Il successo del film “Il Buco” fa arrivare la cittadinanza onoraria al regista Frammartino. Per gli scopritori della grotta, verrà posta una lapide in memoria dell’impresa.

Sezione dell'Abisso del Bifurto, fonte GSP

Pochi giorni fa, il Consiglio Comunale di Cerchiara di Calabria ha votato per dare la cittadinanza onoraria a Michelangelo Frammartino, regista de “Il Buco”, il film vincitore del Premio Speciale della giuria alla Biennale del Cinema di Venezia. Cittadinanza onoraria anche a Giovanna Giuliani, co-autrice e sceneggiatrice del film. La cerimonia si è svolta on line il 9 dicembre 2021.
Respinta dal Consiglio Comunale la proposta di dare la cittadinanza onoraria anche agli esploratori della grotta.
Senza gli speleologi di quella spedizione non ci sarebbe stata nessuna grotta, nessuna storia da raccontare e nessun film.
Chissà forse non ci sarebbe stato neanche lo stand gastronomico di Alessandria del Carretto ai raduni di speleologia.
Verrà tributato ad Antonio Larocca, speleologo dello “Sparviere” uno speciale riconoscimento, in quanto esperto conoscitore del Pollino e per aver contribuito alla genesi del film di Frammartino «ingenerando – ha scritto l’amministrazione comunale – la scelta di questi luoghi a lui cari quale naturale set del film, facendo leva sulla forza della passione, la competenza di un vissuto e l’amore smisurato per questa terra».

C’è rammarico nell’ambiente speleologico, perchè agli scopritori sarà intitolata solo una targa apposta all’ingresso dell’Abisso Bifurto. Targa che arriverà 60 anni dopo la scoperta.

Nel 1961 una spedizione di speleologi del nord Italia partì per l’esplorazione della “Fossa del Lupo”, come veniva chiamata dai locali quella grotta sul Pollino, raggiungendo il fondo di una delle grotte più profonde d’Europa, l’Abisso del Bifurto.

Ricordiamo noi i nomi dei partecipanti di quella spedizione, da leggere come farebbe lo speacker dello stadio prima della partita, come se fosse la formazione della Nazionale:

Gianni Brayda (OLE’!)
pier Giorgio Doppioni (OLE’!)
Beppe De Mattesi (OLE’!)
Giulio Gecchele (OLE’!)
Carla Lanza (OLE’!)
Nino Martinotti (OLE’!)
Gigi Marchetti (OLE’!)
Marziano Di Maio (OLE’!)
Franco Actis (OLE’!)
Renato Grilletto (OLE’!)
Eraldo Saracco (OLE’!)
Giulio Cappa (OLE’!)
Tullio Diemontese (OLE’!)
Gianni Follis (OLE’!)
Paolo Chiesa (OLE’!)
Dario Sodero (OLE’!)
Beppe Baldo (OLE’!)
Alberto Bosi (OLE’!)
Giancarlo Padisi (OLE’!)
Sergio Trebbi (OLE’!)
Mario Gherbaz (OLE’!)

Due di loro li ho conosciuti personalmente, ironia della sorte tutti e due sono già andati avanti, sono Marietto Gherbaz e Giulio Cappa, non hanno avuto in vita il riconoscimento per l’esplorazione del Bifurto, ma tanti attestati di merito per aver dato tanto, entrambi, alla Speleologia, nel corso di una luminosa carriera.
Nell’elenco leggo un nome: “Eraldo Saracco”, che mi ricorda il rifugio “Saracco-Volante” sul Marguareis
Poi vedo Giancarlo Pasini, a memoria mia, uno dei giovanissimi esploratori della Spluga della Preta che per primo raggiunse la Sala Nera, insieme a Ribaldone, nel 1963.
Gli altri mi scuseranno, ma non li conosco.
In rete, sul sito del GSP Gruppo Speleologico Piemontese, si può leggere la relazione della spedizione e dell’esplorazione del Bifurto:
http://www.gsptorino.it/grotte/gr_016_1961.htm

Un grande “Ole'” dalla Scintilena, a tutti gli speleologi dimenticati, esploratori del buio, bestemmiatori impastati di fango, che tutti i fine settimana aggiungono un tassello alla storia della speleologia e alla geografia del mondo sotterraneo.
Con un giorno di ritardo, facciamo un grande “Olè” nel 31esimo anniversario della tragedia di Labassa, quando persero la vita 9 speleologi sul Marguareis.
Nomi dimenticati, anche per loro una lapide posata nel 2011, ma ricordati ogni anno dagli amici speleologi.
Per tutti noi: OLE’!

Andrea Scatolini – Speleologo

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