Inizia un periodo di attività vulcanica dopo secoli di quiescenza

L’Islanda si prepara ad affrontare una nuova era di attività vulcanica dopo secoli di relativa quiete nella sua penisola vulcanica occidentale.

L’ultima eruzione del vulcano Fagradalsfjall, un cratere di lava ribollente che brilla di un intenso giallo chiaro su uno sfondo grigio scuro, segna l’inizio di questo nuovo periodo di attività vulcanica islandese.

Il segnale dell’arrivo di questa nuova era è stato dato il 4 luglio di quest’anno, quando nel sud-ovest dell’Islanda sono stati registrati più di 2000 terremoti in sole 24 ore.

Poco dopo, l’attività sismica si è placata mentre il magma risaliva verso le profondità superficiali, dando infine origine a una colata di roccia fusa il 10 luglio.

L’eruzione sta avvenendo vicino alla piccola montagna di Litli-Hrútur, nella regione di Reykjanes, una penisola vulcanicamente attiva diventata una meta popolare per i turisti desiderosi di osservare il getto di lava che si riversa sulla superficie.

Tuttavia, il sito della nuova eruzione potrebbe essere pericoloso: nuove fenditure potrebbero aprirsi senza preavviso nelle vicinanze, fiumi di lava possono formarsi rapidamente e gas tossici possono riempire l’aria, secondo l’Ufficio Meteorologico dell’Islanda.

Questa eruzione rappresenta il terzo parossismo vulcanico consecutivo della penisola, dopo eventi simili nel 2021 e nel 2022, e sembra improbabile che sia l’ultimo.

Secondo Dave McGarvie, vulcanologo presso l’Università di Lancaster, dopo un’eruzione avvenuta l’estate scorsa, “questo aumento di attività vulcanica potrebbe segnare l’inizio di decenni di eruzioni occasionali”.

La geologia vulcanica dell’Islanda


La penisola di Reykjanes si trova a circa 27 chilometri a sud-ovest della capitale islandese Reykjavik.

Sorge sulla dorsale medio-atlantica in continua espansione, dove la placca nordamericana a ovest e la placca euroasiatica a est si stanno gradualmente separando.

Il magma estremamente caldo e ricco di gas, meno denso della roccia circostante, può risalire nella crosta superficiale solo grazie alla sua spinta ascendente, ma l’estensione regionale crea anche fessure che permettono al magma fuso di infiltrarsi.

Il caos sotterraneo della penisola sembra manifestarsi come scosse di vulcanismo periodiche.

Resoconti storici e studi su rocce vulcaniche antiche mostrano che periodi di riposo vulcanico si alternano a risvegli sismici ed eruttivi in un ciclo che si è ripetuto diverse volte negli ultimi millenni.

Sebbene la regione sia rimasta vulcanicamente inattiva per secoli, le fratture tettoniche in profondità hanno reso le recenti eruzioni un evento imminente.

Un nuovo inizio infuocato


Negli ultimi anni, diverse strati di magma si sono spinti verso la superficie, come indicato dai cambiamenti nella forma del terreno e dalle sciami di terremoti, afferma Tobias Dürig, vulcanologo presso l’Università d’Islanda.

Ma per un certo periodo di tempo, questi serpentelli magmatici sono rimasti intrappolati, sia a causa della perdita di slancio verso l’alto che perché la crosta resistente non offriva una via di fuga.

Tuttavia, man mano che i terremoti aumentavano in frequenza e intensità a partire dalla fine del 2019, gli scienziati hanno sospettato che un’eruzione in futuro fosse inevitabile.

Ciò è stato confermato in modo spettacolare il 19 marzo 2021, quando la lava ha iniziato a zampillare da una fenditura lunga 500 metri nella regione di Geldingadalur.

Fonte: National Geographic https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.nationalgeographic.com%2Fenvironment%2Farticle%2Ficeland-eruption-fiery-volcano-earthquakes%3Ffbclid%3DIwAR3qz6sIgXoHeEIEihU890lyk3iI3kvRv52L_RMBRqa-eSxZDh-fi7P6j_U_aem_AfpJ-cPGyrBSeFuE1ioKxhsTRdaZVX26RSt0qwJD1AQTn0Mx057Mt-uL13A7KaTtvtw&h=AT3pdlT18ijnCev3lBLynJF_ezFDJMTCPymMv1ye1v56wWKFz6y_4OG_IOCF2knMnmpKFzD9O9YnK8Lu9XD57vOi7GweA6c9am-p5AgCkcL3_Wy40kspTEASsB_g&s=1