L’Università di Verona parteciperà ad una spedizione scientifica per studiare le grotte della Georgia e sequenziare il DNA degli organismi presenti. La National Geographic Society ha approvato un progetto che prevede l’esplorazione delle regioni carsiche del Caucaso occidentale.

L'ingresso della Grotta Krubera

L’Università di Verona parteciperà a due spedizioni scientifiche che si svolgeranno entro il 2023, per studiare le grotte della Georgia e del Deserto dei Gobi in Mongolia, e sequenziare il DNA degli organismi presenti. La National Geographic Society ha approvato un progetto che prevede l’esplorazione delle regioni carsiche del Caucaso occidentale.
Per dovere di cronaca, la Georgia sta in Russia, la Grotta Krubera e la Verjovkina, e l’Abkazia fanno parte della Georgia. Le spedizioni scientifiche internazionali sono interessate alla ricerca e fortunatamente vanno avanti nonostante i blocchi mentali e i blocchi politici.

«Si tratta di un progetto davvero estremo da realizzare – ha spiegato Delledonne, dell’Università di Verona, alla redazione di Veronasera – Una precedente esperienza è stata fatta dal nostro gruppo nel 2019 in Montenegro, ma si trattava più che altro di una prova generale.
Ora partirà il progetto vero e proprio, con due spedizioni da 15 giorni ciascuna, una nel 2022 e una nel 2023, nelle grotte georgiane con l’obiettivo di campionare gli invertebrati nelle grotte e studiare i parametri ambientali. Esploreremo circa 30 grotte orizzontali e verticali nelle regioni di Racha-Lechkhumi, Imereti e Samegrelo, nella Georgia occidentale.
Alle spedizioni parteciperanno anche studenti locali come assistenti, e speleologi locali come consulenti.
Noi ci occuperemo di DNA barcoding, ovvero di catalogare mediante sequenziamento del DNA gli organismi che troveremo nelle grotte».

L’estrazione del dna, così come il sequenziamento del gene “Coi” saranno eseguiti direttamente all’interno della grotta. Mentre ulteriori indagini molecolari, incluso il sequenziamento del dna per scopi filogenetici e filogeografici di alcuni gruppi di invertebrati selezionari, saranno condotte al Museo statale di Storia naturale di Stoccarda e all’Università di Verona che accoglieranno e formeranno anche due studenti georgiani.

«Il progetto si svolgerà in un ambiente davvero estremo – ha aggiunto Delledonne – alcune delle grotte selezionate, oltre ad essere difficilmente raggiungibili, sono inaccessibili senza attrezzatura speleologica o subacquea. Avremo speleologi e subacquei locali esperti come consulenti nel progetto, che sono formati nel campionamento di invertebrati cavernicoli e che ci aiuteranno a campionare. Inoltre, in alcune grotte sono presenti fiumi sotterranei con anche un rischio di esondazione che richiederanno una pianificazione molto attenta delle attività».

Il progetto è realizzato in collaborazione tra l’Università di Verona, l’Ilia State University di Tbilisi, in Georgia, l’Università di Belgrado, il Museo di storia naturale di Stoccarda, la P. J. S?afa?rik University di Šrobárova, Slovacchia, e la Federal Scientific Center of the East Asia Terrestrial Biodiversity.

SPEDIZIONE NEL DESERTO DEL GOBI

Dal 4 al 29 maggio, inoltre, il gruppo di ricerca di Delledonne si sposterà nel deserto del Gobi in Mongolia. Una spedizione scientifica di 25 giorni, organizzata dall’Università di Firenze e dall’Università di Verona, porterà un gruppo di 14 scienziati e 3 persone di supporto in una delle regioni più remote e meno densamente popolate del pianeta.
La missione del gruppo è l’esplorazione della biodiversità faunistica e microbica del Grande Gobi.
L’obiettivo principale è la cattura di pipistrelli e la caratterizzazione dei loro coronavirus, grazie al laboratorio portatile di sequenziamento del dna messo a punto dall’Università di Verona.

Gli ecosistemi delle grotte sono tra i meno conosciuti sulla Terra e, finora, solo l’11% circa delle grotte è stato studiato biologicamente. La loro esplorazione è quindi potenzialmente ricca di possibilità per la scoperta di nuove specie animali.
L’obiettivo principale del progetto, da poco finanziat,o è studiare la biodiversità, la tassonomia e l’ecologia degli invertebrati, come coleotteri, collemboli, diplopodi, crostacei che vivono nelle grotte carsiche e e nei conglomerati della Georgia.

Fonte:
https://www.veronasera.it/attualita/universita-verona-ricerca-grotte-georgia-deserto-gobi-12-aprile-2022.html

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