E’ possibile non intervenire e lasciare che la selezione naturale compia il suo corso?
L’episodio sottolinea la sottovalutazione dei pericoli naturali in montagna
Nell’alta Savoia, un incidente ha sottolineato l’importanza di prendere sul serio i pericoli naturali in montagna.
Un’escursionista, priva di attrezzatura alpinistica, è finita in un crepaccio sul ghiacciaio di Punta Helbronner.
Il fatto, avvenuto il 21 agosto, è stato documentato in un video condiviso su Instagram dal profilo “L’occhio del Gigiat”.
Il video mostra chiaramente come la montagna non sia da considerare come una piazza cittadina.
I ghiacciai, in particolare, non sono luoghi adatti per improvvisarsi turisti alla ricerca di emozioni forti.
Non si può pensare che la massa di ghiaccio sia una grande piazza in cui passeggiare spensierati.
La turista coinvolta nell’incidente è caduta in un crepaccio per una distanza di 20 metri, senza indossare l’equipaggiamento adeguato né avere alcuna protezione.
Se è vero che le funivie e i rifugi rendono l’alta montagna accessibile a tutti, è altrettanto vero che l’ambiente naturale non è sempre così accogliente come può sembrare sui social media.
È necessario considerare attentamente i vari pericoli e le condizioni meteorologiche prima di affrontare tali avventure.
Nonostante ciò, non mancano ancora persone che si avventurano sui ghiacciai con infradito o zoccoli, ignorando i rischi.
L’incidente è un monito che sottolinea la persistente sottovalutazione dei pericoli naturali da parte di alcune persone.
La montagna, indubbiamente, appartiene a tutti, ma non è adatta a tutti.
È essenziale valutare attentamente i rischi e le condizioni ambientali prima di intraprendere un’escursione.
In caso contrario, è consigliabile rimanere a casa e godersi la lettura di un libro, anziché mettersi in pericolo in modo irresponsabile.
Incoscenza, stupidità o presunzione ? forse un po’ di tutto questo e… anche altro!
Per esemplificare quello che molto spesso accade nelle grotte, in montagna, nei cantieri e nelle zone a rischio, di seguito riporto un significativo episodio di cui sono stato protagonista qualche tempo fa.
Durante i lavori di rilievo SpeleoTopografico effettuati, alcuni anni fa, all’interno di grotta dei Cervi (Badisco, Otranto-Le)
mi si é presentata una Giovane Donna con Fidanzato al seguito, qualificandosi “Archeologa”.
Con insistenza mi chiese di accedere in grotta per… “dare un’occhiata”.
Non aveva alcuna autorizzazione della Soprintendenza ed era attezzata di: sandaletti estivi in pelle, fazzoletto di panno in testa, vestitino estivo ed … illuminatore del telefonino. Più o meno alla stessa maniera era acconciato ed attrezzato (sic!) il “fidanzato”!
Ovviamente, in quanto responsabile della sicurezza in grotta dei Cervi (Assuntore di Custodia della Soprintendenza), gli vietai di accedere.
E così fu evitato un certo incidente in grotta dei Cervi ma… me ne feci un’accesa nemica!
Oggi, quella “Archeologa con telefonino & C.” dirige un piccolo Museo salentino, si mostra piuttosto accreditata presso gli Enti del settore e… quando m’incontra finge di non conoscermi.
Non si è mai resa conto di essere stata fortunata! 😉
nini ciccarese
l,arroganza è sorella della stupidità ! forse un giorno quando qualcuno di cui lei si fida gli avrà fatto capire il tuo gesto ,se è intelligente ,ti verrà a ringraziare !!
questo episodio la dice lunga sui criteri con cui vengono date lauree in italia e sull esito di alcuni concorsi inoltre e palese il mediocre quoziente intellettivo dei 2 improvvisati sportivi montanari il problema e che questi saranno la futura classe dirigente italiana un bocca al lupo a tutti noi
continuo a sentire tali notizie sconcertanti: ma le persone hanno il cervello in funzione??? Sono da ricovero psichiatrico urgente!
sono veramente stupidi ed anche egoisti perché mettono in pericolo i soccorsi
condivido in pieno!!! mio figlio lavora nel soccorso alpino e ho paura x lui e tutti quelli che ci lavorano ogni volta che sento l elicottero..,senza contare cosa COSTA A TUTTI NOI CONTRIBUENTI!!! È si il loro lavoro ma rischiare di morire x degli incoscienti che se la vanno a cercare…
io stessa ho visto in montagna famiglie con bambini piccoli in infradito che cercavano di salire sul MONVISO!!!!! non solo io li lascerei li ma gli farei una multa così salata da fargli perdere la voglia di andare in montagna…
Amo ed ho sempre amato la montagna. Ho frequentato una scuola di roccia per poter riempire lo zaino di nozioni indispensabili per poter affrontare i pericoli che questo ambiente pone frequentejente. Ho percorso diverse alte vie dolomitiche, mi sono “arrampicato” su vie ferrate di varie difficoltà, ho attraversato, quando ancora esistevano,il ghiacciaio della Marmolada e dell’ Alesch nel Cantone Vallese. Questo mij ha dato sempre un senso di libertà, di pace interiore e di consapevolezza delle mie possibilità. Sinceramente oggi faccio una terribile fatica a capire ed a, comprendere le ragioni,,se possono esistere ragioni, di chi affronta un ambiente che può naturalmente essere ostile con leggerezza ed, incioscienza. Più che ragioni direj stupidità ed assoluta mancanza di cultura . Lasciarli nel fondo di un crepaccio ? No di certo perché la montagna insegna anche la solidarietà ma certamente costringerli a pagare integralmente il costo dek salvataggio ed imputargli anche il costo di chi puo mettere a repentaglio la vita per salvarli. Per primo riconosco che il danaro è quello strunento che non ripag a il torto che viene fatto ma forse, per alcune persone è più importante dei danni che arrecano
La Montagnana e di tutti ma non per tutti