Riceviamo e pubblichiamo l’ultimo saluto di Pino Guidi a Libero Boschini, ci uniamo al cordoglio della famiglia e degli amici.
Il mattino del 23 marzo, in una serena e ventilata giornata di primavera, assieme ai suoi congiunti uno sparuto gruppo di vecchi amici ha dato l’estremo saluto a Libero Boschini, speleologo d’altri tempi
Nato a Trieste il 20 agosto 1935, aveva cominciato ad andare in grotta nei primi anni ’50 con il Gruppo Triestino Speleologi: nel 1953 è con loro alla Grotta Guglielmo; nel luglio di tre anni dopo partecipa alla spedizione al Gaché del G.T.S., spedizione funestata dalla tragica morte del suo amico Lucio Mersi, amico che ricorderà – qualche mese più tardi – in Sardegna al 7° Congresso Nazionale di Speleologia. Sempre con il G.T.S. nel 1959 è in Friuli alla Grotta di Viganti, 66 Fr, nella spedizione in cui viene completato il rilievo (non finito nella spedizione del 1952); due anni dopo segue il Gruppo impegnato nell’esplorazione della Grava di Vesolo in Campania nell’ambito della grande spedizione organizzata dal vulcanico e poliedrico Pietro Parenzan.
Il lavoro lo portava spesso lontano da Trieste – diplomato all’Istituto Nautico di Trieste, girava per il mondo quale ufficiale di macchina, ma faceva anche altri lavori a terra, in Piemonte e nel Veneto. In Piemonte, fra il 1964 e il 1966, è in attività con il Gruppo Speleologico Piemontese; nell’agosto 1965 prende parte, con la squadra di soccorso torinese, al recupero della salma dello speleologo Gianni Piatti, precipitato nell’ultimo pozzo della Grotta Guglielmo.
Dalla seconda metà degli anni ’80 svolge la sua attività con la Commissione Grotte “E. Boegan, sodalizio in cui però entra a far parte soltanto nel 2000. Nel 1986 è sul Canin con Franco Gherbaz a posizionare con il tacheometro le maggiori cavità dell’altopiano, nel 1992 è in Val Rosandra a scavare, sempre con Franco Gherbaz, in varie grotte fra cui alla Curta de Lucio, 5800 VG (nuovo e più comodo ingresso della chilometrica Grotta Gualtiero, 5730 VG), l’anno seguente lo troviamo ad aprire grotte nella cava di Sistiana.
Infine, fra il 1997 ed il 1999 fa parte dello “zoccolo duro” (quasi un centinaio di presenze) degli scavatori che raggiungeranno il Timavo ipogeo sul fondo della Grotta Lazzaro Jerko, 4737 VG.
Chiude la sua attività speleologica nel 2007, ormai settantaduenne, prendendo parte agli scavi che porteranno all’apertura dell’ingresso alto – Arva 3, ovvero Via Augusta – della Grotta Impossibile, 6300 VG.
Gli ultimi anni li trascorre, con il fisico ormai minato, in una casa di riposo. Chiude gli occhi, per l’ultima volta, il 12 marzo 2019.
Pino Guidi