Un viaggio nel tempo attraverso un monumento ipogeico dimenticato
Forse non tutti sanno che nella tranquilla valle carsica del rio Cannas di Carbonia, si cela un tesoro archeologico trascurato dalle istituzioni e ignorato dagli itinerari di trekking.
Stiamo parlando della misteriosa “Grotta della Campana 1”, una cavità naturale dai contorni unici, il cui valore storico è stato a lungo sottovalutato.
All’esterno, un battuto argilloso, ormai scomparso, presentava tracce fittili risalenti all’epoca sardo-punica.
Tuttavia, è al suo interno che la grotta rivela la sua vera importanza storica.
Risalente al periodo del Bronzo antico, la cavità fu trasformata in un autentico Tempio-ipogeo.
Frammenti fittili risalenti al Bronzo-finale e alla prima età del ferro sono stati rinvenuti, testimoniando la sua evoluzione attraverso le ere.
Nonostante le molteplici manomissioni e gli scavi clandestini, la Grotta della Campana 1 conserva ancora oggi tracce del suo antico splendore.
Sul pavimento concrezionato emergono resti scheletrici umani, frammenti di vite sepolta che lo stilicidio ha saldato al pavimento calcareo.
Un’osservazione affascinante di tre o quattro donne, la cui storia si perde nei meandri del tempo.
L’altare per le offerte, un’imponente struttura in una colata alabastina, si erge come testimonianza del fervore religioso che animava il luogo.
Le tracce di un antico muro a secco, originariamente concepito per proteggere e chiudere la cavità-tempio, confermano l’importanza dell’area nel contesto storico.
Oggi, alcuni reperti ceramici, in particolare lucerne fitili dalle forme simili a piccole barchette, sono esposti nel civico Museo di Villa Sulcis, narrando la storia silenziosa della Grotta della Campana 1.
Un viaggio affascinante nel passato che ci invita a riflettere sulla ricchezza archeologica nascosta nelle pieghe della nostra storia locale.
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