Su Repubblica un articolo molto particolare di Matteo Marini
Di Marina Abisso
Su Repubblica di oggi, 9 maggio, si discute la possibilità di costruire una colonia sulla Luna o su Marte: non all’esterno, dato l’ambiente ostile e le condizioni estreme, ma dentro le profonde grotte naturali.
Nihil sub sole novum. Nel 2020 erano già state descritte le potenzialità della speleologia extraterrestre, prendendo spunto dalle immagini dei tubi lavici della Luna e di Marte rilevate ad alta risoluzione dalle sonde.
I tubi lavici
Ne aveva parlato Francesco Sauro: geologo, speleologo ed esploratore, addestra astronauti in Spagna e in Sardegna nell’ambito dei programmi formativi dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dedicati all’esplorazione di sistemi sotterranei e alla geologia planetaria (rispettivamente Caves e Pangea).
I tubi lavici sono un obiettivo straordinario per l’esplorazione del sottosuolo e il potenziale insediamento umano. Per questo, Young Architects Competitions (YAC) di Bologna e Topical Team On Planetary Caves dell’Agenzia Spaziale Europea hanno lanciato un concorso di idee, chiedendo a studenti, giovani architetti, designer ed ingegneri una proposta progettuale per il primo stabilimento di ricerca lunare all’interno di un tunnel lavico.
Caverna vista Terra il concorso
Un vero concorso di architettura: una base lunare all’interno di una cavità ipogea o, meglio, ipoplanetaria, per sfuggire a sovrappopolazione, esaurimento delle risorse e collasso degli ecosistemi, ad una terra che non basta più.
Il montepremi di € 15.000,00 sarà distribuito tra i progetti vincitori selezionati da una giuria d’eccezione, che vede la partecipazione di protagonisti dell’architettura contemporanea e di esperti a livello mondiale, tra i quali proprio Francesco Sauro, che ha appena partecipato alla 4th International Planetary Caves Conference (4-7 maggio 2023) proprio a Lanzarote, dove la “Cave science” interplanetaria è assurta a scienza riconosciuta.
Sauro spiega che le grotte dello spazio grotte hanno larghezza fino ad un chilometro, con una volta più bassa di quelle terrestri. Si sono formate durante un periodo di elevata attività vulcanica, più di 3 miliardi di anni fa: i flussi di lava si sono ritirati ed hanno lasciato i tubi vuoti.
Lo studio delle caverne ipoplanetarie (270 sulla Luna, circa 1000 su Marte) ha l’obiettivo a lungo termine di sviluppare una strategia per la ricerca e l’esplorazione robotica delle grotte in tutto il sistema solare.
Varchi di accesso a un mondo sotterraneo senza dover scavare: la costruzione di una colonia lunare o marziana sarà una vera sfida a temperature estreme, radiazioni e piccole meteoriti, ed anche a necessità di energia, acqua ed altre risorse fondamentali per la vita umana. Caverna vista Terra
Marina Abisso
SpeleoClub Ribaldone
Altre notizia di Esospeleologia su Scintilena: https://www.scintilena.com/category/esospeleologia/
Fonti:
Repubblica – edizione nazionale, 9/5/2023
YCA http://www.youngarchitectscompetitions.com
Media INAF – notiziario online dell’Istituto Nazionale di AstroFisica – 7/8/2020 –
https://www.media.inaf.it/2020/08/07/tubi-lavici-luna-marte/
Earth-Science Reviews, Lava tubes on Earth, Moon and Mars: A review on their size and
morphology revealed by comparative planetology,
Sauro F., Pozzobon R., Massironi M., De Berardinis P., Santagata T., De Waele J.
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0012825220303342?via%3Dihub
Immagine 1: Moon Station – da https://www.astrospace.it/2023/03/16/moon-station-il-
primo-concorso-di-space-architecture-in-italia/
Marina Abisso