La Nasa ha annunciato che, dopo aver fatto delle comparazioni tra foto scattate nel 1999 e foto più recenti di un pendio su Marte, si è accorta che ci sono state delle modificazioni del terreno dovute con molte probabilità al passaggio di acqua, avvenuto durante questi ultimi 6 anni. Sul sito della Nasa ci sono le foto e molti articoli che riguardano questo argomento. Ci sono molti articoli anche sui giornali italiani on-line, probabilmente venerdì mattina avremo le notizie anche sui giornali cartacei.
La notizia è di quelle che fanno saltare sulla sedia, anche se l’acqua in superficie non è stata ancora vista, perchè un conto è ipotizzare e teorizzare la presenza di acqua allo stato liquido sulla superficie di Marte, e un conto è vedere i segni recentissimi del suo passaggio.
Cosa c’entra la speleologia? Ho scritto molti pezzi prima di questo dove ipotizzavo la presenza di grotte e cavità all’interno del Pianeta Rosso, ma ora tutto questo assume quasi una certezza. Gli studiosi pensano che sotto la superficie del pianeta Marte esistano dei giacimenti di acqua allo stato solido, ghiacciai noi li chiameremmo, che in seguito a riscaldamento dovuto a pressione o ad eventi geologici si scioglie e fuoriesce da cavità che si aprono lungo i pendii, consentendo all’acqua di scorrere ANCHE in superficie, perchè, ormai è sicuro, l’acqua scorre sotto la superficie, e questi fiumi rassomigliano ai nostri fiumi carsici che per periodi scorrono anche in superficie, e queste aperture sui pendii rassomigliano per il loro funzionamento a quelle nostre care sorgenti carsiche di troppo pieno. Qui ovviamente non ci sono piogge, anche se sono state rilevate tracce di vapor acqueo, e le sorgenti temporanee sono alimentate dello scioglimento dei ghiacciai sotterranei.
In questo momento due sonde stanno volando su Marte, con a bordo la strumentazione necessaria per scandagliare fino a due chilometri sotto la crosta marziana per rivelare giacimenti di acqua o ghiaccio (e vuoti, aggiungo io). In questi ultimi due anni gli speleologi americani hanno lavorato gomito a gomito con la Nasa per studiare i sistemi carsici in zone desertiche dell’America, per ricostruire una situazione simile a quella marziana, e sviluppare un radar capace di individuare cavità sotterranee.
Tornando a Marte, resta un mistero la presenza in percentuale molto alta di metano, che per la sua volatilità non avrebbe modo di rimanere a lungo nell’atmosfera marziana, si pensa quindi che da qualche parte il metano venga prodotto ad opera di funzioni organiche di qualche essere vivente.
Ancora una volta mi spingo oltre l’immaginazione rischiando di passare per pazzo:
Se c’e’ presenza di vita che genera metano, se la vita è possibile dove c’e’ l’acqua allo stato liquido, se l’acqua allo stato liquido c’e’ anche sottoterra, ne deduco che se esistono i marziani questi sono troglobi. Troglobi, per chi non è speleologo ed è arrivato a leggere fino a qui, significa che sono animali che si sono adattati a vivere esclusivamente sotto terra.
Finora noi terrestri abbiamo guardato ai troglobi come animali i cui antenati che vivevano in superficie, dopo le glaciazioni, al mutare del clima esterno hanno trovato l’unico modo per sopravvivere rifuggiandosi nelle grotte, fino ad adattarsi talmente bene da non riuscire più ad uscirne, pena la morte. I troglobi marziani al contrario se ne stanno li sotto, e ignoriamo se sono andati li sotto perchè anche su Marte ad un certo punto le condizioni climatiche sono mutate e non è stato più possibile svolgere le funzioni vitali su una superficie senza più atmosfera, o se addirittura la storia della formazione della vita non è più da ricercare nel “mare primordiale, a qualche metro di profondità , ma magari direttamente sottoterra. In questo caso, assurdo, la terra, la Dea Madre, assumerebbe un significato ancora più profondo, quel significato che spesso accomuna la grotta al grembo materno avrebbe un significato veramente pieno, soprattutto su Marte. Se mi state prendendo per matto non fa niente, non è che penso di vedere marziani con lunghe antenne, trasparenti e con l’addome rigonfio come i classici troglobi terrestri derivati dai coleotteri superficiali, mi immagino però batteri e microorganismi troglobi, quelli si, a miliardi vicini alle grandi riserve sotterranee di ghiaccio.
La Phantaspeleologia stà riprendendo vigore, ma questa volta Costacciaro non c’entra niente.