Con Gobetti e Benassi puzza di zolfo ma non è l’Inferno. Un chilometro e mezzo di nuove grotte esplorate.

Di Andrea Benassi – Tra la fine di dicembre e la prima metà di gennaio si è svolta una survey nell’area a cavallo del confine tra Grecia e Albania. L’obiettivo era verificare in alcuni piccoli affioramenti calcarei speleologicamente inesplorati, la presenza di grotte ipogeniche sulfuree.

Tutta l’area dell’Albania meridionale, fino al confine con la Grecia. appare infatti caratterizzata dalla presenza di importanti e vistosi fenomeni termali sotto forma sia di importanti sorgenti sulfuree che di significative sorgenti di vapore sempre collegate con la risalita di fluidi profondi.

Le recentissime scoperte, realizzate negli ultimi anni da diversi gruppi speleologici sia italiani che stranieri, hanno reso in questa prospettiva l’intera zona di estremo interesse per la ricerca e lo studio di grotte ipogeniche legate a processi speleogenetici acidi sulfurei (SAS).

Quattro le aree scelte come obiettivi della spedizione: l’anticlinale di Amarantos e la zona delle sorgenti di Kavalisis e Pixaria in Grecia, e l’area degli anticlinali di Postenam e Lengarice in Albania.

Nonostante il poco tempo a disposizione, i risultati sono stati decisamente entusiasmanti con quasi 1,5 chilometri di nuove grotte esplorate e documentate.

Tutti i fenomeni individuati sono direttamente legati alla presenza di acque termali fortemente sulfuree.

Le grotte mostrano infatti tutte le più classiche morfologie SAS: tasche di sostituzione, abbondanti depositi di gesso, cristallizzazioni, depositi e concrezioni di zolfo, rillekarren sulfurei, meandri con canali di alimentazione centrale, strutture a labirinto e belle sale caratterizzate da soffitti a domo circolare.

Segno di vecchi laghi sulfurei. In una di queste grotte abbiamo anche raggiunto il livello attivo sulla quota delle sorgenti su un meandro allagato da acqua sulfurea.

Le principali grotte identificate, si comportano inoltre come smoking shaft, (grotte vaporose), essendo caratterizzate dalla circolazione di flussi di vapore di molti metri cubi al secondo, con temperature anche superiori ai 26°.

Allo stato attuale delle esplorazioni, l’area della Lengarice o Benjes (Albania) è quella che mostra le più alte potenzialità.

L’area è costituita da una struttura calcarea ad anticlinale, incisa per alcuni chilometri dal torrente Lengarices.

Lungo la gola, profonda a tratti oltre 200 metri, vengono a giorno circa una decina di polle sulfuree con temperature comprese tra i 23° ed i quasi 30°.

La grotta più importante che abbiamo esplorato in questa zona, si sviluppa attualmente per circa mezzo chilometro su quasi cento metri di dislivello, tra pozzi, gallerie e grandi saloni.

Il tutto percorso da un incredibile flusso di vapore misurato in oltre 5 metri cubi al secondo con una temperatura misurata all’uscita di circa 25.6° e che risale man mano che si scende superando attualmente i 26° nelle grandi Gallerie della Regina Teuta.

Anche qui le forme SAS sono ovunque con enormi depositi di gesso sospesi sulle pareti. Sebbene non sia stato ancora raggiunto il livello attivo, le prosecuzioni e le potenzialità appaiono decisamente importanti.

La polla solfurea probabilmente coinvolta è caratterizzate da una portata di oltre 50 litri al secondo con una temperatura di circa 30° ed elevati livelli di idrogeno solforato in soluzione.

Proprio in questa prospettiva è allo studio una nuova spedizione in primavera.

(Alla survey hanno partecipato: Andrea Benassi, Andrea Gobetti, Federico Gregoretti, Alessandro Valsuani)