Notizia di Maria Grazia Lobba
Con piacere vi comunico che ieri è uscito il primo quaderno del gruppo grotte castelli romani.
Il libro è suddiviso in base alle aree prese in esame, tutte quante a sud del paese di Esperia, all’interno di quelli che generalmente vengono considerati i Monti Aurunci occidentali: la dorsale che unisce il M. Fammera al M. Acquara Pellegrini, la zona di Guado del Faggeto e M. Chiavica, Serra Campo di Venza e località Pietra di Monte ed infine la zona di Fossa dei Fiocchi. Un capitolo a parte è dedicato alla Grotta di S. Oliva, a nord, che si trova nel comune di Pontecorvo.
Ciascuna zona, in un periodo compreso tra il mese di luglio del 2007 e l’estate del 2009, è stata oggetto di continui e assidui sopralluoghi finalizzati sia alla raccolta di dati geologici, morfologici e botanici, sia alla ricerca di nuovi ingressi di cavità ipogee.
Le ricognizioni sono state condotte con l’ausilio di strumentazione GPS, su base cartografica a grande scala (1:10000).
Le grotte scoperte, esplorate e accatastate ex novo che trovano posto in questo volume sono 32. Fatta eccezione per la Risorgenza degli Allocchi, Grott’Aria, Grotta dei Rami Secchi, Grotta Sottosoglia e Ciavica della ÂCisterna, la Âdocumentazione minima per ciascuna di esse è costituita dal posizionamento, dalle fotografie e dal rilievo strumentale, ottenuto con bussola, clinometro e distanziometro laser; il nord indicato all’interno dei rilievi è quello magnetico.
All’interno di ciascun capitolo si è scelto di separare i dati dall’interpretazione degli stessi: ad un breve inquadramento geografico seguono un itinerario di avvicinamento, le sintesi delle attività esplorative precedenti e delle ipotesi interpretative e, in ultimo, le schede relative alle singole grotte, ordinate in senso geografico da nord a sud.
Dopo la presentazione di ciascuna delle quattro aree di indagine, segue una disamina circa l’assetto tettonico e il carsismo profondo di questa parte dei Monti Aurunci, alla luce dei nuovi dati; chiude il quaderno un capitolo che tratta della temperatura ipogea, degli strumenti adatti a misurarla e delle speculazioni che è possibile effettuare studiando la sua variazione nel tempo.
Il territorio in esame è tradizionalmente quello che, per circa 15 anni, è stato studiato e percorso dai soci del Gruppo Speleologico Grottaferrata (GSG). Allo scioglimento di quest’ultimo, alcuni dei soci più attivi sono confluiti nel GGCR che ha dunque ereditato sia la maggior parte della documentazione ancora inedita, sia la consapevolezza della necessità di dar seguito ad un lavoro già molto prezioso.
Il volume è scaricabile in versione a bassa risoluzione, fruibile a video, in formato PDF.
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