Un viaggio dantesco nelle più affascinanti grotte d’Italia tra stupore ed esplorazione degli abissi del dolore, uno stile inconfondibile che si fa sempre carne e luce, e un oggetto prezioso con illustrazioni artistiche di pregio. Sono questi gli elementi chiave dell’ultima fatica dello scrittore e speleologo pugliese Carlos Solito, il romanzo “Troppa Notte intorno a me”, edito da Sperling & Kupfer. Scintilena ne ha parlato con l’autore.

copertina "Troppa notte intorno a me"
"Troppa notte intorno a me" - copertina dell'ultimo libro di Carlos Solito

La letteratura, l’esplorazione, l’epica, l’arte, gli abissi del dolore umano e soprattutto il potere salvifico della speleologia, c’è tutto in quest’opera che definirla romanzo è riduttivo, vista la cura tipografica e le illustrazioni artistiche che ne fanno un libro d’altri tempi, un oggetto fisico prezioso.
Nel settecentenario dalla scomparsa del sommo poeta, Carlos Solito diventa un Virgilio dei nostri giorni e guida il nostòs, il viaggio e il ritorno del protagonista Dante dagli abissi della perdita, del distacco, della nostalgia, attraverso la ricerca e la conoscenza dei meandri dell’italia sotterranea, dalle Alpi agli Appennini fino ai grandi massicci montuosi delle isole, per boschi, acrocori calcarei e atipiani carsici. Con il suo inconfondibile stile polisemico, fotografico e allo stesso tempo immaginifico, l’autore ricorda anche la Sherazade delle Mille e una Notte, nella misura in cui la sua narrazione regala tempo al protagonista e lo salva dalla morte, prima fisica e poi spirituale.

E alla fine del viaggio i due esseri umani si rivelano solo comprimari dei veri protagonisti, che sono i luoghi selvaggi, il Silenzio – che nelle prime pagine si fa persona – il buio, il tempo e soprattutto l’acqua, genitrice di vita con millenari stillicidi e impetuosi fiumi, che serpeggia in tutto il romanzo fino a un capitolo a lei dedicato. Come racconta lo stesso autore a Scintilena, “anche il Dante del mio romanzo al termine dell’esplorazione finale esce a riveder le stelle come il Dante della Divina Commedia, ma sgorga dal ventre di Madre Terra per rinascere a nuova vita, come acqua che sgorga dalle grotte calcaree”


La storia di Dante e dello speleologo Virgilio: Esplorare le profondità del dolore per non morirne, inabissarsi nella bellezza delle grotte per sgorgare a nuova vita
“Troppa notte intorno a me” è la storia di Dante, un uomo di 35 anni che si trova ad affrontare l’incubo peggiore per un padre: la perdita di un figlio. Un tragico incidente, e un senso di colpa profondo che lo perseguita fino a farlo piombare in un abisso esistenziale, al punto da fargli meditare un gesto estremo. Torna così nei luoghi della sua infanzia, sui Monti Picentini, e sul ciglio della voragine del Caliendo incontra Virgilio, che poi è l’alter-ego dello scrittore, fotografo, giramondo, esploratore, solitario e soprattutto speleologo.


Virgilio capisce e, senza dir nulla, lo persuade ad andare nel suo rifugio, dove restano bloccati da una bufera di neve per 7 giorni, tanto quanto dura il viaggio dantesco della Divina Commedia. Qui lo speleologo riuscirà a trattenerlo dal suo gesto guidandolo in un viaggio ideale – e infine reale – nelle grotte più affascinanti d’Italia e contemporaneamente nel profondo della perdita che lo ha segnato: “ In questo tempo i due si raccontano e si esplorano vicendevolmente, e Virgilio con grande grazia attraverso i suoi racconti gli spiega ciò che può covare nel ventre di Madre Terra, ovvero quello che tutti credono essere un inferno, popolato di sinistre creature e diavoli, e invece è l’altro straordinario “lato” del nostro pianeta che c’è anche se non si vede, perché le grotte sono l’inferno nella sua accezione più paradisiaca, piene di stupore e di bellezza, con foreste di stalattiti e stalagmiti, meandri e calcari, e laghi sotterranei. – spiega Carlos Solito – Tutti i monumenti dell’arte e dell’architettura costruiti in superficie dall’uomo, sotto terra li ha creati altrettanto maestosi la natura, lì non c’è stato Michelangelo o Raffaello, l’artista è stata l’acqua, insieme al tempo e al buio, che alla fine sono gli dei di questi mondi sotterranei”.

Mentre il protagonista è nel suo inferno esistenziale, Virgilio snocciola qua e là le bellezze dell’Italia sotterranea, le grotte del carso triestino, il Corchia, Stiffe, il Cavallone, ma anche gli abissi delle Alpi Apuane, Pian del Tivano, e poi le grotte della Puglia, della Sardegna, e ancora l’abisso del Bifurto, e gli Alburni, il Cilento e tante altre, “illuminando il passaggio di Dante, indicandogli una via d’uscita scandita da racconti di esplorazioni storiche della speleologia ma anche da una vera e propria immersione. Perché l’ultimo giorno lo speleologo accompagna fisicamente Dante ad esplorare il Caliendo, una risorgenza carsica con un portale d’ingresso alto 60 metri, una cosa mastodontica che trafora la montagna da parte a parte”


Non solo un romanzo ma un oggetto prezioso da tenere tra le dita e da regalare
Questo non è un romanzo come gli altri, ha un formato un pò più grande rispetto ai libri “moderni”, una copertina rigida, la trancia in oro, illustrazioni bellissime al suo interno e tanti altri dettagli preziosi. Ad aprirlo viene in mente la famosa edizione della Divina Commedia illustrata dalle incisioni di Gustave Dorè, anche se quelle in bianco e nero restituivano totalmente l’inferno e la sua carnalità, qui i colori e le atmosfere rarefatte suggeriscono ovunque il Paradiso e il potere salvifico delle grotte. “E’ vero Mondadori ha voluto arricchire questo romanzo con elementi che coinvolgessero tutti e cinque i sensi, a partire dal tatto, con una copertina pregiata che richiama lo stile e i profumi da cura gentile dei maestri tipografi di altri tempi. – conferma l’autore – E riprendendo l’idea de i Viaggi Straordinari di Jules Verne, ha impreziosito ognuno dei 17 capitoli con le illustrazioni delle giovani artiste Francalaura Rella e Maria Stefani”, che hanno fatto un lavoro di straordinario di ricerca, immersione e restituzione grafica dei significati.

Ogni capitolo poi è introdotto da un diverso nodo speleologico che spicca su fondo nero. E nessuno di essi è casuale, bensì intrecciato alla storia, “ogni nodo segue la progressione speleologica e interiore del protagonista, i suoi stati d’animo. Per esempio il nodo coniglio arriva quando l’armo diventa importante, e lo spirito si fa più ardito. Più il protagonista si inoltra nelle profondità del Caliendo, che comunque è una grotta lunga 5 km, più va a fondo nel confronto con Virgilio che lo guida, più emerge dalle sue sabbie mobili mentali, mentre officia il rito dell’esplorazione, – continua Solito – e cos’è il rito dell’esplorazione se non far brillare quel senso di scoperta che tanto appartiene al genere umano, e che ci ha fatto evolvere dal Corno d’Africa ai giorni nostri?”.

Celebrare il sommo poeta con un’“ode” alla speleologia
Un progetto ambizioso questo libro, che nasce dal desiderio dell’autore e dell’editore di celebrare Dante nel settecentenario della sua scomparsa, e quale migliore punto di partenza per il giramondo pugliese, se non il topos letterario per eccellenza, il nostòs, viaggio ma anche ritorno dell’eroe, “volevo unire tutte le mie passioni in un’unica storia, ovvero la letteratura, la profondità, la fotografia e l’amore per l’esplorazione e le grotte – spiega ancora – così è nata l’idea di questo viaggio che ricalca la metafora di cui è latrice la Divina Commedia, che altro non è che un attraversamento del dolore, l’inferno appunto, con tutte le peccaminose sfaccettature dell’uomo, fino all’illuminazione finale in Paradiso”.

L’esordio nel mondo del giornalismo di Carlos Solito, in effetti è segnato dai racconti di speleologia che seguivano le sue attività con il GGG-Gruppo Grotte Grottaglie, e come tiene lui stesso a sottolineare, se nasci in un paese che si chiama Grottaglie e che tutt’intorno ha diverse cavità, non puoi che crescere con questa fissazione, in qualche modo incisa nel destino, “Motivo per il quale ho sempre cercato nella mia attività professionale di giornalista e fotografo, e poi anche di scrittore, di raccontare le grotte, il mio primo grande amore, e mostrare al grande pubblico, con un guitto di orgoglio, quello che io e altri pochi eletti siamo riusciti a vedere nel corso delle nostre esplorazioni”.
E come avvicinare e accomunare il mondo sotterraneo alla gente di superficie, se non partendo da un’esperienza universale che è quella del dolore, del lutto, della crisi, perché ”esplorando il dolore della perdita, l’uomo esplora sé stesso ma anche il grande inconscio collettivo, l’incubatoio di tutto ciò che siamo stati, siamo e che saremo. E le grotte sono questo, la memoria dell’acqua, del tempo e della trasformazione”.

E nell’epilogo“gioco con il buio, racconto com’è nata questa mia affezione e infezione per la speleologia, proprio il giorno esatto in cui mi ammalai di grotte”

“Fu quel giorno che iniziò il mio vizio per le grotte. Crescendo conobbi la speleologia e con essa il walzer della scoperta di ogni parte della mia Puglia e dell’Appennino, d’Italia, del mondo. Ho esplorato caverne, voragini abissi, baratri, gallerie, cunicoli, meandri, corridoi, sale così grandi da sembrare navate, chiese intere, campi da baseball e campi da calcio. E ho attraversato foreste di concrezioni di ogni tipo, fiumi e laghi, tracce di vari passati – vicini e preistorici – e molto futuro perché le grotte sono piene di vuoti infiniti e tutti da decifrare.”
(Carlos Solito, dall’epilogo del romanzo Troppa notte intorno a me.)

Carlos Solito, scrittore, fotografo, giornalista e regista, è nato a Grottaglie, in provincia di Taranto.
Gira il mondo da giovanissimo e collabora con numerosi magazine e quotidiani nazionali, realizzando reportage di viaggi. Dirige cortometraggi e documentari. Le sue fotografie sono state esposte in diversi Paesi e ha pubblicato oltre una ventina di volumi illustrati per i più importanti editori italiani. Ha firmato la raccolta di racconti Il contrario del sole (Versante Sud, 2010) e Montagne (Elliot, 2012), insieme a Dacia Maraini, Paolo Rumiz, Maurizio Maggiani, Franco Arminio, Andrea Bocconi e altri. È anche autore dei romanzi Sciamenesciá (Elliot, 2016) e La ballata dei Sassi (Sperling & Kupfer, 2019). Per Rizzoli, invece (nel 2020), ha pubblicato Sogno a Sud.

Sperling & Kupfer
pagg. 288 – Euro 25,00
versione ebook disponibile
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