Gli speleologi umbri si sono riuniti ieri a Narni per fare il punto delle attività e delle esplorazioni nelle grotte dell’Italia Centrale.
Grazie alle nuove esplorazioni si spera di arrivare a 1000 grotte conosciute in Umbria entro la fine del 2022

Scheggia PG - Cave di Marna di Valdorbia

Narni – Si è svolto ieri 12 dicembre, il secondo convegno di speleologia umbra nell’Abbazia di San Casciano a Narni.
L’incontro ha visto la presenza di oltre 60 speleologi, in rappresentanza della Società Speleologica Italiana e del CAI, provenienti da Perugia, Narni, Gubbio, Cesi, Stroncone, Todi, Città di Castello, Foligno, Spoleto, Orvieto, Gualdo Tadino e anche da fuori regione.
L’attività speleologica negli ultimi due anni ha subito un calo generale a causa dei noti problemi legati al COVID 19, sospesi i corsi, chiuse molte sedi delle associazioni e ferme molte attività istituzionali.
Nonostante tutto, i gruppi speleologici umbri hanno portato avanti gli studi riguardanti la geologia, la paleontologia, l’archeologia, e stanno lavorando ad un progetto di Catasto condiviso, sviluppato on line,
che prevede la catalogazione delle numerose grotte che si aprono sul territorio regionale.
Il catasto speleologico dell’Umbria conta attualmente 960 grotte e con le ultime esplorazioni conta di raggiungere le 1000 grotte conosciute entro la fine del 2022.
Luca Bussolati, Presidente della FUGS, la federazione regionale che raccoglie 12 gruppi speleologici e circa 400 speleologi, si è detto molto soddisfatto della presenza e dell’interesse dimostrato durante questo incontro.

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