Conclusione del Corso del Millennio
Notizia del 29/10/00 Autore: Andrea Scatolini
Finalmente posso dire: “C’ero anch’io”
Le Grotte sono finite e la cena di fine corso al rifugio CAI di Polino non potevo proprio mancarla.
Non è voluto mancare neanche Bracche che ha portato il pargoletto, l’unico che non ha bevuto il fantastico vino rosso di Picchietto! Chi non è venuto non avrà altre occasioni per assaggiare il meraviglioso nettare che Picchietto da Gualdo dispensava orgoglioso, attendendo il commento del sommelier di turno.
Ancora Picchietto si è distinto come sempre nelle operazioni di cucina, come fuochista ci ha cotto salsicce, braciole e castagne… a lui un ringraziamento sincero per il grande supporto logistico che ci fornisce.
La cena è filata via liscia come tutti gli anni, anche troppo liscia, fino ad un summit al veleno tenutosi in cucina, dove liberati dall’alcool abbiamo avuto occasione di levarci qualche soddisfazione (vaffa…), poi la serata è proseguita con la “premiazione” ai corsisti, se non altro per averci sopportato, fino al momento clou della serata:
La Quadriglia speleo, che, come dicono a Narni, sono quattro, da non confondere con la Triglia che sono tre, e neanche con la biglia, che sono solo due…
La matta di turno che ha guidato la danza è stata Lucilla, stella tra le stelle, bella tra le belle che modestamente compongono il nostro organico, mentre un gruppetto di zombie-speleo sgambettava al centro del salone.
Il corso è finito, la delusione iniziale dovuta al ristretto numero di partecipanti potrebbe essere completamente riscattata se, come speriamo, tutti gli allievi si fermeranno nella nostra grande famiglia (il grande fratello non c’entra niente): Abbiamo già tre nuovi, grandi amici: Marco Ferramenta, Carlo e Francesca, e questo è il primo, grande risultato ottenuto, Barbara la conoscevamo già e speriamo che il corso possa avvicinarla di nuovo alla torre di S. Domenico e all’attività speleologica.
Su loro, quest’anno, riponiamo le speranze per il nostro futuro, il futuro dell’UTEC.
Ogni anno, ogni corso, molti passano quella porta in cima alle scale, la strettoia più difficile che ci divide dalle “persone comuni”; Qualcuno resta con noi anche dopo i due mesi, altri escono, porteranno con loro una esperienza vera e indimenticabile, che non si può comprare con cinquantamila lire andando una sola giornata in forra, in grotta, in canotto, in gommone, giù da un ponte con l’elastico… noi non vendiamo sensazioni a prezzi bassi per chi ha poco tempo, noi regaliamo la nostra amicizia, la nostra allegria, la nostra voglia di stare insieme, la nostra piccola esperienza, doniamo il nostro cuore a chi vuole essere nostro amico, siamo comunque semplici, con i nostri sbagli, le paure, le cattiverie, come in una grande famiglia succede.
Secondo me, il mercato che si stà sviluppando attorno agli sport estremi porterà alla scomparsa di questo modo di stare insieme, i turisti dell’estremo rimarranno tali e difficilmente proveranno un “Corso di Speleologia”, loro hanno già provato, 50.000 mezza giornata e anche questa è fatta… ma non assaggeranno mai il vino di Picchietto!
Fonte: https://www.scintilena.com/utec/old/utec/scintilena/vecchiascintilena.htm