Il Centro Studi Sotterranei di Genova, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, sta realizzando la mappatura degli ipogei della città.
L’ambizioso progetto è curato da Stefania Traverso responsabile del SIT – Sistemi Informativi Territoriali della Direzione Tecnologie Digitalizzazione e Smart City.
Molteplici sono i fronti di utilizzo dei dati che verranno raccolti nel sottosuolo utilizzando georadar e laserscan 3D: dal miglioramento della gestione delle risorse idriche alla verifica di problemi strutturali, dalla sostenibilità ambientale all’arricchimento dell’offerta turistico-culturale.
Pochi giorni fa si è partiti con il primo sito: la cisterna medievale di Fontane Marose.
La cisterna contiene circa un milione di litri di acqua e al termine delle operazioni di svuotamento potrà essere rilevata e studiata.
«Questa attività è particolare perché va a cercare nella memoria perduta una parte di città importante di cui abbiamo testimonianze – spiega Stefania Traverso del SIT-Sistema Informativi Territoriali -. Si parte da Fontane Marose, ma non ci si fermerà. Questo è soltanto un prototipo, ma noi vogliamo continuare l’attività in molti punti interessanti della città e mettere tutto a sistema con le reti del centro servizi e con le altre parti che interessano la gestione intelligente dell’ambiente urbano.”
Per realizzare la mappa dell’intero sottosuolo di Genova ci vorranno anni.
Gli altri siti individuati, e prossimi oggetti di intervento, sono il tracciato dell’antico acquedotto storico in corso Paganini, il camminamento e ossario dell’Acquasola, il bunker di Villetta Di Negro e la cisterna privata di Palazzo Belimbau.
«Questo progetto avviato dal SIT consentirà di visitare, documentare, testimoniare e rilevare cinque siti ipogei della nostra città – aggiunge Stefano Saj, responsabile del Centro Studi Sotterranei -. Iniziamo da quello di via Interiano che è fondamentale per la storia della città e per le sue particolarità ambientali, storiche e turistiche.
Si tratta di una cisterna che appartiene a Fontane Marose che con i suoi flutti alimentava le acque che approvvigionavano parte degli abitanti del centro storico. Ora non esiste più perché è stata demolita per dare spazio allo sviluppo urbano della città quando è stata aperta via Interiano. La cisterna era appartenente al sistema delle fontane pubbliche di allora, alimentate dall’acquedotto storico della città.
In particolare, crediamo che questa avesse una doppia fonte di alimentazione dal basso e dall’alto: dall’alto attraverso una diramazione dell’acquedotto storico e dal basso attraverso una sorgente delle acque appartenenti al rio Sant’Anna, all’epoca pulite e potabili.
Una volta svuotata potremo operare strumentalmente e visivamente.
Nel 2004, ovvero l’ultima volta che abbiamo visionato la cisterna, erano presenti due anguille, verificheremo se esistono ancora delle discendenti e ci siamo già attrezzati, prendendo gli accordi con gli uffici competenti della Regione e con l’Acquario di Genova, per poterle eventualmente restituire al loro elemento fluido naturale mentre svuoteremo la cisterna».
Articolo originale su https://smart.comune.genova.it/comunicati-stampa-articoli/al-la-mappatura-della-genova-sotterranea-scoprirne-il-passato-e-guardare