Grotte marziane Clicca per ingrandire
Marte ha un sistema di grotte.
E’ quanto emerge dall’analisi delle foto inviate durante la missione Mars Odissey. Queste foto e un articolo sono pubblicate sul National Geographic News Secondo i ricercatori i sette punti neri che si vedono qui sopra sono gli ingressi di caverne anche molto grandi e profonde. Sono 7 grotte, le sette sorelle, e per una di queste confrontando diverse foto dal visibile all’infrarosso si è riuscito a vedere anche il fondo, o quello che sembra il fondo magari del primo pozzo di accesso; La sua profondità è stata stimata intorno a 130 metri. Come si vede anche dalle proporzioni riportate sulle foto, il diametro dei pozzi di iingresso dovrebbe essere compreso tra i 200 e i cento metri di larghezza, e la profondità prevista è sempre compresa tra i -200 e i -150 metri. Il solo fatto che non si vede il fondo lascia ben sperare. Le grotte sono state scoperte lungo i fianchi del vulcano Arsia Mons, vicino alla Valle dei Mariner. Esploreremo mai queste grotte? Che senso ha parlare di grotte così lontane?
A che serve andarle ad esplorare?
Gli scienziati hanno già notato che la temperatura interna di queste grotte rimane più o meno costante, e per gli speleologi questa non è affatto una novità, e quindi queste zone vengono influenzate relativamente dalle forti escursioni termiche della superficie marziana. Potersi affacciare sul bordo di questi immensi sprofondamenti dovrebbe essere una esperienza sensazionale, e non è detto che si possa arrivare a vederne il fondo. La superficie di Marte è tempestata da segni di impatto con meteoriti che hanno segnato la storia del pianeta rosso, e le grotte avrebbero costituito una zona riparata dagli eventi catastrofici della superficie, senza considerare che anche il vento solare e le particelle pesanti non possono penetrare sotto la superficie, quindi l’ambiente delle grotte marziane potrebbe costituire un ottimo habitat per eventuali forme di vita primordiali. Un altro interessante e confortante aspetto è la vicinanza al vulcano che può comportare una attività vulcanica ancora presente. E’ molto importante per poter sperare di trovare batteri o altre forme di vita, perchè sulla terra la vita è presente in zone vulcaniche, anzi le sorgenti idrotermeli sottomarine sono degli habitat dove i batteri prosperano con successo, comunque ancora non sono stati effettuati studi mirati a verificare la presenza di attività vulcanica nell’area di Arsia Mons.
Comunque quasi sicuramente si tratta di sprofondamenti di tubi di lava, quindi grotte vulcaniche, e non di grotte calcaree generate dall’attività dell’acqua. Alcuni sperano che le grotte possano costituire bacini di acqua sotterranea, per quanto, da speleologo e confrontando le nostre esperienze terrestri, escludo la possibilità di trovare ingenti risorse idriche all’interno di queste grotte.
Per ora è difficile immaginare speleologi dello spazio che potranno recarsi anche solo per studio in quelle grotte, un pò più facile, ma sempre tecnicamente molto difficile, è pensare ad un robot che possa scendere negli abissi, prelevare dati e rispedirli sulla terra.

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