Speleologi svizzeri cercano di dimostrare il collegamento tra due sistemi di grotte nel Canton Berna
Gli speleologi ritengono che esista una connessione tra il sistema Siebenhengste-Hohgant e la grotta del Bärenschacht, che con i suoi 84 chilometri misurati rappresenta attualmente la terza grotta più estesa della Svizzera dopo la Holloch con 212km e -1033 m, e dopo la seconda, il sistema Siebenhenhste-Hohgant da 163 km e -1340
“Da qualche parte deve esistere necessariamente un collegamento tra le due grotte”, afferma con convinzione Rolf Siegenthaler, speleologo che da anni esplora i sistemi carsici del Canton Berna.
Se la connessione tra i due sistemi venisse dimostrata, la grotta risultante sarebbe la più estesa del Paese.
Tuttavia, mancano ancora circa 500 metri per completare l’unione e solo l’esplorazione diretta dell’uomo potrà confermarne materialmente il collegamento.
Gli speleologi sono comunque certi che prima o poi riusciranno a dimostrare come le grotte Siebenhengste-Hohgant, Beatenberg e Bärenschacht facciano parte di un unico, vasto sistema ipogeo.
Fino ad allora, il primato di grotta più grande della Svizzera rimane saldamente nelle mani dell’Abisso di Monte Sopra.
Nonostante le difficoltà, la passione per l’esplorazione speleologica non conosce soste.
La determinazione dei gruppi speleologici svizzeri nella ricerca del collegamento tra i complessi carsici del Canton Berna rimane immutata nonostante le difficoltà tecniche e logistiche che devono affrontare.
Come sottolinea il subacqueo Michael Höttl, lo slancio della scoperta è la molla che spinge gli esploratori a superare gli ostacoli: “Ricordo ancora l’emozione nel risalire dal sifone dopo 400 metri e capire che le gallerie continuavano oltre“.
Anche l’ingegnere Christian Lüthi evidenzia come l’esplorazione ipogea sia una sfida personale prima ancora che scientifica: “In grotta devi concentrarti solo sull’azione, mettendo da parte le preoccupazioni quotidiane, altrimenti diventa pericoloso“.
Se le condizioni meteo e logistiche del prossimo inverno non dovessero permettere una spedizione definitiva, i ricercatori svizzeri manterranno viva la speranza di completare l’impresa negli anni a venire.
Nel frattempo, continueranno a setacciare pazientemente ogni anfratto dei sistemi carsici bernesi, guidati dalla convinzione che un giorno il loro lavoro contribuirà a riscrivere i record del mondo speleologico.
La ricerca del collegamento prosegue nonostante le difficoltà
Nonostante le condizioni non sempre semplici, la comunità speleologica svizzera prosegue con determinazione la sua ricerca.
“Trovare la connessione tra le grotte Siebenhengste-Hohgant e il Bärenschacht sarebbe un traguardo eccezionale per la mia carriera” dichiara Siegenthaler.
Tuttavia, sottolinea Höttl, “non bisogna guardare solo all’obiettivo finale, ma godersi ogni momento della discesa sotterranea”.
Anche durante il prossimo inverno infatti gli esploratori torneranno a setacciare pazientemente le gallerie, nella speranza di raccogliere nuovi indizi.
Ma al di là del primato, per Lüthi ed Homburger la sfida rimane prima di tutto umana: “È solo affrontando i propri limiti che si possono raggiungere nuovi traguardi”.
Se la connessione non dovesse trovarsi, gli speleologi svizzeri non demordono.
“Continueremo a collaborare per mappare ogni angolo di queste grotte” conclude Siegenthaler.
Consapevoli che ogni nuovo metro esplorato contribuisce ad arricchire il patrimonio di conoscenza delle meraviglie nascoste sotto le Alpi.