Da domenica scorsa un bambino di due anni in Spagna è caduto in un pozzo profondo 110 metri e largo poco più di 25 centimetri.
I soccorritori hanno messo in campo, invano, diverse soluzioni per localizzarlo e raggiungerlo a oltre 78 metri di profondità.

Nella serata di lunedì 21 gennaio, dopo 8 giorni, è stato completato lo scavo di un pozzo verticale di 60 metri parallelo a quello dove è caduto il piccolo.
Dopo l’esecuzione dello scavo verticale, sarà necessario incamiciare il pozzo e poi 8 minatori realizzeranno uno scavo orizzontale di 4 metri per raggiungere il luogo dove potrebbe trovarsi trovare il piccolo Julen, ma le speranze di trovarlo vivo sono molto ridotte.
Nella giornata di domenica la trivellazione del pozzo è stata rallentata dalla presenza di uno strato di roccia dura e ogni tipo di previsione in termini di tempo è azzardata, così come non è certa la posizione del bambino che potrebbe trovarsi anche molti metri più in basso.
Durante la giornata di martedì 22 gennaio i tecnici si sono resi conto che il pozzo scavato profondo 60 metri non è in grado di ospitare i tubi per incamiciarlo. Non ci sono più previsioni su quanto tempo serva per adeguare i tubi al buco, o viceversa.


E’ stata costruita una apposita gabbia metallica in grado di trasportare uomini e terra di risulta dallo scavo: sarà impiegata come “ascensore” lungo il condotto.

L’ipotesi di utilizzare corde per scendere è stata scartata giorni indietro perché ritenuta poco sicura.

Il terreno sovrastante è stato ribassato per costruire una piattaforma per piazzare la trivella, quindi con questo scavo si arriverà alla quota dove si presume possa trovarsi il bambino, o almeno sotto il tappo di detriti che ha fermato l’avanzata della telecamera e del robot dentro il pozzo per l’acqua dove era caduto Julen, a -78 metri.

Il responsabile del dispositivo di soccorso, Ángel García, nei giorni scorsi aveva annunciato che il tempo necessario per incamiciare il pozzo sarebbe stato di 4 o 5 ore, ma problemi enormi non fanno adattare i tubi al buco ottenuto e non si possono prevedere i tempi di risoluzione di questo inco0nveniente, dopo di che entreranno in gioco 8 minatori che protetti da una ulteriore gabbia metallica, effettueranno uno scavo orizzontale di 4 metri. Il tempo necessario per il lavoro dei minatori, che è il più delicato, potrebbe essere di 24 ore.

Una volta raggiunto il pozzo a quella profondità, non esistono certezze di trovare li il bambino, perché non è stato possibile localizzarlo in alcun modo.

Intanto spuntano le prime verità sull’esistenza di quest’opera di captazione dell’acqua: E’ pratica diffusa nella zona realizzare dei sondaggi abusivi alla ricerca di acqua e solo in caso di effettiva presenza di acqua il pozzo viene registrato. Non è chiaro chi avrebbe dovuto chiudere l’accesso a questo pozzo o provvedere a realizzare delle protezioni: il pozzo si apre nella proprietà di famiglia di Julen e si sta assistendo ad uno scambio di accuse tra i proprietari e il costruttore abusivo di pozzi.

Fonti:
https://www.lavanguardia.com/sucesos/20190121/454238011448/julen-nino-pozo-totalan-malaga-rescate-ultima-hora-hoy-en-directo.html

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