Riprendo il racconto dove lo avevo interrotto…..Torniamo a valle con la notizia che una nuova grotta è stata scoperta in Altopiano e visto che aria ne abbiamo e meandri grandi anche riesco ad organizzare una squadra abbastanza eterogenea che mi segue in questa nuova impresa
La domenica successiva e parliamo dell’estate 2014 siamo un bel gruppo e forse qualcosa si fa.Il tempo non è dei migliori e una leggera pioggia ci accompagna lungo il tragitto che dalla strada Malga Fiara Malga Boscosecco si prende una stradina laterale a dx per la zona roccolo Fiara.
Il paesaggio anche se piove è bellissimo, si cammina praticamente per una stradina sterrata ricoperta d’erba e si è circondati dagli abeti e da qualche pino mugo.Dopo due trecento metri si scende verso est sempre su una vecchia strada militare sino ad una radura dove si nota un avvallamento e la grotta è lì.
Ci cambiamo e ne approfitto della poca frequentazione delle caverne di alcuni per ripassare la questione armo della grotta, del pozzo ecc.Insomma entriamo e scendiamo fin sotto il meandro e da qui in poi è terreno vergine.Risalgo mantenendomi in una quota a metà dove si passa ma arrivo ad un punto dove bisogna risalire sul largo e decidiamo di mettere una corda.
La strada più interessante sembra essere in testa al meandro dove effettivamente è più agevole passare, si sta quasi ritti ma comodi e con Filippo decidiamo di andare avanti armando un lungo traverso con i multimonti così si va via veloci.
Intanto dietro di me Alberto Nereo e Nadia esplorano a monte ma tutto sembra portare dove sono io….Chissà che non sia la solita grottina dell’altopiano che chiude.
Davanti a noi si vede solo nero e il nostro procedere tra chiacchere e fix ci fa metter giù 80 metri di corda sino ad un posto dove il latte di monte ci impone di scendere.
Allargo una pseudo strettoia e con Filippo ci fermiamo su un terrazzino dove davanti a noi e sotto di noi i sassi lanciati mandano echi lontani. Non ci posso credere dopo anni e anni due grotte in due anni che vanno ( forse ho esaurito tutti i buchetti da culo e adesso ci sono solo grotte interessanti).
Abbiamo finito gli ancoraggi e quindi è ora di tornare al sole.
Nereo e Nadia con Andrea hanno esplorato la zona del pozzo Mortale ma di lì non si scende e quindi l’unica via(???) sembra essere la nostra.
Usciti dalla grotta andiamo a fare un giro all’esterno e il geologo Nereo ci conferma che la grotta punta a est verso uan serie di interessanti doline.
Torniamo una terza volta e lo facciamo durante il campo estivo a Malga Fossetta con Alberto, Giulio e Mirko e superato il terrazzino scendiamo per una ventina di metri sino ad una base del meandro dove decisamente assume dimensioni notevoli.
Davanti a me la roccia si presenta bianco candida e decidiamo che ci fermiamo per mancanza di materiale in un’ansa del meandro sopra una comodissima cengia che fa da bivacco.
Un thè perchè qui la temperatura è sempre sui 2 gradi e poi via verso il ritorno.
Al campo diamo le buone notizie e cioè che son finiti i materiali ma che davanti a noi c’è solo nero.
Devo rientrare a valle e così Mirko e altri decidono di tornare al Blade per rilevare ed esplorare.
Sotto al primo pozzetto Mirko sbaglia strada ed invece di scendere la conoide per entrare nel meandro si mantiene in quota su una scivolosa cengia e sorpresa trova una finestra.
Dopo qualche metro si rendono conto di essere sul nuovo ma decidono di esplorare, un bel meandro asciutto largo, grande che punta sempre a est ( sarà questa in realtà la via giusta come vi racconterò in seguito).
Arrivano ad una strettoia dove di aria ce nè molta ma non si passa bisogna disostruire e il materiale da disostruzione non cè.
Escono non senza beccarsi un violento temporale che li bagna nel bosco ma in malga si scaldano e asciugano.
Il Campo finisce e con esso i nostri attacchi al Blade però nel frattempo riesco prima delle nevicate a fare due uscite con Giulio e Andrea e Mauri e così arriviamo in fondo al ramo nord del Blade dove una potente frana di pietriso e fango cementato occlude qualsiasi via.
Torniamo mesti mesti fuori portando a casa svariate centinaia di metri di meandro ma le illusioni di una grotta che continua si assotigliano.
In ogni partita però a volte sbuca una mano vincente e quindi una pattuglia di valorosi speleo giovani si lanciano nel meandro sud e tentano da soli una esplorazione.
Demoliscono la strettoia non senza qualche problema tipo occhio pesto da scheggia di calcare ma poi si passa, pozzetto e giù.
L’ambiente qui si allarga e diventa imponente ma hanno finito i materiali e il freddo li fa desistere.
La grotta rimane lì ad aspettare nuovi esploratori sino quasi al 2016 dove un giorno ricevo un invito da Gianki per una nuova uscita al Blade…..continua……….
Claudio Barbato