L’Arma Veirana: Tesoro paleoambientale e culturale
Pubblicati oggi su Nature i dati finali dello studio sull’importante ritrovamento di resti del Mesolitico nel Savonese

Arma Veirana Campagna di scavo, autore Fabio Negrino

La scoperta dei resti di una neonata del Mesolitico, poi ribattezzata Neve, è avvenuta nel 2017 ad Erli, nell’entroterra di Albenga (SV). A metà dicembre 2021, l’articolo conclusivo del lavoro di team sull’eccezionale reperto è stata pubblicato su Nature – Scientific Reports: la sepoltura infantile dell’Arma Veirana nell’Italia nordoccidentale fornisce approfondimenti sulle pratiche funerarie e sulla personalità femminile nell’Europa del primo Mesolitico.
L’Arma (grotta) Veirana o della Costa di Cerisola è una cavità tettonica con sviluppo orizzontale di circa 40 m, che si apre, verso nord, a 440 m di quota nella Val Neva, alla base di una grande falesia calcarea. Ha un aspetto poco comune, a capanna, a sezione triangolare con le due pareti laterali convergenti verso il centro a formare un corridoio a doppio spiovente.
In passato non era stata fatta oggetto di indagini archeologiche programmate, tanto che, intorno al 1970, era stata danneggiata da ignoti scavatori clandestini in cerca di ossa d’orso o di manufatti preistorici. Nel 2006, il sito, originariamente scoperto da Renato Bonfanti, Andrea Lamberti e Giuseppe Vicino, viene segnalato da quest’ultimo e dall’ispettore onorario di zona, Henry De Santis, alla comunità scientifica.
Dal 2014, sono effettuati sopralluoghi che evidenziano la presenza di diverse “buche”, già segnalate nella descrizione allegata alla scheda catastale della grotta del 1970. Tra il 2016 e il 2017, sono raccolti reperti faunistici pleistocenici e industria litica musteriana e del Paleolitico superiore recente (Epigravettiano). Vista l’importanza dei depositi, sul sito si attiva, con l’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona, un progetto di ricerca internazionale, a cui aderiscono Università italiane (di Genova in primis, con Fabio Negrino, coordinatore e responsabile scientifico del progetto) e straniere. Alla realizzazione delle campagne di scavo il Comune di Erli ha dato un importante supporto, concedendo l’uso dei locali necessari per il lavaggio e la prima catalogazione dei reperti.
Nell’estate del 2017, è stata qui, quindi, portata alla luce la più antica sepoltura fino ad oggi mai documentata in Europa: una neonata mesolitica risalente a 10.000 anni fa. La sepoltura ha restituito, insieme ai resti del corpo, un corredo formato da oltre 60 perline in conchiglie forate (Columbella rustica), quattro ciondoli forati, ricavati da frammenti di bivalvi (Glycimeris glycimeris) e un artiglio di gufo reale. Un vero e proprio rito funerario, quindi, del primo Mesolitico (11.000-7.500 anni fa circa da oggi), periodo di cui sono note ben poche sepolture.
Gli studi più recenti hanno dimostrato che non c’è l’ipotizzata coesistenza dell’uomo di Neanderthal e dell’Homo Sapiens, ma ogni scoperta ne apre un’altra. “Il sito resta d’importanza straordinaria – ha scritto nel 2017 Fabio Negrino – per lo studio delle ultime generazioni di Neanderthal, ma quest’anno si è impreziosito dalla scoperta davvero unica, a soli due metri di distanza, di un scheletro di neonato, posto in una presumibile tomba con monili di conchiglie forate, tipico rito dell’Homo Sapiens”. L’estrazione di questa reliquia è avvenuta con una pazienza infinita, secondo le più moderne modalità di scavo.
Gli scavi e le ricerche, che hanno riguardato anche la ricostruzione del genoma mitocondriale e le analisi filogenetica, hanno coinvolto negli anni, oltre gli Atenei di di Genova, Bologna e Ferrara, le Università di Montréal, Tubingen, Colorado, California San Diego, la Washington University in St Louis, l’Institute of Human Origins e l’Arizona State University. E oggi, finalmente, la pubblicazione dei risultati, che attestano, tra l’altro, che anche le femmine più giovani, nel Mesolitico, erano riconosciute come persone a pieno titolo, e come tali sepolte con riti e onori.

Marina Abisso
Speleo Club Ribaldone
14/12/2021

Bibliografia:
https://www.nature.com/articles/s41598-021-02804-z An infant burial from Arma Veirana in northwestern Italy provides insights into funerary practices and female personhood in early Mesolithic Europe – Nature – Scientific reports – 14/12/2017
https://genova.repubblica.it/cronaca/2021/12/14/news/la_piu_antica_tomba_di_neonato_in_europa_scoperta_in_liguria-330141788/
Negrino, Fabio. (2018). Una grotta racconta: ricerche archeologiche all’Arma Veirana, in Val Neva. – Pigmenti Cultura 9, maggio 2018
http://files.spazioweb.it/7f/73/7f736218-8c47-4595-81d8-fb5ea2294b42.pdf Fabio Negrino – Note sulla preistoria ligure
https://www.iipp.it/wp-content/uploads/2017/11/NPP4.1_def.pdf Notiziario di Preistoria e Protostoria 2017

Foto 1: Campagna di scavo Arma Veirana – aut Fabio Negrino

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