Una falsa porta in una necropoli etrusca a Blera – Foto di Tiziana Serpetti

LE “FALSE PORTE”

tratto da Speleologia n•33 anno 1995, pag. 71 – Abitati ipogei antichi nel Lazio di G. & E. Cappa, A. Felici, T. Dobosz, F. Vittori


Sulla facciata delle tombe rupestri, che è scolpita nella viva roccia o costruita addossata alla stessa, non è raro trovare le tracce di porte decorate mafalse: dietro al loro disegno non v’è alcun accesso (le camere tombali di soli­to si trovano all’interno, all’altezza dell’ingresso che in genere è più in basso e spesso interrato ab antiquo), esse simbolicamente conducono semplicemente nell’al di là e sono comunemente chiamate finte porte.

Sono tipiche, nel Lazio, delle tombe rupestri etnische del tipo a dado, nelle necropoli di Blera, S. Giuliano, S. Giovenale, Ca­ stel d’Asso, ecc.
Con le loro immagini nella mente, abbiamo notato, all’interno delle abitazioni ipogee di Cornano e Chia, for­me che avrebbero potuto sembrare semplici prosecuzioni di scavo abortite: la piccola figura qui a lato eesempli­fica le caratteristiche, in vista frontale e in pianta.

Premesso che si trovano all’interno di cavità a pianta roton­deggiante (e non rigorosamente squadrata come negli ipogei etruschi e romani), in un punto qualunque di una parete interna, esse sono caratterizzate dalla traccia di una prosecuzione, di quello cioè che avrebbe potuto essere l’inizio di un vano di passaggio ad un ‘altra concamerazione, alto come una persona e largo 1-1,5m; visto frontalmente non è squadrato ma tendenzialmente arrotondato.

Ma questo passaggio termina bruscamente dopo soli 20-40cm con una parete perfettamente liscia, piana, verticale; osservandola da vicino si vede che si tratta della faccia posteriore di una frattura tettonica, una delle tante che tagliano in vari punti le cavità e derivano dal rilascio delle tensioni interne dovuto alla presenza della vicina falesia.

Ora, visto che coloro che hanno sca­vato queste abitazioni non si sono fermati di fronte a tante altre fratture, perchè in quei punti invece hanno lasciato la parete interna intatta?L’impressione che si tratti di porte murate è tale che, in un caso, abbiamo osservato in centro una incisione dovuta a colpi di piccone molto rozzi: almeno un cercatore di tesori del passato c’è cascato!
Questo è il motivo per cui abbiamo chiamato queste forme “false porte”.

Naturalmente i cinque o sei esempi tro­vati sono troppo pochi per costruirci una teoria scientifica che, peraltro, non potrebbe essere suffragata da alcu­na documentazione storica: resta un affascinante interrogativo.