L’ennesimo scempio nelle grotte delle Alpi Apuane fa scattare lo stop del Parco alle attività estrattive della Cava del Piastraio sul Monte Altissimo, dopo le indagini di Federazione Speleologica Toscana, Carabinieri Forestali, Guardiaparco e tecnici del Comune di Seravezza.
L’ennesimo scempio nelle grotte delle Alpi Apuane fa scattare lo stop del Parco alle attività estrattive della Cava del Piastraio sul Monte Altissimo, dopo le indagini di Federazione Speleologica Toscana, Carabinieri Forestali, Guardiaparco e tecnici del Comune di Seravezza.
Il Parco Regionale delle Alpi Apuane, con una ordinanza emessa il 31 Maggio 2021, ha disposto la sospensione delle attività della Cava Buca nel Comune di Seravezza.
L’organizzazione di volontariato Apuane Libere più volte negli ultimi mesi, partendo dai rilievi sul campo dei propri attivisti, ha denunciato gli abusi ambientali che sarebbero stati commessi nel sito estrattivo gestito dalla ditta Henraux Spa.
Secondo Apuane Libere, le lavorazioni avrebbero intercettato due cavità carsiche censite al catasto regionale: la “Buca della Neve di Cava Fondone” – sventrata di 15 metri in lunghezza – e la “Buca sopra Cava Fondone”, mentre le prescrizioni intimavano alla ditta di fermare le lavorazioni qualora avessero intercettato l’ambiente ipogeo.
Gli attivisti hanno documentato anche grandi quantità di marmettola (la fanghiglia prodotta da scarti di lavorazione del marmo e acqua, che è un rifiuto speciale) sparsa sui piazzali di cava e da lì, presumibilmente, finita nella falda e nei corsi d’acqua.
Il 21 Marzo Scorso i Carabinieri avevano posto i sigilli ad un’altra cava in Apuane, sul versante di Vagli di Sotto, per uno sversamento di fanghi nella Grotta del Pozzone.
Duro il commento di Gianluca Briccolani, presidente dell’associazione Apuane Libere, che si costituirà perte civile in un eventuale processo a carico della Henraux.
Apuane Libere chiede al Comune di Seravezza di revocare la concessione alla ditta “che per l’ennesima volta si è posta fuori da quelle pochissime leggi che ancora tutelano l’ambiente apuano” e di dismettere tutta la zona alle pendici settentrionali del Monte Altissimo “in quanto caratterizzata da numerose cavità di cui ben 24 assorbenti, censite nel catasto regionale delle grotte e meritevole pertanto di essere salvaguardata da ulteriori devastazioni”.
Fonte:
Toscana Chianti Ambiente