di Giorgio Pannuzzo

Negli ultimi mesi ci sono state diverse novità per quanto riguarda le grotte dell’Arera.

La Laca di Müradei ha visto l’avvio di nuove esplorazioni, sia nel ramo che porta agli Increduli (risalite e traversi) sia nel ramo Est (-260 circa), che si avvicina gradualmente alla giunzione con la Crevazza Fruttari.
Anche qui si cerca verso l’alto e si controllano finestre, con alterne fortune.
E’ stato recentemente rivisto il ramo Tora Bora (-40 circa), in cui gli scavi erano fermi da tempo.
La prosecuzione ha permesso di raggiungere un grosso attivo (il maggiore della grotta) e di risalirlo fino a superare la quota d’ingresso (+3,5 m).
Da qui il meandro prosegue strettissimo, quindi difficilmente si potrà risalire ancora. La superficie si trova invece a circa 10 metri, ma anche qui non si prospetta nessuno sviluppo sensato.
Al momento la Laca di Müradei ha superato i 1500 metri di sviluppo, da sommare agli oltre 2000 di pertinenza dell’Abisso dei 2 Increduli..

Nello scorso week-end, invece, è stato finalmente possibile organizzare una punta al fondo della Lacca della Seggiovia, dopo oltre un anno di attesa dalla precedente, con tre partecipanti (M. Aresi, M. Sassi e lo scrivente).
Per fortuna il flusso d’acqua era scarso, così abbiamo evitato di bagnarci eccessivamente.
Invece, per quanto riguarda il tappo di ghiaccio di -10, era stata fatta un’uscita apposta qualche settimana fa, per sistemare i sacchetti gonfi nella strettoia critica.
Il trucco ha funzionato, e questo è il primo vero collaudo operativo del sistema.
La massa di ghiaccio, come sperato, ha limitato la sua espansione, creando una crosta attorno ai sacchetti, che è stato possibile rimuovere rapidamente e con facilità.

Nel giro di un paio d’ore siamo arrivati in zona esplorativa, davanti ad una strettoia ventosa a -330.
Qualche ora di scavo, disturbato dalla forte corrente d’aria, ha permesso di affacciarsi su un pozzo che, in precedenza, era stato solo sondato.
Dopo 20 metri di discesa è stato raggiunta la base di un salone con diverse possibilità di prosecuzione.
La via più evidente, tramite un saltino di 6-7 metri, ci ha portato in un meandrino seguito da un bel P20 (Pozzo Nero), che sembrava prospettare grandi cose, ma chiude inesorabilmente alla base.
Scavalcando la testata del P. Nero, il meandrino (chiamato “OLP” – Odio La Palta) prosegue, intervallato da un altro breve saltino. Come il nome lascia intuire, il tutto è parecchio fangoso.
Alla fine del meandrino un eco sempre più maestoso preannuncia una grossa verticale terrazzata.
Il nuovo pozzo (“Riccardo”) è stato sceso per circa 20 metri fino ad esaurimento corde, dopo di che è stato sondato per almeno 25-30 metri, lungo un’evidente faglia.

La topografia dice che siamo scesi fino a -377, quindi la grotta supera sicuramente i 400 metri di dislivello. Fondo a parte, restano da verificare diverse nuove vie. Speriamo che non debba passare un altro anno prima di poter tornare da quelle parti.

Alle più recenti uscite hanno partecipato diversi speleo di vari gruppi (o indipendenti).
Oltre al GSB Le Nottole sono stai coinvolti: GEC Genepì (LC), SC Orobico (BG), GS CAI Lovere, (BG), SC V. Intelvi (CO), SC Ibleo (RG), GS CAI Varese.

Giorgio Pannuzzo
GS Bergamasco Le Nottole

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