E’ uscito il numero speciale di “Sopra e sotto il Carso” dedicato a “Gradisca sotterranea”

E’ uscito il numero speciale di “Sopra e sotto il Carso” dedicato a “Gradisca sotterranea”
Il sottosuolo di Gradisca ha esercitato da sempre un certo fascino.
Circolano molte leggende sulla credenza che lungo le mura e nel sottosuolo cittadino ci fossero delle gallerie sotterranee, ancora inesplorate e ricche di tesori.
Queste leggende si autoalimentavano e amplificavano con il passare del tempo e del passa parola o del “ho sentito dire”.
Si sa che la fantasia popolare alle volte amplifica e distorce la realtà.
Ma qualcosa di vero doveva pur esserci, visto che alcune gallerie, negli anni ‘60, Maurizio tavagnutti speleologo del Seppenhofer le avevo viste davvero.

Un primo sprone all’approfondimento della ricerca e studio degli ambienti ipogei di Gradisca, senza dubbio, è stato dato negli anni ‘90 da Marco Meneghini, all’epoca presidente del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, che svolse per conto dell’amministrazione comunale un accurato lavoro di mappatura e rilevamento dei principali torrioni di Gradisca, con annessi ambienti ipogei.
In quel periodo gli speleologi goriziani esplorarono il Pozzo dei Frari situato in Campiello Emo, sotto le mura del Castello.

In seguito il sodalizio tra il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” e il Gruppo Archeologico Goriziano (non più in attività) aveva dato l’avvio ad una stagione di grandi scoperte e novità, si era sviluppato un lavoro di ricerca e studio davvero unico, sia dal punto di vista storico sia da quello esplorativo.
I lavori iniziati nel 2006 con il progetto “Gradisca sotterranea” avevano portato nel 2011, soprattutto grazie alla dott.a Sveva Macrini (presidente del G.A.G.), all’organizzazione di un convegno di studi intitolato “Gradisca ritrovata” i cui atti furono pubblicati poi nel 2012.

In quel periodo ci fu un gran lavoro da parte delle due associazioni, nell’ambito delle rispettive competenze, che determinarono la raccolta di una mole enorme di dati sia storici sia esplorativi, della città.
Per non disperdere il lavoro svolto, Maurizio tavagnutti ha voluto raccogliere un breve compendio di quello che è stato fatto e che continua a fare per conoscere e valorizzare al meglio questo bellissimo borgo isontino.

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