L’attesissima autobiografia di Rick Stanton, lo speleosub protagonista del più difficile soccorso in grotta di tutti i tempi, uscirà il 10 giugno online e nelle librerie del Regno Unito. Pagine che raccontano non solo il salvataggio dei 13 ragazzini thailandesi con gli occhi di chi lo ha realizzato, ma l’intera epopea dei suoi 40 anni di esplorazioni epiche, avventure e soccorsi in giro per il mondo che lo hanno condotto a quell’incredibile risultato.
Con un ritmo serrato,  coinvolgente e quasi cinematografica, questo libro ambizioso si struttura come le Argonautiche di Apollonio Rodio e ricorda i viaggi epici, i nostoi degli eroi dei classici antichi, con la differenza che quelli descritti da Stanton sono realmente accaduti.

In anteprima per Scintilena la traduzione italiana del momento in cui Rick Stanton e John Volanthen trovarono i ragazzi.
(Da una esclusiva della rivista “Darkness Below”)

Aquanaut di Rick Stanton

Aquanaut- Una vita sotto la superficie (traduzione di Valeria Carbone Basile)

Proprio come il filo di Arianna che Teseo portò nel labirinto del Minotauro, gli speleosub usano una sagola per segnare la strada verso l’uscita, man mano che avanzano nella grotta. John fece cenno che la sua era quasi finita, ne erano rimasti circa 20 metri prima che il mulinello si svuotasse. Era ora di voltarsi indietro.

Viaggiavamo in immersione da diverse ore, iniziai ad aver fame. Ci fermammo un attimo per riposare, mi ricordai che dovevo ancora sollevare la maschera come avevo fatto prima, per poter annusare segni di vita. Pensando alla barretta Snickers infilata nella tasca della muta, afferrai la mia maschera, slacciai la chiusura e la scostai dalla faccia, lasciando che il mio naso avvertisse l’atmosfera circostante.

In quel preciso momento, tutto cambiò.

Fui subito investito da quell’aria pungente, così densa da essere
soffocante mentre mi penetrava nelle narici e nella bocca. Il fetore di decomposizione era opprimente, inconfondibile, e familiare. Lo avevo già sentito prima – in altre grotte e in altri tempi – e il mio stomaco si strinse quando riconobbi il significato di quell’odore. Devono essere morti.
Abbiamo trovato i loro corpi. Questo pensiero fu seguito quasi immediatamente da una consolazione. Almeno abbiamo trovato qualcosa.

“John, sono qui”, gli dissi. “Annusa tu stesso”. 

Lo guardai sollevarsi la maschera, poi mi fissò e annuì. Avremmo certamente trovato qualcosa. John e io ci stavamo ancora guardando, i nostri pensieri galoppavano, quando arrivò per noi un secondo shock: voci. Una voce maschile di adolescente, e poi un’altra. Pensieri e domande si rincorrevano muti tra di noi. I ragazzi! Sono vivi!? Quanti?

Sapevo che stavamo considerando le stesse possibilità, e la mia mente si indirizzò rapidamente sull’opzione peggiore ma più probabile. Avremmo trovato alcuni ragazzi vivi, con gli altri morti o in fin di vita. Mi resi conto con orrore che eravamo stati così concentrati sulla ricerca, che il risultato di trovarli, fino ad allora, non l’avevamo mai considerato veramente. Nessuno era preparato per questo. Da quell’istante in poi, fui consapevole che avremmo volato alla cieca.

Il libro, in lingua originale, si può preordinare e acquistare on line

https://wildplaces.co.uk/aquanaut.html

L’abstract in inglese:
https://darknessbelow.co.uk/coming-soon-aquanaut-by-rick-stanton/

Di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *