Un’estate tragica con un aumento del 15% nei soccorsi e 27 vittime fino ad agosto
I Pirenei Aragonesi stanno vivendo un’estate drammatica con un numero di incidenti mortali in montagna che supera quello degli incidenti stradali.
Fino al 25 agosto, 27 persone hanno perso la vita in incidenti di montagna, più del doppio rispetto alle 11 vittime di incidenti stradali nella stessa provincia.
L’estate del 2024 ha segnato un record allarmante nella mortalità montana, con 16 morti tra giugno e agosto e un aumento del 15% nei soccorsi.
La montagna è diventata la prima causa di morte accidentale nella provincia di Huesca.
Le cifre sono chiare: 16 persone sono decedute in incidenti di montagna nei tre mesi estivi, eguagliando il totale delle morti registrate in tutto il 2023 e superando le 11 e 12 vittime dei verani del 2022 e 2023, rispettivamente.
Questi numeri hanno acceso l’allarme sia nella Guardia Civil che nel Governo di Aragona, che riconoscono la necessità urgente di rafforzare le misure di prevenzione e sensibilizzazione.
Quest’anno, l’incidenza degli incidenti in montagna ha raggiunto livelli mai visti da quando si tengono registri.
L’incremento nel numero di soccorsi, che ha superato la soglia dei 500 annui dalla pandemia, e l’afflusso crescente di visitatori al Pirineo aragonese, contribuiscono a una situazione che sembra fuori controllo.
Solo a luglio, gli hotel della regione hanno riportato massimi di occupazione, indicando una maggiore pressione sull’ambiente naturale e, di conseguenza, un maggiore rischio di incidenti.
Profilo delle Vittime
Il profilo delle vittime di quest’estate è variegato, ma ci sono alcuni schemi ricorrenti.
L’età media dei deceduti è di 53 anni, con un range che va da un giovane canoista di 25 anni che ha perso la vita a Torla, a un alpinista francese di 83 anni caduto sulla rotta dell’Aneto dopo essere rimasto solo.
La maggior parte delle vittime sono uomini, provenienti da diverse regioni della Spagna e dall’estero, inclusi Cile, Francia, Olanda e Regno Unito.
Uno dei dati più preoccupanti è l’aumento dell’età delle vittime, con tre persone di 70 anni o più tra i deceduti.
Inoltre, la metà degli incidenti mortali si è verificata in persone che si trovavano sole, sia perché hanno deciso di intraprendere l’attività senza compagnia, sia perché a un certo punto si sono separate dal gruppo.
Questa circostanza suggerisce che la solitudine in montagna può aggravare le conseguenze di un incidente, non avendo aiuto immediato in caso di emergenza.
Varietà degli Incidenti
La diversità delle attività praticate in montagna aggiunge complessità agli incidenti in questo ambiente.
Sebbene l’escursionismo, l’attività più comune, sia responsabile di un terzo delle morti, altri sport come la canoa, l’arrampicata, il parapendio e il canyoning hanno anch’essi mietuto vittime quest’estate.
Un altro fattore allarmante è l’aumento delle chiamate al 112 per malattie cardiache.
Gli infarti, probabilmente causati dallo sforzo eccessivo in un ambiente così esigente come la montagna, sono stati responsabili di almeno due delle morti quest’estate.
Supera la Strada
Il dato più impressionante di quest’estate è che la montagna ha superato la strada come principale causa di morte per incidente nella provincia di Huesca.
Fino al 25 agosto, 27 persone hanno perso la vita in incidenti di montagna, più del doppio rispetto alle 11 vittime di incidenti stradali nella stessa provincia.
Questo cambiamento di tendenza mette in evidenza la pericolosità dell’ambiente naturale e la necessità di prendere misure urgenti per invertire questa situazione.
Marta Ferrer, coordinatrice della campagna “Montagna Sicura”, sottolinea al quotidiano Heraldo che, in generale, c’è una sovrastima delle proprie capacità sia tra gli escursionisti inesperti che tra i veterani.
Per i primi, la mancanza di pianificazione e di equipaggiamento adeguato può trasformare attività apparentemente semplici in situazioni pericolose. Per i più esperti, la fiducia eccessiva può portare a rilassarsi e a sottovalutare i rischi.
E in Italia? Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico: Un Pilastro della Sicurezza in Montagna
Attività, Formazione e Interventi del CNSAS
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) è un’organizzazione fondamentale per la sicurezza in montagna e nelle grotte.
Fondato nel 1954, il CNSAS opera su tutto il territorio italiano con l’obiettivo di prevenire e gestire le emergenze in ambienti montani e sotterranei.
Attività e Interventi
Il CNSAS è impegnato in una vasta gamma di attività, che vanno dal soccorso di persone in difficoltà alla formazione e sensibilizzazione del pubblico.
Ogni anno, il corpo effettua migliaia di interventi di soccorso, spesso in condizioni estreme e inaccessibili.
Gli interventi non si limitano solo al recupero di persone ferite o in pericolo, ma includono anche la ricerca di dispersi e il recupero di salme.
Formazione e Collaborazioni
La formazione è un pilastro fondamentale del CNSAS. L’organizzazione offre corsi di formazione avanzata per i propri membri, che includono tecniche di soccorso in alta montagna, speleologia e medicina d’emergenza.
Recentemente, il CNSAS ha collaborato con diverse università e istituti di ricerca per sviluppare nuove tecniche e tecnologie di soccorso.
Un esempio di questa collaborazione è il corso di rilievo in sistemi complessi organizzato dal Coordinamento Esecutivo Regione Liguria CNSS-SSI, in collaborazione con la Scuola di Speleologia Lunense e il Gruppo Speleologico Lunense¹.
Questo corso, aperto anche ai non iscritti, mira a formare speleologi e soccorritori su tecniche avanzate di rilievo e mappatura delle grotte.
Eventi e Incontri
Il CNSAS partecipa attivamente a eventi e incontri per promuovere la sicurezza in montagna e nelle grotte.
Ad esempio, il Parco Naturale dei Monti Aurunci, in collaborazione con il Gruppo Grotte Castelli Romani e la Sezione CAI di Esperia FR, organizza eventi di esplorazione speleologica e conferenze per sensibilizzare il pubblico sui rischi e le precauzioni da prendere in ambienti naturali¹.
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico rappresenta un punto di riferimento per la sicurezza in montagna e nelle grotte.
Grazie alla sua vasta esperienza e alla continua formazione dei suoi membri, il CNSAS è in grado di affrontare le sfide più difficili e di garantire un intervento rapido ed efficace in caso di emergenza.
La collaborazione con altre organizzazioni e istituti di ricerca contribuisce a migliorare continuamente le tecniche e le tecnologie di soccorso, rendendo le montagne e le grotte italiane luoghi più sicuri per tutti.
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