Notizia di Natalino Russo del 19/11/2000, tratta da “Speleologia”
Giovanni Badino, Il fondo di Piaggia Bella, Erga Edizioni (pp. 304).
Appena cominciato è già finito. Trecento pagine esatte scivolate via inseguendo percezioni multidimensionali del mondo sotterraneo, correnti d’aria e spruzzi gelidi, lembi di ricordi misti a una lucida ricostruzione bibliografica. Mai letto nulla di simile; poche volte sono giunto all’ultima pagina con la sensazione tanto netta che sarà difficile ripetere un’opera siffatta.
Questo Fondo di Piaggia Bella supera la fredda trattazione tecnica, introducendo un nuovo modo di raccontare l’esplorazione: attraverso la cronologia certosina e fedele dei fatti e delle persone che hanno segnato la speleologia del Marguareis e di parte dell’Italia, il libro narra di una ricerca e di un enigma che dura da mezzo secolo e ancora continua; evidenzia le svolte epocali che hanno determinato i cambiamenti tecnici e nella progressione, ma soprattutto nel modo di intendere la grotta all’interno del monte; sottolinea gli errori esplorativi, tecnici, ambientali, sociali dei primi speleologi piemontesi, comuni a tutti gli altri.
Descrivendo finalmente il passaggio dalla speleologia unidimensionale a quella su due e su tre dimensioni, Giovanni Badino introduce ancora un linguaggio per parlare di esplorazione: la ricerca modifica chi la fa, fulcro di tutto il percorso scritto. E filo conduttore di lunghi anni in cui non si è fatto altro che spostare da un punto all’altro un Fondo, luogo soggettivo.
Ironia, divertita consapevolezza, macigni di fraterna amicizia, malinconia.
Il tutto inframmezzato da sapienti leggibilissime geniali schede sui temi più diversi. Questo libro inaugura un nuovo registro di comunicazione. Siamo di fronte a un lavoro di grande pregio, che avrà sicure ripercussioni sul modo, non solo italiano, di fare esplorazione. Sopra e sotto la terra.
Natalino Russo
Fonte: https://www.scintilena.com/utec/old/utec/scintilena/vecchiascintilena.htm