Notizie esplorative dalla Sezione Speleologica di Città di Castello, di Marco Bani

Una militanza speleologica oramai lunga mi attribuisce il titolo di storico del gruppo cui appartengo e allora dalle relazioni del
passato scopro che, esattamente 11 anni or sono, mentre con altri tento un poco probabile passaggio in una grotta già nota, Giacomo scende le sottostanti pareti vertiginose del Monte Catria e scopre una grotta accessibile con un pozzo da 15 metri, chiusa in fondo.
(Il Catria è un rilievo calcareo alto 1701 m, immediatamente a nord di M Cucco)
Per 11 anni questa grotta è rimasta solo un rigo scritto in una dimenticata relazione di attività.
Ma Giacomo, che ci ha sempre stupito con la sua memoria da elefante, un bel giorno decide che è ora di rivisitare la grottina in parete e ci coinvolge nella calata a lui solo nota.
Le grotte risultano addirittura due e sono guidate da un’unica faglia verticale. La cosa ci intriga. Nel fondo del pozzo d’ingresso il materiale di riempimento vorrebbe chiuderci la strada. Ma stavolta la dea bendata sorride a noi, reduci da mille tenzoni con l’Alpe, e mi basta spostare qualche sasso per sentire l’alito della montagna e scorgere la nera fessura verticale.
Metodi convincenti che conosciamo, e che conoscete, e le due grotte divengono una sola, e il nero pertugio diviene un pozzo scendibile. La grotta gioca con noi facendoci superare per ogni fine settimana rispettivamente un 10, un 8, un 13, ancora 8 , poi 7 e 10. Piccoli risultati che però sembrano fatti apposta per riunire positivamente il gruppo attorno a un progetto comune.
Silvia è l’apripista, Luca la segue appena può, con Leandro, Luigi ed Elena. Io e Giacomo dobbiamo invece applicare ancora modi non troppo urbani contro quei meandrini angusti. Ogni volta Silvia comunica che prosegue e che tende ad ampliarsi, ma occorre ancora lavorare.
Infine ci ritroviamo tutti in fondo ai pozzetti, con l’aggiunta di Ivano, Lello e Filippo.
Luca, Silvia e Giacomo, quello di Fano, trovano il passaggio giusto che stavolta è in alto e la grotta si apre. Un 30 stupendo, che per mancanza immediata di corda ci ha lungamente impegnati nella lettura del pietrometro, seguito da gallerie fossili moderatamente inclinate e camminabili, belle e concrezionate, poi ancora una strettoia che solo la stanchezza ci fa apparire ostica. Sandro, Carlo, Sbì, Filippo e Valeriana, che ci danno il cambio, passano e si trovano a scendere un altro 30 e camminano in altre ampie gallerie, poi frana e nuova fessura. Che però resiste anche al tentativo successivo di Silvia, Luigi ed Elena, accompagnati da Pino (Astigo), che avendo col Catria dei conti in sospeso non potevamo non invitare, assieme alla fedelissima Paola, (la Muta).
A conti fatti lo sviluppo è ancora modesto e la profondità sfiora appena i 250 metri, ma per una montagna che aveva sempre resistito agli speleo è davvero un risultato straordinario e incoraggiante. Gli arrivi dall’alto già individuati, la generale complessità della carsificazione, autorizzano a pensare che la grotta si svilupperà ancora.
Adesso siamo dentro. La poligonale immerge verso il cuore del monte e sotto i piedi abbiamo alcune centinaia di metri di Calcare Massiccio, a lato ne abbiamo per chilometri, e le fratture che possono aver guidato la speleogenesi sono numerose ed evidenti.
A presto per aggiornamenti.



La grotta ha visto, in ordine di apparizione:

Giacomo Moni (SS Città di Castello)

Marco Bani (SSCC)

Luca Girelli (SSCC)

Silvia Renghi (SSCC)

Leandro Pesci (SSCC)

Antonello Massimi Alunni (SSCC)

Ivano Bernardini (SSCC)

Elena Taffini (SSCC)

Luigi Russo (SSCC e GS Matese)

Filippo Felici (SSCC e GS Urbino)

Stefania Bruschi (SSCC)

Stefano Cumbo (SSCC)

Giacomo Berliocchi (GSU)

Davide Stefani (SSCC e GSU)

Valeriana Mancinelli(GSU)

Sandro Mariani (GS Fabriano)

Carlo Olivanti (GSF)

Simone Cerioni (Sbì, da Genga) (GSF)

Pino Antonini (GS Marchigiano)

Paola Santinelli(GSM)

Un pensiero su “Esplorazioni: Nuova Grotta sul Monte Catria, Appennino Umbro Marchigiano”
  1. olà Marco, ti sei dimenticata di me, Alberta Felici dello SCR di Roma?!
    Hai dimenticato che Città di Castello, Jesi, Venatura è stata per un pò la nostra piccola tenuta di caccia? Le Tassare innanzi tutto. Ti ricordi quando con Giulio andammo a vedere le impronte di dinosauro salendo da Fonte Avellana? Ecco, quel giorno scendendo alcuni scarupi notammo fratture soffianti. È da quelle parti che vi siete infognati? Complimenti! Cordialmente vi invidio; Giulio non più, però è facile che stia a curiosare compiaciuto.Salutami il Catria e digli che si comporti dalla bella montagna che è. Ciao!

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