Mentre molti di noi erano impegnati in lunghissimi trenini o sfidavano le panche al caldo della Puglia, altri hanno compiuto una grandissima impresa nel cuore della Grigna… ecco il racconto di Andrea Maconi:

“Giovedì mattina Maurizio Aresi (Gruppo Speleologico Bergamasco Le Nottole), Maurizio Calise (Gruppo Grotte Milano), Davide Corengia (Gruppo Grotte Milano), Alessandro Rinaldi (Speleo Club Romano di Lombardia), Romeo Uries ed io (Gruppo Grotte Milano) siamo saliti in Grigna per andare a W Le Donne. Ci hanno fatto da sherpa anche Simona Manzini e Devis Magri (Gruppo Speleologico C.A.I. di Lovere). Per fortuna il disgelo ci ha permesso di raggiungere il parcheggio del Vo’ risparmiandoci una mezzora di camminata, mentre sopra il Vo’ la neve era presente e in cresta c’era circa mezzo metro in disgelo.

Gli obiettivi erano molteplici: la disostruzione della frana di -1120m e la risalita oltre il sifone di -1145m.
Verso le 16.00 siamo entrati in grotta e a causa dei sacchi pesanti siamo arrivati alle 23.30 al campo base di -900m. La grotta era abbastanza in secca nella prima parte.
Dopo qualche ora di sonno siamo partiti verso il Ramo del Cobra, che al contrario era in piena (rispetto alle condizioni idriche normali di visita). Arrivati a Puciowskj (-1050m) ci siamo cambiati e a Romeo s’è rotto il polsino della muta stagna nuova ed è stato costretto a tornare al Campo Base perchè avrebbe sicuramente imbarcato acqua. Noi invece abbiamo proseguito dividendoci in 2 squadre: Davide a passare il sifone con Maukal e Mauri di supporto, mentre Alex ed io a disostruire la frana di -1120m. Mentre scendevamo abbiamo trovato una sacca stagna di Alex sulla parete della galleria quasi a soffitto…vedere la sacca in quella posizione trascinata probabilmente dalla piena ci ha fatto veramente impressione…. non so che portate passino in quella zona in piena ma verosimilmente 1-2 m3/s…

Alex ed io abbiamo poi tentato di eliminare il semisifone di -1100m ma con scarsi risultati… Presi dallo sconforto siamo andati alla frana. Con buona fortuna dopo un paio d’ore di disostruzione abbiamo aperto tra i massi un pozzetto di circa 4m stretto con buona circolazione d’aria. Purtroppo però sopra incombe una brutta frana e abbiamo tentato di bonificarla. Il risultato è stato il crollo di un sassone nel pozzetto che l’ha letteralmente toppato….
Nel frattempo Davide si dedica con le bombole al sifone che aveva superato l’anno scorso (20m di lunghezza, -4m di profondità).

Lascio il racconto a Davide, che è l’unico ad aver visto il luogo e sicuramente le sue parole raccontano meglio le emozioni provate in questa fantastica punta:

“Mau, Mauri e io, sifone nei freatici di sinistra. Mau è l’adetto alle telecomunicazioni e ha preparato una soluzione per permetterci di rimanere in contatto anche nel post-sifone.
La mossa di Mau è vincente, un piccolo cavo antenna e due radio ci permettono la comunicazione e così ho modo di poter lavorare sulle risalite con la tranquillità di non sentirsi come la particella di sodio.
Le risalite con trapano e staffa (Mauri docet) sono semplici r2, segue r3, segue r4 e sono in cima ad un’ambiente di crollo a circa 20 metri, dalla fine del sifone.
La condotta dei freatici di sinistra è ora impercorribile, completamente occlusa da una frana, ma sulla desta l’ambiente raggiunto prosegue grande 4×4, percorro una trentina di metri, scendo in libera un saltino da 2 e mi affaccio su un pozzetto di 7-8 m. Comunico alla radio ma qui non prende, torno indietro e comunico ai due Mau la situazione. Sono solo in due ma fanno un tifo da stadio, ci accordiamo per concedermi 20-30 minuti per armare, scendere il pozzetto e vedere come prosegue; lascio la radio e vado.
Armo il pozzo, scendo e ci sono due vie: un grossa galleria e un pozzetto che s’infila in uno “stretto” (largo un metro) meandro. Sono pigro e scelgo la galleria, 6×3 inclinata in discesa di circa 20°.
Sono tra il contento, l’agitato, lo stato di abbandono, la voglia di uscire a Varenna (si va beh iniziavo anche a dar vita ai sogni)… che sento il cuore pulsare, mi fermo un secondo ad auto-calmarmi e sento un rumore… avete presente, tipo un torrente che scorre e rimbomba per tutta la galleria…quello!
Non ci credo, cammino con il cuore che praticamente mi rimbalza a caso nel petto. Percorro un 50ina di metri, il rumore è sempre più forte e arrivo ad un finestrone che si affaccia su un enorme ambiente, 30×20 profondo almeno altrettanti. Ci sono tre arrivi, uno è quasi sicuramene l’attivo di wld… con i potenti fari da sub illumino il fondo dove un torrente si infila in un forrone nero, non vedo la fine…. e ora anche wld non ha più una fine….”

Mentre la squadra sifone torna al campo base noi proseguiamo ancora per alcune ore la disostruzione fino a morte trapano e all’esaurimento delle nostre energie…purtroppo il pozzo è ancora toppo e lo scavo è veramente indecoroso con la stagna addosso e l’ambiente verticale largo 70x40cm… Peccato perchè si sente un lontanissimo rumore di torrente…
Torniamo anche noi dunque al campo base.
In uscita ci dividiamo ancora in due squadre per evitare code sui lunghi pozzi. Davide e Mauri sono fuori a mezzanotte circa, mentre noi alle 6.00. Con sorpresa mentre usciamo sentiamo le voci di Simona e Fabio venuti a farsi un giro in notturna sulla Cresta di Piancaformia per aiutarci con i sacchi dopo non essere andati a letto per la festa al rifugio la notte prima e averci aspettato oltre un’ora all’ingresso della grotta in mezzo alla neve…sentire le loro voci dalla base del primo pozzo con il tempo fuori ancora del tutto incognito per noi (acqua, tormenta di neve?) è stato un grande sollievo, segno che la lunga uscita era ora giunta al termine, a parte per la camminata dalla grotta al rifugio. Il tempo fuori fa schifo e corriamo al rifugio Bogani a cambiarci, dove nel frattempo è giunto anche Devis a trovarci.

Il sistema del Releccio raggiunge ora i -1200m e già sogniamo gli 800m di dislivello che ci separano dal lago!!!! Già invece stiamo pensando a come portare avanti le esplorazioni oltre il sifone, dove ormai servirebbe il campo base 2…al momento l’unica soluzione che ci è venuta in mente, a parte diventare tutti speleosub, è di portare giù pompa e generatore e scaricare il sifone….certo l’idea non è brillante dal punto di vista del peso e delle dimensioni dell’attrezzatura, considerando che dal campo base a -1130m praticamente si striscia sempre in posti veramente osceni… Ma anche in questa sfida il lavoro di squadra farà la sua parte e sono sicuro che ce la faremo!

Un grosso ringraziamento a Devis Magri, Simona Manzini, Valeria Nava, Giorgio Pannuzzo, Ivan e Fabio Brivio che ci hanno aiutato con il trasporto materiale in questi giorni e nello scorso weekend! e anche al rifugio Bogani che, come sempre, ci ha accolto in condizioni pietose e fangose preparandoci anche un tè alle 2.00 di notte!
Sul prossimo numero della “Grigna al Contrario” sul sito di INGRIGNA! (http://ingrigna.altervista.org) troverete ulteriori dettagli.

ciao
Andrea Maconi
INGRIGNA!

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