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Sul The Guardian un articolo giornalistico riprende una ricerca apparsa in questi giorni su Science. L’articolo spiega come lo studio del volo dei pipistrelli possa aiutare gli ingegneri aerospaziali a progettare aerei-robot.
Già qualche tempo fa avevamo postato la scoperta del primo pipistrello volante nell’Eocene . L’articolo inglese riprende le ricerche Hedenström dell’Università svedese di Lund e Geoffrey Spedding dell’Università della California del Sud di Los Angeles e spiega come pipistrelli e uccelli usino differenti strategie aerodinamiche per il volo. Lo studio in modo particolare si è rivolto verso il Glossophaga soricina (quello della foto), un nettivoro americano e chiarisce come la principale differenza del volo fra pipistrelli ed uccelli sia dovuta al fatto che i pipistrelli hanno una membrana unica mentre gli uccelli hanno le penne che possono da questi essere alzate e/o abbassate in modo indipendente fra loro. Il volo del pipistrello, in modo particolare, crea ad ogni battito il suo stesso vortice e le differenti parti dell’ala del pipistrello producono una propria corrente ascensionale o discensionale. Come afferma il prof. Spedding, un ingegnere aerospaziale, i pipistrelli sono dei cacciatori agili, capaci di eseguire delle manovre complesse in ambienti ingombri e tale capacità sarebbe eccellente per piccoli veicoli aerei robotizzati che se li possedessero potrebbero essere usati in ambienti rurali ed urbani per sorveglianza.
Hedenström è un esperto in aerodinamica e studia il volo degli insetti e degli uccelli utilizzando la galleria del vento dell’università di Lund. . Un sunto in inglese si può leggere qui
Un altro articolo di approfondimento sempre da Science
Un’altro approfondimento sull’evoluzione del volo

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