La squadra di speleologi italiani si prepara per una spedizione in Paraguay per esplorare e valorizzare i Monumenti Naturali del paese.
Il 29 agosto prenderà il via una missione dalle implicazioni scientifiche e turistiche importanti: la Commissione Grotte E. Boegan (CGEB) di Trieste partirà per una spedizione in Paraguay, con l’obiettivo di esplorare e rilevare le grotte del distretto di Conception.
La spedizione è il risultato di un accordo tra la Società Alpina delle Giulie, Sezione del CAI di Trieste, e le autorità governative del Paraguay, mediato da una importante società mineraria sudamericana.
La zona di interesse, situata nella parte settentrionale del Paraguay, lungo il fiume che segna il confine con il Brasile, ospita oltre 40 cavità naturali, considerate “Monumenti Naturali”.
Quest’area, di 270 ettari, è di proprietà della società mineraria sudamericana.
Il progetto è parte di un programma pluriennale che prevede l’esplorazione di queste grotte, la ricerca di nuove cavità e la messa in sicurezza delle grotte destinate a fini turistici.
Inoltre, la CGEB fornirà consulenza e assistenza per una gestione efficiente delle grotte turistiche e organizzerà corsi di formazione per gli speleologi paraguayani.
La spedizione, la cui durata prevista è dal 29 agosto al 14 settembre, rappresenta una importante opportunità per conoscere il territorio e la realtà locale, incontrare le autorità locali e dare inizio al programma di collaborazione.
La CGEB avrà il compito di valutare l’impatto ambientale che le visite possono causare all’Area Forestale Protetta e alle sue grotte. Inoltre, organizzerà corsi tematici di introduzione alla speleologia per il personale scientifico paraguayano, contribuendo così allo sviluppo delle competenze locali.
Il progetto coinvolge influenti autorità paraguayane come il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile, la Segreteria Nazionale del Turismo, il Governatorato e le Municipalità locali, la Federazione Speleologica Paraguayana, la Direzione Generale di Protezione e Conservazione della Biodiversità, la Direzione delle Aree Forestali Protette, l’Università di stato e altri soggetti chiave.
Questa missione rappresenta un’importante occasione per la CGEB di dimostrare la propria esperienza e competenza, contribuendo alla causa della conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale del Paraguay, e di dare lustro alla speleologia italiana anche in una terra tanto remota.
Il Comunicato della Commissione Boegan
La Società Alpina delle Giulie, Sezione del CAI di Trieste, per il tramite di una importante società mineraria sudamericana, ha stipulato un accordo con le autorità governative del Paraguay per condurre attività speleologica nel loro territorio.
La zona interessata si trova nella parte settentrionale del Paese, lungo il fiume Paraguay, che segna il confine con il Brasile.
L’area, che per lunghi anni è stata densamente sfruttata per l’estrazione mineraria e per lo sfruttamento delle risorse forestali, oggi si presenta in gran parte degradata, motivo per cui le istituzioni paraguayane, nel 2012, con decreto legislativo hanno istituito un’Area Forestale Protetta (di seguito AFP) disponendo la cessazione delle estrazioni e dando inizio, contestualmente, a un programma di gestione per la rivalutazione dell’ambiente tramite la conservazione e il ripristino delle attrazioni naturali ivi presenti, mentre la tradizionale economia locale, secondo le intenzioni, sarà rilanciata attraverso la creazione di beni e servizi al fine di potenziare, incentivare e promuovere il turismo nella zona.
Tra le attrazioni di cui si è accennato, ci sono oltre 40 cavità naturali, denominate “Monumenti Naturali”, in parte già sfruttate a fini turistici e in parte ancora inesplorate; queste insistono su un’area di 270 ettari di cui la società mineraria precedentemente menzionata è proprietaria.
La Commissione Grotte “Eugenio Boegan”, avendo appreso che gli speleologi del posto necessitano di sostegno per sviluppare e sfruttare il potenziale che queste grotte offrono, si è dunque messa a loro disposizione offrendo tutta la sua esperienza tecnica e le sue capacità per collaborare localmente in ogni campo in cui possa rendersi necessario intervenire.
Grazie alla mediazione di una persona del posto che padroneggia la lingua italiana e che è in ottimi e strettissimi rapporti con le figure chiave del posto, specificamente con la società mineraria, è stato possibile superare le barriere linguistiche e definire minuziosamente ogni dettaglio della spedizione; in particolare, è stata curata la parte logistica relativamente al trasporto da e per l’aeroporto di Asuncion (la zona di operazioni si trova infatti a 9 ore di fuoristrada lungo una strada forestale), alla sistemazione degli speleologi triestini presso strutture locali a costo zero, al loro trasporto in zona di operazioni per tutta la durata della spedizione, alla fornitura di materiali per lo svolgimento delle attività, all’organizzazione di incontri formali con i vari soggetti coinvolti nel progetto.
Particolarmente preziosa è stata l’opera di traduzione che ha permesso un intenso scambio epistolare e l’organizzazione di numerose videoconferenze con le autorità paraguayane e con la direzione della società mineraria; a seguito di ciò è stato possibile elaborare un programma pluriennale di collaborazione che partirà nel mese di agosto p.v. con una prima spedizione in terra paraguayana a cui parteciperanno 7 soci della CGEB.
Scopo della trasferta sarà principalmente quello di conoscere il territorio e la realtà del posto, incontrare le autorità locali, ma anche di esplorare e rilevare le grotte comprese nel piano di gestione dei Monumenti Naturali.
Negli anni a seguire (tre o quattro) le attività che la CGEB è chiamata a condurre comprenderanno il completamento dell’esplorazione delle grotte, battute di zona alla ricerca di nuove cavità, armo e messa in sicurezza delle grotte destinate a scopi turistici, rilievo e restituzione grafica ai soggetti interessati, valutazione ambientale sull’impatto che le visite possono causare all’area protetta e alle sue grotte.
Inoltre, grazie all’esperienza maturata nei decenni nella gestione di una delle grotte turistiche più grandi d’Europa (Grotta Gigante), il personale specializzato della CGEB potrà fornire consulenza e assistenza per una gestione razionale e funzionale delle grotte turistiche, mentre altri membri della Commissione, attivi nel soccorso speleologico, potranno organizzare e condurre corsi di formazione a favore degli speleologi paraguayani.
Infine, preso atto della necessità da parte degli indigeni di condurre studi approfonditi su flora e fauna ipogee oltre che su geologia e idrologia, verranno organizzati e condotti localmente corsi tematici di introduzione alla speleologia a favore del personale scientifico paraguayano che acquisirà così le capacità e le competenze necessarie a condurre attività di ricerca speleologica in autonomia.
Il progetto, a cui prenderanno parte influenti autorità paraguayane quali il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile, la Segreteria Nazionale del Turismo, il Governatorato e le Municipalità locali, la Federazione Speleologica Paraguayana, la Direzione Generale di Protezione e Conservazione della Biodiversità, la Direzione delle Aree Forestali Protette, l’Università di stato e altri attori chiave, costituisce una formidabile occasione per dare esecuzione agli obiettivi che i legislatori paraguayani si prefiggono, ovvero l’armonizzazione delle necessità e degli interessi delle comunità locali perché, come la legge stessa recita, “…è in questa zona che si esprime la solidarietà, il mutuo sostegno e la responsabilità condivisa tra l’amministrazione dell’Area Forestale Protetta e le comunità, gli individui, le organizzazioni private e governative per il consolidamento dell’AFP e lo sviluppo socio-economico sostenibile”.
E’ in questo contesto di intenzioni e di valori che la CGEB si inserisce, con la speranza, viva e convinta, di essere utile alla causa e di dare lustro alla speleologia italiana anche in una terra tanto remota, sconosciuta e per molti tratti estranea ai tradizionali canoni di grotta a cui siamo abituati.