La Commissione Grotte Boegan, profondamente commossa, saluta il suo socio Fabio Forti, passato a miglior vita sabato scorso, 14 settembre, all’età di 92 anni (27 giugno 1927 – 14 settembre 2019). Un bilancio finale di superbo merito, dedicando la vita alla sua passione, la Speleologia, senza medaglie, con la testa ed il cuore, trasmettendola.
Una vita talmente intensa che è arduo compito tratteggiarla in questi momenti di lutto.

Nato a Trieste il 27 giugno 1927, ha iniziato le esplorazioni speleologiche sul Carso triestino nel 1945, visitando la Grotta del Monte Gurca, 249 VG. L’anno seguente fondava, con Ugo Baschiera, l’Associazione Speleologica Triestina, gruppo minore che nel 1947 si scioglieva passando con gli scout del GEI. Oltre ad esplorare e rilevare varie cavità del Carso triestino, con Baschiera portava le ricerche anche nella zona carica di Pradis di Gerchia (Clauzetto), zona che qualche anno dopo diventerà terreno privilegiato di lavoro della Commissione Grotte dell’Alpina.
Nel 1949 entrava, assieme ad altri tre amici, nella Commissione Grotte di cui viene ben presto chiamato a far parte del Consiglio Direttivo. Con il suo gruppo di lavoro, che operava in maniera autonoma nell’ambito della Commissione, si interessa subito di carsismo e meteorologia ipogea presentando nel 1950 un programma di studi sulla Grotta Gigante e sul territorio circostante. Prendeva l’avvio così, con Tullio Tommasini, una serie di ricerche i cui risultati verranno poi pubblicati sia sulle riviste sociali che sugli atti di congressi. Le ricerche di meteorologia ipogea, condotte sotto la guida del prof. Silvio Polli, vengono dapprima effettuate nella Grotta Gigante poi, dal 1957, nella Grotta Costantino Doria, 3875 VG, cavità acquistata dall’Alpina e appositamente attrezzata quale stazione di ricerca ipogea (di cui nel marzo 1960 viene nominato “Direttore Amministrativo”) e successivamente nella Grotta di Padriciano, 12 VG, lunga e profonda cavità che viene chiusa con una robusta cancellata e parzialmente attrezzata con lavori in muratura.
Le indagini sul carsismo lo portano, verso la metà degli anni ’50 ad elaborare nell’ambito degli studi carsici il concetto di ”ricerca integrale”, concetto che viene fatto proprio con entusiasmo dal prof. Carlo D’Ambrosi, geologo istriano profondo conoscitore dei problemi carsici. Dagli anni ’60 collabora come esterno (con lezioni specifiche e assistenza ai laureandi aventi tesi sul carsismo) con l’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Trieste, ottenendo nel 1976 il titolo di “Cultore della materia in carsismo”. Dalla fine del secolo XX è impegnato quale docente, sempre in materia di carsismo, nell’Università della terza età.
E’ stato presente a molti congressi e convegni – in parecchi dei quali era chiamato a far parte del Comitato Scientifico – con relazioni e studi. La sua attività gli valse, nel 1985, l’assegnazione del Premio San Benedetto, conferitogli da Comitato Regionale per la difesa dei Fenomeni Carsici: “per gli alti meriti acquisiti nella ricerca scientifica nei campi della carsologia e geologia in generale, contribuendo in tal modo a dare alla speleologia regionale dignità e riconoscimenti internazionali”. Buon oratore, per oltre cinquant’anni ha tenuto lezioni e conferenze a tutti i livelli, illustrando così a pubblici estremamente diversificati i misteri del carsismo e del magico mondo delle grotte.
Negli anni ’80 si fa parte attiva, assieme ad altri studiosi e con l’appoggio della Federazione Speleologica Triestina da poco fondata, del gruppo di lavoro che opera per la realizzazione di una Legge speleologica nazionale, iniziativa che purtroppo non va in porto a causa dell’instabilità della situazione politica di allora in quanto ad ogni nuova legislatura la legge doveva ricominciare il suo iter, con la difficoltà di chiarire ai nuovi politici l’importanza della regolamentazione corretta della materia.
La sua capacità di operare lo ha portato a dirigere dapprima la Federazione Speleologica Triestina, quindi – alla morte di Carlo Finocchiaro – la Commissione Grotte che negli anni della sua presidenza ottiene i suoi maggiori successi esplorativi, anche attraverso campagne di ricerca all’estero: quattro spedizioni in Messico (1984/85, 1986, 1987, 1988,), due in Brasile (1990, 1991), una nel Caucaso russo (1991), in Slovenia (Veliko Sbrego, 1990-1991: – 1198). Poi per alcuni mandati è chiamato a ricoprire pure la carica di presidente della Società Alpina delle Giulie, la sezione di Trieste del CAI.
Per alcuni decenni è stato di direttore della Grotta Gigante, struttura che ha valorizzato notevolmente; durante la sua gestione la Grotta Gigante vedrà il massimo dell’affluenza di visitatori paganti, che supera nel 1986 le 116.000 presenze, risultato poi mai eguagliato. La sua attività di direttore del comprensorio turistico gli permette di farsi conoscere nell’ambiente speleo turistico al punto che viene dapprima chiamato a presiedere l’Associazione Italiana Grotte Turistiche e quindi nominato rappresentante per l’Italia nel seno dell’Associazione Mondiale Grotte Turistiche.
Negli ultimi decenni si è occupato soprattutto degli studi sulla dissoluzione superficiale dei calcari; a tale scopo aveva allestito, in Carso, nel Friuli e nel Veneto, una cinquantina di “Stazioni di misura per la dissoluzione carsica”, stazioni che fanno riferimento alla maxi stazione approntata presso il comprensorio turistico della Grotta Gigante.
Se ha lasciato un profondo segno nella speleologia non è stato da meno nella vita civile, combattente nel 1945 nel Corpo Volontari della Libertà, negli ultimi anni era stato chiamato a presiedere questa Associazione, considerata la legittima rappresentante della Resistenza italiana a Trieste; per la sua opera in questo settore il Presidente della Repubblica Napolitano con decreto del 27 dicembre 2008 lo aveva nominato “Ufficiale della Repubblica Italiana” mentre il Comune di Trieste gli aveva fatto omaggio di una targa con la dicitura: “A Fabio Forti – Presidente A.V.L. di Trieste – per l’impegno di allora e di oggi in nome della Libertà – Con riconoscenza l’Amministrazione Comunale”. Consigliere comunale, negli anni ’80, per un certo periodo aveva ricoperto la carica di Assessore al Decentramento e agli Affari Generali (e per un certo periodo pure a quello dell’Ecologia) del Comune di Trieste.
Scrittore estremamente fecondo – ha al suo attivo alcune centinaia di pubblicazioni (oltre 160 gli studi sul carsismo) – è autore di alcuni libri di divulgazione geologica e speleologica, di guide della Grotta Gigante, di una grande quantità di articoli di carattere esplicativo o didascalico.
E’ stato socio della Commissione Grotte dal 1949, anno in cui era entrato assieme a Tullio Tommasini, suo compagno di ricerche e studi, e Presidente della stessa dal 20 luglio 1983 al 22 maggio 1991
Si spegne, assistito dalla moglie e dai figli, il pomeriggio di sabato 14 settembre 2019.
Pino Guidi

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