di Claudio Barbato


Giovedì pomeriggio sembra tutto pronto. Metto dentro ad una borsa alcune cose da vestire, per
prima la maglietta gialla Scintilena.
Vado a prendere il furgone dal meccanico ma lo vedo ancora sotto i ferri. Ansia. Doveva essere una
cosa semplice. Mi dice che rimontando un braccetto il bullone che lo tiene fisso al telaio si è
spanato e così non si può partire troppo pericoloso.
Il suo fornitore non lo trova. Guardo su un sito francese dove prendo accessori e ricambi e lo trovo.
Con i codici riusciamo a reperirlo. Un euro e cinquanta e quasi quasi rimango a piedi. Come per il
materiale speleo non è un bullone qualunque ma IL BULLONE. Torno dopo un paio d’ore e
finalmente il volkswagen è a casa.
Carico acqua, viveri, la borsa e dimentico un telo per il parabrezza ma fa niente tanto me ne
accorgerò solo a Narni.
Venerdì alle 9 parto e procedendo verso sud la nebbia si fa sempre più fitta. Da Rovigo fino quasi a
Bologna non si vede da qui a là e La Luce nel Buio è ancora lontana.
Firenze A1 o Cesena Perugia E45?.
Devio nel meandro a sx e prendo A14. Dalla radio ISORADIO vengono notizie poco confortanti ma
il meandro, strada, che ho preso sembra facile.
Stanno peggio in Liguria dove si è rovesciato un camion di olive e olio. Dovranno in breve tempo
rifare il manto stradale, unica soluzione per ripristinare la strada. Il capo dell’autostrada dice che gli
servirà solo 24 ore. Liguria tra ponti, gallerie, e tratti di strada impervi è difficile da percorrere.
Il furgone teutonico inizia ad arrancare verso l’appennino e la nebbia si dirada. Davanti a me una
difficile strrada piena di cantieri, dove le buche sono come pozzi che inghiottono camper, auto e
grossi camion, almeno così dice internet. Gli aggiornamenti sono però di qualche anno fa.
Procedo a velocità di crociera, si sa i meandri si affrontano con la dovuta calma. Tutto liscio fino a
Narni dove arrivo dopo 496 km.
Sono le due del pomeriggio, un parcheggiatore abusivo mi invita nel suo ridente parcheggio ma io
ho altro in mente. Risalgo il pozzo verso il centro e rivedo anche il parchetto dove mi sono piazzato
durante il raduno del 2015.
Bellissimo raduno quanti bei ricordi.
Arrivo al parcheggio con area sosta camper e mi ricavo un angolino. Tanto il mio t4 vw non prende
lo spazio dei camper bestioni.
Chiudo tutto e salgo in ascensore. La locandina di scintilenna e friends compare in ogni dove.
Il mio telefono naviga altrove ma qui non ne vuol sapere. Alzo la testa e Narni è costellata di tabelle
marroni con indicati luoghi di interesse storico e trovo subito la saletta dove doremo incontrarci.
Aspetto fuori, sono in anticipo, caffè, qualche telefonata per rassicurare i familiari che son arrivato e
poi mi siedo ad aspettare l’evento.
Un tizio giovane che non conosco sta facendo delle prove con la chitarra elettrica. Ac Dc, Led
Zeppelin ecc. Mi commuovo nel vedere che un giovane suoni musica così geriatrica. Un tizio che
vorrebbe accompagnarlo al pianoforte lo importuna ma lui paziente prova alcuni accordi.
Non ci siamo i due strumenti non si incontrano e finalmente il pianoforte viene chiuso e buonanotte
suonatori.
Ci siamo finalmente Andrea apre le esplorazioni di queste giornate. Visibilmente commosso
racconta ai presenti di come quando e perchè è nata scintilena e poi ci presenta suo figlio, il
chittarrista, il quale attacca con gli AC DC. Si accende una lampada a carburo mescolando carburo
Umbro con carburo Toscano. Beccuccio intasato, qualche ciucciotto e finalmente parte.
Che meraviglia, odore e sapore di altri tempi.
Vecchi speleo come me che si commuovono davanti ad una acetilene, ascoltando Andrea.
Poi è la volta dei padroni di casa dell’Utec Narni, dei Pipistrelli di Terni ed infine Nino la Rocca
che descrive ampiamente la lunga preparazione per il film il Buco di Frammartino.
I fratelli di penna di Sopra e Sotto il Carso attraverso un documento storico di un filmato girato a
Trieste concludono la prima serata.
Tocca Magnà all’ Hostaria del pozzo del terziere di Mezule. Non so dove è e a naso seguo la
mandria di bufali affamati travestiti da speleo. Si accede al luogo di culto godereccio attraverso una
angusta porticina dove dopo una giravolta a dx si entra in un ambiente spettacolare.
Dalle volte scendono lampade, vecchi attrezzi, una cetra o strumento medievale a me ignoto e tavoli
ben apparecchiati.
Vedo facce conosciute come Sandro Sedran e la moglie e mi aggrego. Con noi completa il tavolo
una coppia di Veneziani ma speleo malensi, però poi S-Team e il presidente Utec Narni.
Dietro al mio tavolo si siede Nino La Rocca e quindi lo aggredisco subito presentandomi come
l’istruttore, assieme ad altri, della tecnica su scale degli attori . Parliamo di Gil, delle maestranze
dell’altopiano e mi confida di come sia rimasto colpito dalla gentilezza degli scenografi.
Arrivano i gli antipasti poi i primi, assomigliano ai bigoli ma non lo sono però son una meraviglia.
Iniziano le storie, i racconti, le risate, si beve, si canta Filomena Filomè…..
Arrivata una certa ci si infratta verso i propri giacigli.
Arrivato al furgone, un Camperista mi si è talmente appicicato che non riesco ad aprire il portellone.
Mi sposto, lo sgaso un po’ con del sano gasolio padano e poi mi infratto.
Sottotuta, sacco a pelo, non serve il Webasto, riscaldamento autonomo a gasolio di origine militare.
Magari il mio vicino è permaloso.
Al Mattino senza sveglia mi sbrando, colazione lenta, caffè, barrette, carcadè.
La sostanziosa cena ha mantenuto la mia temperatura corporea buona.
Però un po’ di Webasto al profumo di petrolio al mio vicino come risveglio glielo do.
Quando vedo che nel camper si agitano e che la temperatura in furgone è buona spengo e mi ristoro.
Stamattina si cambia location.
Smanetto un po’ con il cell e finalmente capisco che per navigare nelle favolose mappe di Andrea
bisogna attivare il geolocalizzatore. Che mona che son. Arrivo nella Sala dei Priori quasi puntuale.
Si parte per una nuova gironata esplorativa.
Esplorammo la rete poi speleofotocontest, dalla Sardegna il lungo ma profiquo lavoro di
collaborazione con la Rai.
Sono solo le 11 e prima del mio intervento si parla di tutela di Pipistrelli, capisco finalmente la
differenza tra tritoni e geo tritoni.
Poi la chicca della giornata. In Iran seguendo le fratture anche di piccole dimensioni delle montagne
di sale hanno scoperto una formica troglobia.
Per vivere infrattata in fessura ha sviluppato molto le zampe tanto da sembrare un ragno.
Poi tocca a me. Racconto l’esperienza dei Recuperanti, della nascita, dei rifiuti di cui sono piene le
nostre montagne, delle amministrazioni con cui è difficile dialogare.
Il pubblico è attento e guarda stupito e interessato,numeri, foto ecc.
Andrea si complimenta per il nostro lavoro e ci esorta a proseguire ammettendo che dalle loro parti
la cosa è uguale ma non ci sono iniziative.
Usciamo per la pausa pranzo e mi porto a casa i complimenti per il lavoro e la presentazione da
parte di due giovani.
Grazie
Minestrina in furgone che ho spostato al sole e poi di nuovo in conferenza.
Inizia Maurizio Tavagnutti con due filmati storici di esplorazioni in carso e poi lo segue Giulio
Gecchele esploratore del Bifurto. Racconto affascinante su mezzi, ispezioni di carabinieri che
pensavano che questi speleologi del nord avessero recuperato il tesoro di un brigante.
Poi attrezzi primordiali di esplorazione, chiodi autocostruiti, un discensore, scalette ecc.
Segue la relazione/ racconto di Marco Bani e il suo Monte Nerone.
Molto affascinante, paesaggi e grotte stupende da leccarsi i baffi.
La grotta degli innocenti, Tubi, a Frasassi
Franco Utili racconta il Corchia e le esplorazioni dei fiorentini. Film Corchia la Montagna Vuota.
Dopo di lui ma sono già le 19 arrivano gli speleo sub Pugliesi.
Basta sono sotto anestetico ho bisogno di aria.
Vago un po’ per Narni e trovo Donato Pupillo. Tuo fratello? Mi Chiede…sta bene, anzi no gli fa
male una gamba ma arranca.
Scendo a piedi verso il furgone e accendo il cell che piazzio con il navigatore. Chiamo a casa per far
capire che son ancora vivo e poi vado verso la nuova osteria Tiberina.
Capiamo non senza fatica che ci hanno riservato tutto un piano.
Siamo in molti, tutti a onorare Scintilena e il suo Creatore Andrea Scatolini.
Aria di festa, abbiamo preso coraggio e tra una portata e l’altra si canta, una donna fischia come uno
scaricatore di porto. Beata lei io non ne sono capace. Andrea passa tra i tavoli. Alla compagnia mia
di Sandro e Simona si aggregano due noti speleo di Pordenone. Chiaccherano a manetta ma vista la
baraonda capisco solo una parte di quello che dicono, dispiace, sarà per tempi migliori.
A mezzanotte e mezza arriva il dolce.
Torta del ventennale ottima buona. Andrea riceve una mega bottiglia di Cabernet ma anche i soldi
per il dominio della Scintilena raccolti di soppiatto a sua insaputa.
Qualche mezz’ora prima una avvenente speleologa mi chiede l’età e quanti km ho fatto per arrivare
fin lì.
Strano approccio, una volta si chiedeva il numero di telefono, ma non lo fa solo con me ma con
tutti. Meno male mi ero preoccupato. Età media dei partecipanti 52 anni ( facendo la media delle
varie età e qualche ventimila km percorsi per raggiungere Narni e festeggiare Scintilena.
Quasi l’una ce ne andiamo. Arrivo in parcheggio, faccio il letto e mi infratto nel sacco a pelo.
Emergono dal profondo pensieri, progetti, ricordi.
Scintilena come detto più volte non è solo un blog ma un pulsare di vita. Ogni articolo scritto o
raccolto segna le nostre esplorazioni. Mi piace pensare che Scintilena sia nata per esplorare il nostro
modo di porci nei confronti del mondo esplorabile.
Mi assopisco con questi pensieri ma poi il fresco mi sveglia alle 6 e 30.
Webasto, caffè e colazione. Rimetto il furgone in modalità viaggio e decido di partire alle 9.
Temo di arrivare nella terra delle nebbie del nord con troppa nebbia e voglio prenderla con calma.
Mando un messaggio ad Andrea e parto.
Giornate piene, belle, con pochi casini. Persone facili da aggregare, impegnate.
Caro Andrea era da tempo che non esploravo il mondo di sotto così con serenità. Anche se qualche
volta ancora mi infratto in buchi esplorabili devo dirti che qui son stato bene.
Sono entrato a casa tua in punta di piedi per non disturbare ma mi son sentito a posto.
La tua fatica, gli scazzi, il tempo utilizzato per noi e per la speleologia è prezioso e te ne rendo
merito.
Grazie per l’esplorazione della Scintilena. Venti anni di esplorazioni goduti fino in fondo.
Grazie Andrea.
Claudio Barbato