Una scultura di 15.000 anni fa, in ottimo stato di conservazione, testimonia la maestria degli antichi abitanti dei Pirenei
Nella foto di copertina, una copia della scultura. Foto pubblicata con Licenza Creative Commons
Nel sud-ovest della Francia, in una zona ricca di testimonianze dell’arte paleolitica, si nasconde una piccola meraviglia: due bisonti di argilla, scolpiti con cura e realismo da un artista preistorico.
La scultura, che risale al 13.000 a.C, si trova nella grotta di Tuc d’Audoubert, una delle tre grotte adiacenti al fiume Volp, ai piedi della catena montuosa dei Pirenei.
La scultura rappresenta due bisonti accovacciati, uno di fronte all’altro, con le corna rivolte verso l’alto.
I dettagli sono sorprendenti: si possono notare le pieghe della pelle, i muscoli, il pelo, le narici, gli occhi e le orecchie.
La scultura è realizzata con l’argilla presente nella grotta, modellata con le mani e con alcuni strumenti, e poi lasciata asciugare.
Non è stata cotta, né dipinta, né incisa. Per questo motivo, la sua conservazione è eccezionale, considerando la sua antichità e la fragilità del materiale.
La scultura dei due bisonti è stata scoperta nel 1912 da Henri Bégouën e dai suoi tre figli adolescenti, che esplorarono per la prima volta le grotte di Volp.
Le grotte furono chiamate Trois-Frères (tre fratelli), Enlène e Tuc d’Audoubert, e custodiscono centinaia di opere d’arte paleolitica, tra cui pitture, incisioni e sculture.
Le opere sono attribuite ai popoli magdaleniani, che abitarono la regione tra il 17.000 e il 12.000 a.C, e che si distinsero per la loro abilità artistica e tecnologica.
Le grotte di Volp sono oggi protette e accessibili solo agli studiosi e ai ricercatori, che continuano a studiare e a documentare le loro ricchezze.
La scultura dei due bisonti, in particolare, è considerata una delle più belle e significative dell’arte paleolitica, e testimonia la capacità degli antichi abitanti dei Pirenei di esprimere la loro visione del mondo e della natura attraverso la creazione artistica.