Notizia di Giorgio Pannuzzo
Questo week-end siamo tornati alla confluenza di -510 nell’Abisso dei 2 Increduli.
In questo punto c’è un notevole arrivo d’acqua decisamente più imponente rispetto a quelli incontrati nelle parti superiori; le dimensioni degli ambienti  avevano già da tempo stuzzicato insane curiosità, che solo da poche settimana hanno ricevuto soddisfazione.
La prima punta in queste zone, a fine 2005, aveva fruttato una via in leggera risalita (ramo degli Zombie) con meandri alti e insolitamente ampi, intervallati da brevi saltini. Gli esploratori si erano fermati alla base di due camini che concludevano due distinte diramazioni.
Gli obiettivi della recente uscita erano principalmente due: continuare le risalite e rilevare quanto esplorato in precedenza.
Nonostante le 19 ore di permanenza ipogea i risultati sono stati raggiunti solo in parte, sia per qualche imprevisto nella tabella di marcia che ha ritardato l’ora di entrata ma anche per una valutazione eccessivamente pessimistica dei tempi di ritorno.
E’ stato risalito un nuovo camino di una decina di metri nella diramazione di destra, raggiungendo un nuovo meandro attivo che prosegue ulteriormente dopo qualche passaggio ostico. Questa diramazione è stata rilevata quasi per intero e, inaspettatamente, punta verso Ovest.
In quella direzione la grotta più vicina si trova a circa 250 metri in linea d’aria (Lacca della Seggiovia, -270).
La diramazione di sinistra, che non siamo riusciti a rilevare, sembra in realtà quella più interessante, per diversi motivi.
– Presenta una forte corrente d’aria in arrivo da un ipotetico ingresso basso.
– E’ ferma alla base di un grosso camino valutato sui 30 metri.
– Sembrerebbe puntare verso Sud, cioè verso la Laca di Muradèi (-197), che si trova ad una sessantina di metri in pianta e si comporta  proprio da ingresso meteobasso.

Nelle prossime settimane cercheremo di pianificare un po’ meglio nuove punte al ramo degli Zombie per capirne le potenzialità e per valutare la sua reale importanza nell’equilibrio generale dell’abisso.

Restano da approfondire infinite possibilità esplorative lungo l’intera cavità, rappresentate da diramazioni che vengono pian piano visitate.
Ai soliti ostacoli (discreto dislivello e faticosissimi meandri iniziali) si aggiunge in questo periodo il lungo avvicinamento a piedi con un bel manto nevoso abbondante.
Ultimo dettaglio: un ghiro burlone che ha preso l’abitudine di sgranocchiare vari materiali (barattoli del carburo, bottiglie di plastica, cavo 220 v) e che ha recentemente scoperto il gusto della Edelrid che serve per il primo pozzo. Sarà colpa degli OGM?

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