Il numero 80 della rivista “Speleologia” è in distribuzione ai Soci Ordinari della Società Speleologica Italiana

Copertina speleologia 80
La Rivista "Speleologia" della Società Speleologica Italiana

La rivista semestrale della Società Speleologica italiana dispone anche di una sezione on line, gratuita, che ospita approfondimenti e contenuti multimediali riferiti ai principali articoli pubblicati sulla versione cartacea.

In questo numero:
Editoriale: Speleologia: 40 memorabili anni di conoscenza diffusa
Speleologia: un’avventura lunga quattro decenni

Sguardi al Buio:
Lombardia: Il tracciamento del Forgnone
Lombardia: Valtellina Superiore
Vore salentine: “vuoti” sotterranei “pieni” di peculiarità
Svizzera: Ferpécle: le esplorazioni glaciali proseguono, per ora
Reportage
Albania – Tra le (R)Rughe albanesi. Racconti di esplorazioni condivise
Approfondimenti
Il ghiacciaio sotterraneo di Scarason – La brina e la rugiada
L’importanza della documentazione foto-video in grotta
Speleologie
Fourth international cave photographers meeting Carlsbad, New Mexico (USA)
Centro Ricerche Carsiche “C.Seppenhofer” 40 anni dalla fondazione
Nuove esplorazioni nella risorgenza di Kusa in Croazia

Il redazionale di questo numero di Speleologia:
E come nella migliore delle tradizioni, la nostra/vostra rivista nacque quasi “per caso” durante una giornata in cui l’attività speleologica era sfumata per via del tempo avverso.
Per rivivere quei primi anni di avventura editoriale, invitiamo i lettori a scorrere lo splendido racconto di Fabio Baio – insieme ad Alfredo Bini e Adriano Vanin tra i fondatori e ideatori della rivista – che trovate pubblicato nelle pagine di questo numero.
Caparbiamente voluta da un ristretto numero di persone, Speleologia andò rapidamente a colmare un’esigenza – quella di dare voce e visibilità alle esplorazioni degli speleologi italiani – che era sentita nell’intero territorio.
La riprova di tutto ciò è che nel volgere di qualche anno, la rivista cominciò a ricevere e pubblicare contributi da tutta Italia e la redazione, inizialmente circoscritta a un’area geografica abbastanza limitata, si ampliò, dando una sempre maggiore rappresentatività al territorio nazionale.
Pur con gli inevitabili alti e bassi, a quarant’anni di distanza Speleologia viene ancora pubblicata con regolarità e si è modificata di pari passo con l’evolversi dei mezzi di comunicazione, con l’ampliarsi delle tecnologie a disposizione e con le profonde trasformazioni della pratica speleologica stessa.
Le riviste cartacee faticano sempre più a sopravvivere; assorbono tante risorse, sia economiche che umane, e hanno perso quella funzione di informazione che originariamente era stimolante sia per i lettori, sia per i redattori.
Grazie ai social network, oggi le scoperte vengono pubblicate quasi in diretta e talvolta si arriva al paradosso per cui le esplorazioni vengono persino annunciate prima ancora di essere realizzate…! Apparentemente una rivista cartacea come Speleologia potrebbe sembrare “solo” archivio e memoria di quanto è stato fatto e organizzato.
Non si tratta certo di una funzione da poco, ma questo ci appare comunque troppo riduttivo.
Pubblicare su Speleologia richiede una qualità e un’organizzazione dell’informazione di cui sui social non c’è praticamente traccia.
L’esplorazione è innanzitutto metodo. Lo studio delle aree carsiche e dei sistemi più complessi può procedere solo attraverso attività sistematiche che richiedono costanza, conoscenza del territorio e condivisione delle informazioni. Le grandi imprese o gli eclatanti exploit esistono – quasi sempre gonfiati da toni altisonanti e commenti a effetto – soltanto sui social.
Pubblicare su una rivista cartacea come Speleologia significa produrre documentazione di qualità, fornire dati e numeri precisi e attribuire il giusto peso alle scoperte narrate, inserendole, come il piccolo pezzo di un puzzle, nel contesto spesso articolato di vuoti già noti e conoscenze precedentemente acquisite.
È un lavoro che richiede tempo, competenze, senso critico e… perché no? anche umiltà.
Non tutti gli esploratori sono disposti a cimentarsi nel processo di rielaborazione critica, e questo è il principale motivo per cui, nei quarant’anni di vita della rivista, nelle sue pagine sono state e tuttora vengono pubblicate solo una parte delle scoperte effettuate sul territorio.
Eppure Speleologia, la rivista, è una delle principali vetrine che la speleologia italiana ha a disposizione per dimostrare le peculiari competenze e i risvolti scientifici sottesi alla maggior parte delle esplorazioni.
Dal momento che la nostra non è solo una pratica sportiva, la rivista della SSI anche in futuro continuerà ad essere a disposizione degli speleologi… almeno per i prossimi quarant’anni!

La Redazione di Speleologia

Contatti e Info sul sito della redazione di “Speleologia”:
http://www.speleologiassi.it/

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