Non è speleologico, ma credo che il discorso guide e responsabilità penali interessi molto
La Repubblica 05/02/2003
http://www.repubblica.it/online/cronaca/gerola/avvisi/avvisi.html
La sciagura il 26 gennaio in Val Gerola (Valtellina)
Restarono uccisi tre escursionisti. Reato: omicidio colposo
Causarono la valanga mortale
avvisi di garanzia per tre sciatori
Accusati padre e figlio del gruppo che “tagliò” la neve
ma anche la guida che conduceva le vittime
SONDRIO – Tre avvisi di garanzia sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Sondrio nell’ambito dell’inchiesta sulla valanga che uccise tre scialpinisti lombardi sul monte Olano in alta Val Gerola, domenica 26 gennaio. Destinatari, padre e figlio, ambedue valtellinesi del gruppo che “tagliò” la neve causando la slavina e la stessa guida alpina che accompagnava le vittime. Le ipotesi di reato riguardano omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, valanga colposa e omissione di soccorso. Gli avvisi di garanzia saranno notificati nelle prossime ore dai carabinieri di Morbegno (Sondrio) che nei giorni scorsi avevano individuato e interrogato, come persone informate sui fatti, i presunti quattro “pirati della neve” che mancavano all’appello e che furono visti transitare sul costone dal quale si staccò la massa di neve.
Al termine di una raffica di deposizioni in caserma, dove sono state ascoltate complessivamente una cinquantina di persone e sono state portate anche fotografie e diapositive scattate quel giorno da numerosi escursionisti, oggi è arrivata la svolta all’inchiesta del sostituto procuratore Luisa Russo.
Fino ad ora solo due delle quattro persone convocate in caserma giovedì scorso, solo finite nel registro degli indagati. Sono due valtellinesi, padre e figlio. I due amici del ragazzzo, studente all’Università di Pavia, che erano con loro al momento della sciagura, sarebbero stati esclusi da qualsiasi imputazione. Le indagini, dunque, avrebbero identificato con precisione i responsabili nei due indagati. Ma la loro posizione sarebbe ancora al vaglio degli inquirenti.
Il terzo indagato è invece Marco Della Santa, 43 anni, residente a Piani dei Resinelli (Lecco), la guida alpina che domenica 26 gennaio accompagnava la comitiva poi travolta dalla valanga, di cui facevano parte le tre vittime: Alberto Baggioli, 25 anni, ingegnere di Lecco, Marco Greppi, 41 anni, industriale di Olginate (Lecco) e Marta Cesari, 23 anni, studentessa in Medicina all’Università di Pavia e che risiedeva a Cernusco sul Naviglio (Milano).
L’ipotesi di accusa formulata a carico della guida alpina lecchese sarebbe quella di concorso in omicidio plurimo colposo. “Questa sera – ha detto Marco Della Santa – ho ricevuto una telefonata da parte dei carabinieri di Mandello del Lario che mi hanno convocato in caserma per domani mattina per consegnarmi l’avviso di garanzia. Sono sconcertato, ritengo sia ingiusto questo provvedimento preso dai magistrati. Ho alle spalle 25 anni di esperienza in montagna e anche quel pomeriggio ho portato la comitiva lungo un percorso sicuro. A causare la tragedia sono stati i quattro che si trovavano in cima alla vetta con il loro passaggio hanno infatti tagliato la neve facendo staccare la valanga che ha investito il mio gruppo”.
(4 febbraio 2003)