Grotta Nueva Vida. Nei giorni seguenti è stata aggiornata la topografia delle cavità che conferma il punto del nuovo collegamento.
Le due grotte erano già collegate da anni, in un altro punto della montagna.
Il nuovo passaggio scoperto un mese fa, chiamato ‘Bollicine’, permetterà di raggiungere molto più agevolmente e velocemente le zone remote della Grotta Bueno Fonteno.
Secondo gli speleologi, la zona della grotta raggiunta grazie al bypass, ‘Ariasanta’, potrebbe riservare importanti novità e prosecuzioni verso gallerie ancora inesplorate del Sebino, finora rimaste lontanissime e quindi poco frequentate.
Il settore di grotta che “Bollicine” va a intercettare, ha un importante potenziale esplorativo, potenziale che è sempre rimasto inesploso per via della lunga percorrenza necessaria per raggiungerlo dall’ingresso di Bueno Fonteno: circa 5/6 ore di progressione, in certi tratti anche piuttosto rognosa, in ambienti freddi e bagnati. Ora, grazie a questa nuova scoperta, l’ordine di grandezza per arrivare in Ariasanta è di un paio d’ore.
Di seguito, la relazione su Facebook dalla viva voce di Maurizio Greppi, uno degli esploratori del Sebino:
ULTIMATA LA TOPOGRAFIA DEL RAMO “BOLLICINE” E LA VERIFICA DEL TRATTO DELLA GIUNZIONE NUEVA VIDA 10-03-2023
Sabato 4 Marzo Ottavia (Piana) e Gianluca (Perucchini) hanno, in modo del tutto inatteso e “prematuro”, giuntato gli abissi Nueva Vida e Bueno Fonteno tramite il nuovo rametto “Bollicine”.
L’urlo gli è rimasto strozzato in gola però.
Perché, forse per la prima volta da quando esplorano nel complessone, si ritrovano finalmente con progressione in discesa e, considerato che il ramo in questione è anche lievemente attivo, è lecito viaggiare con la fantasia e sperare di arrivare in nuovi interi sotto-settori dell’intricato labirinto sotterraneo, se non addirittura sperare in un nuovo fondo. Inoltre a rilievo i rami più prossimi, osservando sezione e pianta, distano alcune decine di metri…quindi anche considerando i margini di errore da prevedere sempre con topografie così estese e complesse, questo evento non era atteso, né previsto…non così almeno e non subito.
Per completare il quadro, i 2 esploratori non hanno la minima idea di dove siano finiti.
Troppa la curiosità nei giorni successivi, nei quali impazza il dibattito: in quale ramo avranno giuntato ???
Una delle ipotesi più credibili è che abbiano giuntato con il ramo “Ariasanta” ma…a rilievo i conti non tornano. Di diverse decine di metri, sia in pianta che in sezione.
Il problema è che né Ottavia né Gianluca sono mai stati ad Ariasanta e nemmeno nei rami che vi sono prossimi.
Stiamo parlando di esplorazioni di circa 12 anni fa (2011), in rami a monte che per essere raggiunti richiedono diverse ore di progressione (almeno 5), nemmeno sempre agevole.
Il ramo “Bollicine” è un rametto secondario del lungo (1 km) meandro storico della giunzione tra i 2 abissi (Agosto 2013), denominato “Contr’Aria”. L’acqua della prima parte del ramo, non tantissima ma nemmeno insignificante, si perde in un punto che fino a quel momento era sempre sfuggito…
Scoperto, parzialmente addomesticato e rilevato nel mese di Febbraio, dopo un percorso breve (circa 80 metri per 35 di dislivello) fatto di salti, saltini e passaggi scomodi, conduce ad un piccolo e angusto sifone, sicuramente non troppo allettante in quanto a prospettive.
Il 90% degli speleo probabilmente si sarebbe arreso o avrebbe rimandato ulteriori indagini, invece va riconosciuto il grande merito agli scopritori di averci creduto, visto che si accaniscono e tornano pochi giorni dopo ad allargare.
Il risultato delle operazioni di disostruzione va oltre le aspettative perché si riesce a liberare un micro passaggio aereo ed il flusso d’aria che si attiva è notevole! Con la GoPro montata su un’asta si riesce anche ad intravedere qualcosina oltre…insomma il tutto diventa tremendamente stimolante!
Ciliegina sulla torta, la volta successiva il sifone è completamente asciutto e si riesce a passare al di là ma, come spiegato, dopo una breve percorrenza l’esplorazione si arresta su di un pozzetto già armato…e siamo ad oggi.
Lo scopo odierno è proprio quello di scendere questo pozzetto e cercare di capire dove siamo finiti, rilevando dal sifoncino al punto di giunzione. Non a caso tra i presenti, oltre al sottoscritto, anche il buon Claudio (Forcella) visto che all’epoca eravamo stati tra i pochi ad esplorare “Ariasanta” e rami limitrofi.
Per quanto mi riguarda sono fuori allenamento (afflitto da mesi da fastidi alla schiena…) ma la voglia certo non manca, mi viene detto che l’uscita è leggera e rapida e che salvo in un paio di punti la progressione è tutto sommato non faticosa.
Ci credo e anche se con qualche perplessità mi unisco.
Constato che ormai Nueva Vida, sia nei tratti iniziali che anche lungo il ramo della giunzione è decisamente più abbordabile, l’esercitazione del soccorso ed uscite dedicate agli allargamenti hanno dato decisamente i loro frutti.
In effetti nei tempi previsti (meno di un’ora e mezzo) siamo al sifone di Bollicine, piccola sosta per spuntino e organizzazione e si procede. Io e Claudio decidiamo di liberarci di parte dell’attrezzatura personale prima di proseguire per limitare le probabili imprecazioni.
Aria pochissima, probabilmente ormai il sistema è quasi in equilibrio per via dell’allineamento stagionale tra le temperature interne e quelle esterne.
Davide va in avanscoperta, Claudio e Gianluca si dedicano al rilievo, io decido di chiudere munito di GoPro.
Quando Claudio e Gianluca mi comunicano di essere fuori dal budello mi muovo anche io, purtroppo ho l’infausta idea di tentare una ripresa azzeccata con in mano la mitica GoPro, fatto sta che quando sono quasi fuori mi contorco ma capisco che è necessario tornare indietro e girarsi sul fianco opposto, con l’aiuto di Gianluca al quale chiedo di prendersi cura della GoPro ormai per me irrecuperabile appoggiata nella ghiaia…
Nell’insieme un toccasana per le mie vertebre!!!
Raggiunti gli altri proseguiamo, rilevando il tutto, fino al fatidico pozzetto che conduce in una bella saletta con laghetto alla base del salto. A me e a Claudio, almeno visto dall’alto, questo ambiente non ricorda proprio nulla. Bisogna scendere e capire. Io sono indeciso se proseguire, forse ho già chiesto troppo alla mia schiena, ma conveniamo che è meglio rimanere tutti assieme e scendo.
Tanto dovrebbe essere una cosa veloce…..
Passandoci gli attrezzi scendiamo tutti.
Alla fine vagheremo per circa 3 ore in un settore del complesso davvero labirintico, dove è davvero facile perdersi (con tanto di quadrivio) e caratterizzato da ambienti anche molto ampi e suggestivi (compresi dei freatici assai concrezionati che in teoria dovrebbero rimanere ben impressi nella mente…) ma niente, io e Claudio ci sentiamo spiazzati, ci ricordiamo molto diversamente Ariasanta, non capiamo dove siamo!!!
La cosa incredibile è che i nostri ricordi coincidono e anche questa cosa ci spinge a credere che forse siamo finiti altrove.
Siamo costretti a ripercorrere a ritroso un lungo tratto di quella che sembra essere la principale via rifacendo almeno la poligonale nella speranza che, una volta a casa, sia possibile sovrapporla ad altre parti di rilievo così da essere finalmente certi di dove siamo finiti.
Ci arrestiamo in una grande galleria (un vero “bestione”, largo sui 5 metri e alto almeno 30) che Claudio ipotizza possa essere il “Meandro Francesco” (lo aveva percorso in passato una sola volta).
Siamo molto in ritardo sul rullino di marcia, ormai dobbiamo rientrare.
Siamo fuori alle 2:45 di notte, avevamo previsto massimo per l’una…come al solito la grotta fa saltare tutti i programmi. Io sono un po’ provato ma per fortuna almeno non fa freddo.
Le elaborazioni grafiche dei giorni successivi, a cura di Ottavia e Claudio, confermeranno che il punto di giunzione è proprio in Ariasanta. In una partecipata riunione di poche sere dopo, si avrà cura di approfondire da un lato l’aspetto legato all’errore di rilievo (diverse decine di metri in sezione e pianta, sono un errore tutto sommato considerato accettabile nel contesto di un così esteso e ramificato complesso carsico), dall’altro la portata della scoperta che non va né “gonfiata” oltremisura ma nemmeno banalizzata.
Tanto per cominciare il valore ha un che di “storico” e statistico: seconda giunzione, seconda via scoperta che collega le due grotte (che poi alla fine è un’unica supergrotta…).
Certamente sarebbe stato meglio trovare una via verso un nuovo fondo!
Inoltre va detto che il sifoncino andrà senz’altro addomesticato seriamente, oltre che per pura comodità in progressione anche per non rischiare (in caso di improvvise piogge) di restare dall’altra parte…
Ma il settore di grotta che “Bollicine” va a intercettare ha un importante potenziale esplorativo, potenziale che è sempre rimasto inesploso per via della lunga percorrenza necessaria per raggiungerlo dall’ingresso di Bueno Fonteno: circa 5/6 ore di progressione, in certi tratti anche piuttosto rognosa, in ambienti attivi e ventosi (quindi freddi). Ora, grazie a questa nuova scoperta, l’ordine di grandezza è di un paio d’ore, quindi una tempistica più che dimezzata!!!
Il Meandro Francesco va assolutamente rivisto con calma e per bene da cima a fondo; il salone Gran Rondò è fermo su 2 camini attivi di buone dimensioni; la stessa Ariasanta può regalare ancora; ecc. ecc.
Tornano quindi estremamente attuali dei fronti esplorativi ormai un po’ “desueti” e che sicuramente sarebbero stati rimandati, vista la tanta carne al fuoco che già bolliva in pentola.
Ma certi speleo sono davvero voraci e non gli basta mai…
Speriamo di continuare a vederne delle belle !!!
Maurizio