La notizia viene da Taranto Sera, ed è una delle tante storie di degrado ambientale, di negligenza, di ignoranza di tutte le norme date dal buonsenso; una storia simile a tante altre in ogni parte d’Italia, che gli speleologi italiani conoscono fin troppo bene. I rifiuti tossici da smaltire vengono buttati sottoterra, dove nessuno può vederli, compromettendo la falda acquifera, oltre al delicato ambiente grotta che si va ad alterare.
Il responsabile della catastrofe è stato denunciato, con il sequestro da parte della Guardia di Finanza di un’area di 170mila metri quadrati per un valore di impianti stimabile sui 6 milioni di Euro. Purtroppo in Italia non c’è la pena di morte per i reati ambientali….
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